La pazzia del sacrificioCampione
PREGARE PER I PERSECUTORI - quarto passo
Un’altra preghiera inconsueta, notata nelle nostre interviste, richiamò alla mente le parole di Gesù sulla preghiera nel “Sermone sul monte”. Sembrava che i credenti perseguitati cercassero con tutte le forze di ripercorrere con esattezza l’insegnamento di Gesù. Era umanamente impossibile, ma essi ci spiegarono che lo Spirito di Dio li aveva messi nelle condizioni di farlo.
Quei discepoli perseguitati di Gesù non pregavano soltanto affinché i persecutori fossero perdonati, ma erano anche giunti a capire che esisteva un collegamento tra il perdono che concedevano agli altri e quello che Dio offriva a loro.
Quando giungiamo ad una profonda e personale consapevolezza del nostro peccato e alla comprensione del costo del perdono di Dio per le nostre vite, siamo pronti per estendere il Suo perdono agli altri... anche a chi ci ha causato tanto dolore. In realtà, è una cosa terribile da dire in preghiera: desideriamo che Dio ci perdoni nello stesso modo in cui noi abbiamo perdonato gli altri! Per la maggior parte di noi, si tratterebbe di una preghiera non saggia. Sappiamo che il perdono che concediamo agli altri è spesso poco convinto, ipocrita, offerto con riluttanza e incompleto. Non vorremmo però mai che il perdono di Dio nei nostri confronti fosse così. È comprensibile, quindi, la nostra esitazione prima di pregare per il tipo di perdono che abbiamo concesso agli altri. Proprio così, però, dobbiamo pregare.
Queste parole in preghiera ci costringono ad estendere agli altri un perdono ricco, completo, gratuito... e penosamente difficile.
Sorprendentemente, incontrammo credenti perseguitati che erano disposti a farlo, avendo imparato ad estendere ai loro oppressori un perdono ricco, completo e gratuito. Evidentemente, Dio aveva compiuto un tale lavoro nei loro cuori che essi erano in grado di pronunciare queste parole con gioia e senza esitazione: “Signore Dio, perdonaci nello stesso modo in cui noi abbiamo perdonato i nostri persecutori”.
Solo la potenza di Dio può consentirci di pronunciare queste parole in preghiera.
O Dio, tendiamo a considerare il nostro peccato piccolo e insignificante, mentre riteniamo i peccati degli altri grandi e seri. Pensiamo, quindi, di meritare il Tuo perdono, mentre gli altri non lo meritano. Quando la pensiamo così, riteniamo di potere negare il nostro perdono agli altri...
perché essi non lo meritano veramente. Le Tue parole sono chiare, ma per noi è difficile credere che esiste un collegamento tra il perdono che noi offriamo agli altri e il perdono che Tu concedi a noi. Avendo però ricevuto il Tuo perdono misericordioso, non possiamo fare a meno di estendere lo stesso perdono agli altri. Nessuno merita il Tuo perdono, nemmeno noi. I persecutori non lo meritano, ma Tu sei colmo di grazia e misericordia.
Hai mai dovuto perdonare qualcuno? Come ti sei sentito dopo?
Devi perdonare qualcuno adesso? Non indugiare ancora.
Perdona nella stessa misura in cui sei stato perdonato/a.
Scrittura
Riguardo questo Piano
I cristiani perseguitati possono insegnarci qualcosa sulla preghiera? In questo piano di lettura, tratto dal libro “La pazzia del sacrificio” pubblicato da Porte Aperte/Open Doors, troverai la risposta. Sei disposto ad accettare di unirti a Dio nel compiere la Sua opera? Si tratta di un viaggio, un’esplorazione che ti condurrà a un bivio, a una scelta che esigerà un sacrificio.
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Vorremmo ringraziare Porte Aperte/Open Doors per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: https://www.porteaperteitalia.org/