Scoprire le Scritture: Scoprire i tesori nascosti nella Bibbia dalle Scritture Ebraiche e fare luce su storie familiari in modo nuovoCampione
In Genesi 15, assistiamo ad una conversazione sorprendente tra Dio e Abramo. Qui, per la prima volta in assoluto, Abramo esprime al Signore il suo grande dolore.
Abramo disse: Dio, Signore, che mi darai? Poiché io me ne vado senza figli. (Gen. 15:2)
Non sappiamo se sia stata una decisione presa consapevolmente in anticipo, o se semplicemente non sia riuscito a trattenere il suo dolore e la sua delusione. Tutto ciò che sappiamo è che, quando Dio dice ad Abramo: "La tua ricompensa sarà grandissima", invece di umile e mite gratitudine, sentiamo un lamento pieno di risentimento: "Signore Dio, cosa mi darai? Me ne vado senza figli". Come reagisce Dio a questa lamentela?
In ebraico, le parole di Abramo suonano ancora peggio: "Anohi oleh ariri!" La parola ariri (ערירי con ayin) significa non solo "senza figli", ma ha anche la connotazione di "solo, abbandonato, lasciato". Inoltre, questa parola suona così vicina alla radice "maledizione" (ארירה con alef), che l'amarezza di questa affermazione è davvero travolgente: sono maledetto perché non ho figli e tu parli di ricompensa?
Signore Dio, cosa mi darai? Poiché Io me ne vado senza figli!
Inoltre, Abramo ripete questa lamentela due volte: il terzo versetto ripete il secondo, con lo stesso atteggiamento risentito, quasi arrabbiato: "Non mi hai dato discendenza!" Possiamo capire il dolore di Abramo: ha aspettato così a lungo; questo dolore e questa delusione gli vengono costantemente ricordate dall'ironia del suo nome: אברם, Av-Ram, "padre eccelso". Ha portato questo nome per ottantacinque anni, eppure è ancora senza figli.
Sorprendentemente, dopo questo discorso amaro, invece del previsto rimprovero e riprensione, Dio lo porta fuori e dice: “Guarda il cielo e conta le stelle se puoi contarle”.
In ebraico, questa frase הַבֶּט־נָא הַשָּׁמַיְמָה (hebet-nah hashamaymah) include una parola molto interessante – נָ א (na) – la particella ebraica di supplica: per favore, ti prego! Questa particella è usata tipicamente per rendere un discorso più formale e cortese, e di solito sono le persone che dicono “na” a Dio, non il contrario (un famoso esempio è la parola נא, hoshi'a na, nel Salmo 118:25, da dove viene Osanna). Qui, però, assistiamo a qualcosa di unico: Dio stesso dice “na” ad Abramo e, in questo caso, ciò rende le Sua parole ancora più emotive e tenere.
Attraverso questa piccola parola, completamente persa nella traduzione, possiamo vedere con quanta attenzione, amore e cura, Dio parla ad Abramo nonostante la sua amara lamentela. E poi Abramo sente queste meravigliose parole: "Colui che nascerà da te sarà tuo erede" (Gen. 15:4).
Scrittura
Riguardo questo Piano
In questo Piano potrai scoprire i tesori nascosti delle Scritture attraverso la lingua ebraica. Rimarrai sorpreso e benedetto dalla ricchezza del significato del testo ebraico. Iniziamo il nostro viaggio! Spero, e prego, che possa essere davvero sorprendente ed aprire i tuoi occhi!
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Vorremmo ringraziare Cesario Bortone per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: https://www.instagram.com/bortonecesario_jesus_lover