Campi Nuovi - Servire Dio Oltre I Nostri LimitiCampione

Giorno 8

Persone a Cristo e non a noi

Quando eravamo ancora un piccolo gruppo casalingo, abbiamo visto la vera prima trasformazione in un ragazzo, all’epoca aveva 23 o 24 anni.

Dopo qualche sera di benedizioni speciali e dopo aver assaporato per la prima volta la presenza di Dio, si presentò alla riunione successiva con un volto raggiante e diverso. Con una gioia nuova nel cuore mi disse: “Ti sei accorto del mio cambiamento?” (si riferiva a cose esteriori). Gli dissi con affetto che non avevo mai prestato tanta attenzione alle cose esteriori ma che avevo piacere nel sapere che lui si sentisse un uomo nuovo.

Una nuova vita, ed anche una nuova presenza esteriore prendeva forma in lui.

Nessuno aveva detto nulla, non si era mai parlato di vestiario o di cose da modificare o togliere, ma qualcosa, o qualcuno, iniziava a lavorare dentro di sé.

Il suo sguardo era completamente cambiato.

Alcuni giovani che erano presenti e che lo conoscevano, si accorsero subito di questa trasformazione. Era una persona nuova, il suo volto era luminoso. Prima avevano paura a guardarlo negli occhi, il suo sguardo era severo e minaccioso, ma ora non più.

Solo dopo alcuni anni mi ha confidato che nelle sue giacche usava portare dei coltelli ma, senza nessuna premura da parte nostra, si era sbarazzato di tutto.

Quando avviciniamo le persone a Cristo dobbiamo vedere l’opera di Dio nella loro vita, la Sua impronta e non la nostra, facendo molta attenzione a non avvicinarli “a nostra immagine e somiglianza”, a noi ed al nostro modo di vedere e pensare.

Dio farà l’opera Sua, se lo permetteranno; non cambiamo le persone, né le convinciamo. Annunciamo un Cristo vivente che deve manifestarsi in loro.