Scoprire le Scritture: Scoprire i tesori nascosti nella Bibbia dalle Scritture Ebraiche e fare luce su storie familiari in modo nuovoCampione

Alla fine di due anni interi. (Gen. 41:1)

Nella storia di Giuseppe, in Genesi 41:1 leggiamo: “Alla fine di due anni interi, il faraone ebbe un sogno”. Tuttavia, se letto in ebraico c'è una leggera differenza: miketz shnataim yamim (מִקֵּץ שְׁנָתַיִם יָמִים), alla fine di “due anni di giorni”. La parola yamim, giorni, non compare in nessuna traduzione. Le traduzioni parlano solo di “due anni”, ma il testo originale parla di “due anni di giorni”. Come mai?

Il testo ebraico trasmette una verità molto profonda: per Giuseppe, questo periodo in prigione consisteva di due anni fatti di tanti singoli giorni, pieni di angosce, dolori, nuove speranze e nuove delusioni. Ogni giorno sceglieva di fidarsi di Dio, a prescindere da quanto fosse esausto o deluso. La parola “giorni” qui ci assicura che Dio ha visto ogni singolo giorno della prigionia di Giuseppe: conosceva il dolore e l'angoscia di ciascuno di essi.

Non siamo tutti così? Anche se la nostra vita è misurata in anni, questi consistono di giorni pieni di sfide e scelte, speranze e delusioni. Ogni singolo giorno dobbiamo scegliere di fidarci di Lui nonostante le circostanze e il dolore, l'angoscia e le delusioni.

Ancora oggi, in ebraico, la parola “giorni”, quando si parla di tempo, viene spesso aggiunta: una settimana di giorni, un mese di giorni (שבוע ימים, חודש ימים). La bellezza e la profondità dell'ebraico rendono il messaggio molto chiaro: la nostra vita è misurata in anni, mesi o settimane che consistono in giorni pieni di sfide e scelte, speranze e delusioni. Dio vede e conosce ognuno di questi giorni.