Un matrimonio secondo il cuore di DioCampione

Una sana economia

Un aspetto della vita matrimoniale da non trascurare assolutamente è una sana economia. Se non hai almeno un minimo di sostentamento per te e la tua futura famiglia, perché invischiarsi in situazioni che potrebbero generare ansia, preoccupazione e tensioni?

Qualcuno potrebbe obiettare, considerando il contesto in cui viviamo. Le difficoltà economiche e lavorative sono sotto gli occhi di tutti, ma Dio non è cambiato. Ancora può provvedere, aprire porte e tracciare strade dove prima non c’erano altro che muri o deserto. Ricordo quando con mia moglie, all’epoca la mia fidanzata, decidemmo di sposarci. Io lavoravo nel telemarketing di un’azienda di sistemi di riposo (in pratica materassi) e mia moglie era baby-sitter. Sicuramente i nostri impieghi non erano stabili; sicuramente non avevamo certezze per il futuro, ma avevamo comunque qualcosa. A volte resto basito di fronte a delle giovani coppie che esprimono il loro desiderio di sposarsi senza avere alcun tipo di impiego o addirittura frequentando ancora la scuola; come si può pensare ad una vita economica insieme in questa condizione?

Non sto affermando che dovete aspettare il fatidico contratto a tempo indeterminato o la vincita di un concorso pubblico per il posto fisso né di avere una forte indipendenza economica; il mio consiglio è di avere almeno una fonte di sostentamento. Sarà poi Dio a provvedere giorno dopo giorno perché Egli non lascia e non abbandona.

La base di una sana economia domestica è quindi avere fede nella fedeltà di Dio, ma non solo. Una sana economia domestica non è guidata dall’amore del denaro. Come ripeto spesso nella nostra missione ed ai giovani che Dio mi dà grazia di formare, alcune cose non sono sbagliate, quanto piuttosto il loro uso. Il denaro non è sbagliato, ma l’amore per esso è la radice di ogni male; è interessante il termine usato, la radice. La radice è la parte più bassa e nascosta di una pianta o di un albero, ed allo stesso modo l’amore per il denaro si nasconde, nella parte più profonda e intima del cuore e piano piano cresce per portare un frutto di male.

Non è sbagliato possedere più del dovuto, è sbagliato desiderare e affannarsi per averlo. Essere nell’indigenza non è evidenza di mancanza di benedizione. Qualche verso prima l’apostolo scrive a Timoteo: avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti. Siate pronti a essere contenti di quello che avete, a indirizzare i vostri pensieri verso le cose onorevoli e spirituali; non è una giustificazione a essere inetti, sfaticati o scansafatiche, ma solo un’indicazione per le giuste priorità senza vivere al di sopra delle vostre possibilità.