“Vai e fai anche tu la stessa cosa”

In questi giorni hai visto quanto Gesù si prende cura di coloro che ama. Ti ama così tanto che ha cura dei tuoi bisogni e guarisce la tua anima, proprio come ha fatto con il cieco, la folla dei 5.000 ed i discepoli.

Come se non bastasse, Gesù ci ha fatto ancora un altro bellissimo dono: un invito a unirci a Lui nell’amare e nel prenderci cura degli altri.

In Luca 10, un dottore della legge chiese a Gesù cosa dovesse fare per avere la vita eterna. Gesù allora gli chiese cosa stesse scritto nella legge:

Egli rispose: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso" (Luca 10:27).

Gesù dice all’uomo che ha ragione, ma egli continua la sua domanda chiedendo a Gesù: “E chi è il mio prossimo?” (Luca 10:29). Gesù risponde raccontandogli la parabola del Buon Samaritano.

In questa parabola, un uomo viene picchiato e aggredito dai ladri, abbandonato sul ciglio della strada. Passa un religioso, lo vede nel bisogno e lo ignora. Poi passa un levita e fa lo stesso. Ma alla fine, un samaritano vede la sofferenza dell’uomo, ne ha compassione e gli fascia le ferite. Ancor di più, lo porta in una locanda e paga le sue cure.

Dopo aver raccontato questa storia, Gesù chiese chi avesse fatto da prossimo all'uomo sofferente. L'esperto della legge rispose: “Colui che gli usò misericordia" (Luca 10:37). Gesù rispose con sole quattro parole: “Va’, e fa' anche tu la stessa cosa".

Gesù si prende cura del nostro corpo, provvede ai nostri bisogni, ci protegge e ci conforta. E ci ha incaricato di mostrare la Sua stessa compassione verso i bisognosi. Mentre siamo sulla Terra, abbiamo l’opportunità unica di essere le mani e i piedi di Gesù, prendendoci cura dei più vulnerabili, fisicamente e spiritualmente:

• Quando qualcuno è malato, possiamo donargli cure e guidarlo verso il Grande Medico.
• Quando qualcuno ha fame, possiamo dargli del cibo e indirizzarlo verso il Dio che Provvede.
• Quando qualcuno è in pericolo, possiamo portarlo in salvo e guidarlo verso il nostro Protettore.
• Quando qualcuno è triste o in lutto, possiamo sederci al suo fianco e indirizzarlo all’amore del Consolatore.

Anche se i bisogni fisici e le difficoltà sono il nostro presente, il nostro avvenire è nell’eternità. E sta a noi indirizzare chi ha bisogno a Gesù, l’Unico che può veramente guarire e sanare l’anima.