Un Dono, Una Necessità: La SalvezzaCampione

Se hai letto il testo biblico noterai che questa è, senza ombra di dubbio, la testimonianza di una guarigione "impartita" da Gesù più discussa della storia dei miracoli compiuti. Essa fa aggrovigliare la ragione, ancor di più della storia di Lazzaro.

Non è una questione di fede personale, come per la storia della donna dal flusso di sangue (Luca 8:43-48); non è neanche una questione di fede in termini di quantità, come per la storia dei discepoli (Luca 17:6); e non è nemmeno una questione di fede in termini di potenza contro le tenebre, come per la storia dell'indemoniato di Gerasa (Luca 8:26-39).

La fede esercita un'azione completa al solo camminare di Gesù, che guarisce e libera con solamente la Sua Presenza, o al solo tocco. La storia del cieco fin dalla nascita, raccontata da Giovanni in questo capitolo, nasconde un significato più profondo di quello che può riguardare la risoluzione di un problema unicamente fisico. Gesù attua tutta una serie di "movimenti": la saliva, il fango, e infine la vasca, quando avrebbe potuto dire soltanto una parola e a quel cieco la vista sarebbe ritornata all'istante.

Leggendo la storia di questo pover'uomo, possiamo comprendere che la gente del popolo imputava la sua condizione come conseguenza di un grave peccato che qualcuno della sua famiglia, o lui stesso, avrebbe commesso; in questo modo avrebbero attirato su se stessi una sorta di maledizione. In parte questa interpretazione ha del veritiero, perché la legge di Mosè avvertiva su queste "dinamiche" (che poi approfondiremo). Anche i discepoli, che conoscevano la legge, chiedevano spiegazioni al Maestro al riguardo; Egli, ancora una volta, viene a fare luce sulle cose di Dio, non "abolendo quella legge, ma portandola a compimento".

La storia del cieco fin dalla nascita è l'antitesi di quella convinzione. Gesù, con l'azione della saliva, del fango e della vasca, stava a dimostrare il compimento della legge per opera della Salvezza che Lui stesso era chiamato a testimoniare. Il fango rappresenta il peccato, il quale rende "ciechi" dinanzi all'opera della Salvezza, non tanto come condizione fisica, quanto spirituale; il lavarsi nella vasca, il battesimo in acqua, rappresenta il "lavaggio per eccellenza" dal peccato, e libera la vista in modo tale da poter riconoscere e comprendere le opere di Dio che sono nascoste nel mistero della Salvezza. "Chi non è nato di nuovo non può vedere le cose del Regno", è quello che spiega Gesù ad un dottore della Parola, Nicodemo, al capitolo 3 del vangelo di Giovanni.

A questo, è servita la testimonianza della guarigione del cieco della storia di oggi. Non tanto a liberarlo da una condizione fisica e dal disagio di una portata enorme, quanto a quella interiore dell'essere umano, uomo o donna privi di Salvezza, che è ben peggiore di un malessere fisico ma che, se ottenuta, può esondare a tal punto da liberare e guarire partendo dall'intimo fino a raggiungere confini di altri cuori bisognosi di questo miracolo. Tutto purché ci sia luce....

"Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori perché sia nato cieco? Gesù rispose: né lui ha peccato, né i suoi genitori, ma è così affinché le opere di Dio siano manifestate in lui. Bisogna che io compia le opere di Colui che mi ha mandato mentre è “giorno”; la “notte” viene in cui nessuno può operare. Mentre sono nel mondo, Io sono la luce del mondo". (Giovanni 9:2-5)

Una luce che, vedremo, aprirà la comprensione non solo della realtà che viviamo, ma della Verità che ci permette di guardare oltre. A domani con il seguito!

Martina Mingione