Cantico dei Cantici 2:9-17
Cantico dei Cantici 2:9-17 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
L’amico mio è simile a una gazzella, o a un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro e guarda per la finestra, lancia occhiate attraverso le persiane. Il mio amico parla e mi dice: «Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, poiché ecco, l’inverno è passato, il tempo delle piogge è finito, se n’è andato; i fiori spuntano sulla terra, il tempo del canto è giunto e la voce della tortora si fa udire nella nostra campagna. Il fico ha messo i suoi frutti, le viti fiorite esalano il loro profumo. Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni». Mia colomba, che stai nelle fessure delle rocce, nel nascondiglio delle balze, mostrami il tuo viso, fammi udire la tua voce; poiché la tua voce è soave e il tuo viso è bello. Prendeteci le volpi, le volpicine che guastano le vigne, poiché le nostre vigne sono in fiore! Il mio amico è mio e io sono sua: di lui, che pastura il gregge fra i gigli. Prima che spiri la brezza del giorno e che le ombre fuggano, torna, amico mio, come la gazzella o il cerbiatto sui monti che ci separano!
Cantico dei Cantici 2:9-17 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
L'amico mio è simile a una gazzella, o a un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro e guarda per la finestra, lancia occhiate attraverso le persiane. Il mio amico parla e mi dice: «Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, poiché, ecco, l'inverno è passato, il tempo delle piogge è finito, se n'è andato; i fiori spuntano sulla terra, il tempo del canto è giunto, e la voce della tortora si fa udire nella nostra campagna. Il fico ha messo i suoi frutti, le viti fiorite esalano il loro profumo. Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni». Mia colomba, che stai nelle fessure delle rocce, nel nascondiglio delle balze, mostrami il tuo viso, fammi udire la tua voce; poiché la tua voce è soave, e il tuo viso è bello. Prendeteci le volpi, le volpicine che guastano le vigne, poiché le nostre vigne sono in fiore! Il mio amico è mio, e io sono sua: di lui, che pastura il gregge fra i gigli. Prima che spiri la brezza del giorno e che le ombre fuggano, torna, amico mio, come la gazzella o il cerbiatto sui monti che ci separano!
Cantico dei Cantici 2:8-17 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Sento la voce del mio amore, eccolo, arriva! Salta per le montagne, come fa la gazzella; corre sulle colline, veloce come un cerbiatto. Eccolo, sta dietro al nostro muro; guarda dalla finestra, spia dalle persiane. Ora, il mio amore mi parla: Andiamo, amica mia, mia bella, vieni. È finito l’inverno, sono terminate le piogge. Già spuntano i fiori nei campi, la stagione del canto ritorna. Si sente cantare la tortora nelle nostre campagne. I fichi già danno i primi frutti, le viti sono in fiore e mandano il loro profumo. Andiamo, amica mia, mia bella, vieni. Colomba mia, nascosta nelle fessure delle rocce, in nascondigli segreti, fammi vedere il tuo viso, fammi ascoltare la tua voce; perché la tua voce è soave, il tuo viso è grazioso. Catturateci le volpi; le piccole volpi che ci devastano le vigne proprio ora che sono fiorite. Il mio amore è mio come io sono sua. Egli pascola tra i gigli. Prima che soffi la brezza della sera e le ombre si allunghino, ritorna, amore mio, tra le colline degli aromi, veloce come una gazzella o un cerbiatto.
Cantico dei Cantici 2:9-17 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
L'amico mio è simile ad un cavriuolo, O ad un cerbiatto; Ecco ora sta dietro alla nostra parete, Egli riguarda per le finestre, Egli si mostra per i cancelli. Il mio amico mi ha fatto motto, e mi ha detto: Levati, amica mia, bella mia, e vientene. Perciocchè, ecco, il verno è passato; Il tempo delle gran piogge è mutato, ed è andato via; I fiori si veggono sulla terra; Il tempo del cantare è giunto, E s'ode la voce della tortola nella nostra contrada. Il fico ha messi i suoi ficucci, E le viti fiorite rendono odore; Levati, amica mia, bella mia, e vientene. O colomba mia, che stai nelle fessure delle rocce, Ne' nascondimenti de' balzi, Fammi vedere il tuo aspetto, Fammi udir la tua voce; Perciocchè la tua voce è soave, e il tuo aspetto è bello. Pigliateci le volpi, Le piccole volpi che guastano le vigne, Le nostre vigne fiorite. Il mio amico è mio, ed io son sua; Di lui, che pastura la greggia fra i gigli. Ritornatene, amico mio, A guisa di cavriuolo o di cerbiatto, Sopra i monti di Beter, Finchè spiri l'aura del giorno, E che le ombre se ne fuggano.