Lettera ai Filippesi 1:1-26
Lettera ai Filippesi 1:1-26 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi, con i vescovi e con i diaconi: grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. Io ringrazio il mio Dio di tutto il ricordo che ho di voi; e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia a motivo della vostra partecipazione al vangelo, dal primo giorno fino ad ora. E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un’opera buona la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. Ed è giusto che io senta così di tutti voi, perché io vi ho nel cuore, voi tutti che, tanto nelle mie catene quanto nella difesa e nella conferma del vangelo, siete partecipi con me della grazia. Infatti Dio mi è testimone come io vi ami tutti con affetto profondo in Cristo Gesù. E prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. Desidero che voi sappiate, fratelli, che quanto mi è accaduto ha piuttosto contribuito al progresso del vangelo; al punto che a tutti quelli del pretorio e a tutti gli altri è divenuto noto che sono in catene per Cristo; e la maggioranza dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno avuto più ardire nell’annunciare senza paura la parola di Dio. Vero è che alcuni predicano Cristo anche per invidia e per rivalità; ma ce ne sono anche altri che lo predicano di buon animo. Questi lo fanno per amore, sapendo che sono incaricato della difesa del vangelo; ma quelli annunciano Cristo con spirito di rivalità, non sinceramente, pensando di provocarmi qualche afflizione nelle mie catene. Che importa? Comunque sia, con ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunciato; di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora; so infatti che ciò tornerà a mia salvezza, mediante le vostre suppliche e l’assistenza dello Spirito di Gesù Cristo, secondo la mia viva attesa e la mia speranza di non aver da vergognarmi di nulla; ma che con ogni franchezza, ora come sempre, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia con la vita, sia con la morte. Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. Ma se il vivere nella carne porta frutto all’opera mia, non saprei che cosa preferire. Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; ma, dall’altra, il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi. Ho questa ferma fiducia: che rimarrò e starò con tutti voi per il vostro progresso e per la vostra gioia nella fede, affinché, a motivo del mio ritorno in mezzo a voi, abbondi il vostro vanto in Cristo Gesù.
Lettera ai Filippesi 1:1-26 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
*Paolo e *Timoteo, servi di Cristo Gesú, a tutti i santi in Cristo Gesú che sono in *Filippi, con i *vescovi e con i *diaconi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesú Cristo. Io ringrazio il mio Dio di tutto il ricordo che ho di voi; e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia a motivo della vostra partecipazione al *vangelo, dal primo giorno fino a ora. E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesú. Ed è giusto che io senta cosí di tutti voi, perché io vi ho nel cuore, voi tutti che, tanto nelle mie catene quanto nella difesa e nella conferma del vangelo, siete partecipi con me della grazia. Infatti Dio mi è testimone come io vi ami tutti con affetto profondo in Cristo Gesú. E prego che il vostro amore abbondi sempre piú in conoscenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesú Cristo, a gloria e lode di Dio. Desidero che voi sappiate, fratelli, che quanto mi è accaduto ha piuttosto contribuito al progresso del vangelo; al punto che a tutti quelli del *pretorio e a tutti gli altri è divenuto noto che sono in catene per Cristo; e la maggioranza dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno avuto piú ardire nell'annunciare senza paura la parola di Dio. Vero è che alcuni predicano Cristo anche per invidia e per rivalità; ma ce ne sono anche altri che lo predicano di buon animo. Questi lo fanno per amore, sapendo che sono incaricato della difesa del vangelo; ma quelli annunziano Cristo con spirito di rivalità, non sinceramente, pensando di provocarmi qualche afflizione nelle mie catene. Che importa? Comunque sia, con ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunziato; di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora; so infatti che ciò tornerà a mia salvezza, mediante le vostre suppliche e l'assistenza dello Spirito di Gesú Cristo, secondo la mia viva attesa e la mia speranza di non aver da vergognarmi di nulla; ma che con ogni franchezza, ora come sempre, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia con la vita, sia con la morte. Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. Ma se il vivere nella carne porta frutto all'opera mia, non saprei che cosa preferire. Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; ma, dall'altra, il mio rimanere nel corpo è piú necessario per voi. Ho questa ferma fiducia: che rimarrò e starò con tutti voi per il vostro progresso e per la vostra gioia nella fede, affinché, a motivo del mio ritorno in mezzo a voi, abbondi il vostro vanto in Cristo Gesú.
Lettera ai Filippesi 1:1-26 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Paolo e Timòteo, servitori di Gesù *Cristo, scrivono a tutti voi della comunità cristiana di Filippi, compresi vescovi e diaconi. Dio, nostro Padre e Gesù Cristo, il Signore, diano a voi grazia e pace. Ogni volta che mi ricordo di voi ringrazio il mio Dio. Con gioia prego per voi, perché dal primo giorno fino a oggi mi avete aiutato a diffondere il messaggio del *Vangelo. Io sono sicuro che Dio, il quale ha iniziato in voi un buon lavoro, lo condurrà a termine per il ritorno di Gesù Cristo. È giusto che io pensi così di voi, perché vi porto sempre nel cuore. Infatti voi tutti partecipate con me alla grazia che Dio mi ha concesso, grazia di difendere fermamente l’annunzio di Cristo, sia quando ero libero sia ora che sono in prigione. Dio mi è testimone che ho per tutti voi un grande affetto, fondato nell’amore di Gesù Cristo. Ed ecco ciò che chiedo a Dio per voi: che il vostro amore aumenti sempre di più in conoscenza e in sensibilità, in modo che sappiate prendere decisioni giuste. Così, nel giorno in cui Cristo vi giudicherà, risulterete senza colpe e non si potrà dire nulla contro di voi. Sarete trovati ricchi di opere buone, quelle che Gesù Cristo compie in voi per la gloria e l’onore di Dio. Desidero che sappiate questo, fratelli: la situazione in cui mi trovo ha giovato alla diffusione del *Vangelo. Nel palazzo del governatore e fuori, tutti ora sanno che io sono in prigione per la causa di *Cristo. La maggioranza dei fratelli, proprio perché io sono in carcere, ha acquistato una fiducia più grande nel Signore, e annunziano la parola di Dio con più decisione e senza paura. Alcuni, è vero, predicano Cristo solo per gelosia e in polemica con me; ma gli altri lo fanno con sincerità. Questi agiscono per amore, sapendo che mi trovo qui per difendere la parola del Signore; quelli, invece, spinti da invidia, non annunziano Cristo con sincerità e pensano di aggravare le mie sofferenze ora che sono in prigione. Ma che importa? In ogni modo, o per invidia o con sincerità, Cristo è annunziato. Di questo sono contento e continuerò a esserlo. So che quanto mi accade servirà per il mio bene, perché voi pregate per me e lo *Spirito di Gesù Cristo mi aiuta. Per questo aspetto con impazienza, e spero di non vergognarmi, ma di saper parlare con piena franchezza. Anzi ho piena fiducia che, ora come sempre, Cristo agirà con potenza servendosi di me, sia che io continui a vivere sia che io debba morire. Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se la mia vita può ancora essere utile al mio lavoro di *apostolo, non so che cosa scegliere. Sono spinto da opposti desideri: da una parte desidero lasciare questa vita per essere con Cristo, e ciò sarebbe certamente per me la cosa migliore!; dall’altra, è molto più utile per voi che io continui a vivere. Convinto di questo, so che resterò e continuerò a rimanere con voi tutti per aiutarvi ancora, e perché proviate quella gioia che viene dalla fede. Così avrete un motivo di più per lodare Gesù Cristo, a causa del mio ritorno tra voi.
Lettera ai Filippesi 1:1-26 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
PAOLO, e Timoteo, servitori di Gesù Cristo, a tutti i santi in Cristo Gesù, che sono in Filippi, co' vescovi e diaconi. Grazia a voi e pace, da Dio nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo. IO rendo grazie all'Iddio mio, di tutta la memoria che io ho di voi (facendo sempre, con allegrezza, preghiera per tutti voi, in ogni mia orazione); per la vostra comunione nell'evangelo, dal primo dì infino ad ora. Avendo di questo stesso fidanza: che colui che ha cominciata in voi l'opera buona, la compierà fino al giorno di Cristo Gesù. Siccome è ragionevole che io senta questo di tutti voi; perciocchè io vi ho nel cuore, voi tutti che siete miei consorti nella grazia, così ne' miei legami, come nella difesa, e confermazione dell'evangelo. Perciocchè Iddio m'è testimonio, come io vi amo tutti affettuosamente con la tenerezza di Gesù Cristo. E di questo prego che la vostra carità abbondi sempre di più in più in conoscenza, ed in ogni intendimento. Affinchè discerniate le cose migliori; acciocchè siate sinceri, e senza intoppo, per lo giorno di Cristo; ripieni di frutti di giustizia, che son per Gesù Cristo; alla gloria, e lode di Dio. ORA, fratelli, io voglio che sappiate che i fatti miei son riusciti a maggiore avanzamento dell'evangelo; talchè i miei legami son divenuti palesi in Cristo, in tutto il pretorio, e a tutti gli altri. E molti de' fratelli nel Signore, rassicurati per i miei legami, hanno preso vie maggiore ardire di proporre la parola di Dio senza paura. Vero è, che ve ne sono alcuni che predicano anche Cristo per invidia e per contenzione, ma pure ancora altri che lo predicano per buona affezione. Quelli certo annunziano Cristo per contenzione, non puramente; pensando aggiungere afflizione a' miei legami. Ma questi lo fanno per carità, sapendo che io son posto per la difesa dell'evangelo. Ma che? pure è ad ogni modo, o per pretesto o in verità, Cristo annunziato; e di questo mi rallegro, anzi ancora me ne rallegrerò per l'avvenire. Poichè io so che ciò mi riuscirà a salute, per la vostra orazione, e per la somministrazione dello Spirito di Gesù Cristo; secondo l'intento e la speranza mia, che io non sarò svergognato in cosa alcuna; ma che, con ogni franchezza, come sempre, così ancora al presente, Cristo sarà magnificato nel mio corpo, o per vita, o per morte. Perciocchè a me il vivere è Cristo, e il morire guadagno. Or io non so se il vivere in carne mi è vantaggio, nè ciò che io debbo eleggere. Perciocchè io son distretto da' due lati; avendo il desiderio di partire di quest'albergo, e di esser con Cristo, il che mi sarebbe di gran lunga migliore; ma il rimanere nella carne è più necessario per voi. E questo so io sicuramente: che io rimarrò, e dimorerò appresso di voi tutti, all'avanzamento vostro, e all'allegrezza della vostra fede. Acciocchè il vostro vanto abbondi in Cristo Gesù, per me, per la mia presenza di nuovo fra voi.