Chronos vs Kairos, il tempo propizio non è il tempo previsto, Parte ICampione
Giorno 6: L’attesa è preparazione
Nei giorni precedenti abbiamo compreso che spesso è necessario aspettare un po' prima che le promesse del Signore possano compiersi.
Non possiamo con certezza stabilire quanto tempo passerà. Non esiste infatti una regola: non sempre sono necessari quattordici anni, come nel caso di Giacobbe, ma spesso i tempi possono sembrare eccessivi.
Ci basti sapere che per Dio lo scorrere del tempo è totalmente diverso dell'uomo, e il nostro “aspettare” ha un perché del tutto ragionevole.
Un altro personaggio che fa parte della storica saga patriarcale del popolo israelita ci viene in aiuto: Mosè.
Leggendo la sua storia, che troviamo nel libro dell'Esodo, salta subito all’occhio che il Signore sembra accorgersi dell’afflizione del popolo israelita, che invece era sotto la schiavitù egiziana da 400 anni, proprio quando sta parlando con Mosè.
Il popolo ebraico si trasferì in Egitto sotto il governo di Giuseppe, figlio di Giacobbe. Questi, dopo essere stato venduto dai suoi fratelli come schiavo, dopo una serie di peripezie, diventa viceré d’Egitto e salva l’Egitto e i suoi fratelli da sette lunghi anni di carestia. Israele si trasferisce così a Goscen e si moltiplica, terrorizzando con il suo numero il faraone successivo, il quale organizza un programma di lavori forzati per rallentare la crescita demografica: tenta di corrompere le levatrici al fine di uccidere i nascituri. Tuttavia questo piano ha breve durata perché essi si moltiplicavano sempre di più. Quindi, decide di uccidere tutti i primogeniti maschi e rendere ancora più pesanti i lavori degli schiavi ebrei. Solo Mosè sopravvive e viene cresciuto fortuitamente dalla figlia del faraone, dopo essere stato miracolosamente salvato dalle acque.
Sono passati 400 anni, le pene del faraone sono dure ma il Signore non si vede e non si sente.
Un giorno Mosè, che sentiva l’appartenenza al suo popolo originario, seppur in maniera inconscia, uccide una guardia che maltrattava un suo connazionale. Successivamente fugge via nel paese di Madian, incontra Ietro, un capo tribù beduino, sposa sua figlia Sefora e vive per 40 anni da pastore.
Poi un bel giorno incontra Dio mediante un pruno ardente che non si consumava: Dio finalmente risponde.
E Dio gli da’ un ordine: andare a liberare il suo popolo, quello a cui Mosè apparteneva, perché ha udito il suo grido.
Quello che mi è saltato all’occhio è che il testo sembra esprimere in maniera velata che soltanto in quel momento Dio si sia accorto di tutta la sofferenza che la Sua gente, l’unico popolo che credeva in Lui all’epoca, stesse vivendo.
Scrittura
Riguardo questo Piano
Tante volte ci siamo chiesti perché Dio non ci benedice nell'immediato e ci domandiamo se ci stia davvero ascoltando. Alcune volte pensiamo addirittura che le Sue benedizioni arrivino in ritardo. Se, come me, combatti contro l'impazienza questo è il Piano che fa per te.
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Vorremmo ringraziare Vanessa Natoli per aver fornito questo piano. Per maggiori informazioni per favore visita: https://www.youtube.com/channel/UCNH5Yf6iVlSsfLSmkRs6kXQ