Una Vita Fedele in Terra Infedele - Studio Indicato per DonneCampione

Le letture di questa settimana ci hanno mostrato che, anche se l’esilio era difficile per il popolo di Dio, Egli era comunque con loro e li voleva benedire proprio lì in Babilonia.

Daniele ci parla di quattro giovani, compreso se stesso. Probabilmente erano adolescenti presi dalle loro famiglie in Giudea e portati a Babilonia. Erano stati selezionati per essere parte di un programma di formazione di tre anni. Sarebbero state insegnate loro nozioni di letteratura, di lingua, di cultura e degli dèi di Babilonia. L’intenzione era fare di loro future guide del popolo totalmente integrati nella cultura babilonese, che secondo i babilonesi era la migliore.

Ogni cosa sarebbe cambiata per questi giovani uomini, perfino i loro nomi. Nella Bibbia, il significato dei nomi è sempre molto importante. Ogni nome aveva un significato che parlava di Dio:

• Daniele: Dio è il mio giudice
• Anania: Il Signore è pieno di grazia
• Misael: Chi è come Dio?
• Azaria: Il Signore ha aiutato

I loro nuovi nomi parlavano degli dèi di Babilonia e avevano significati tipo ‘commento del dio Aku’ o ‘servo del dio Nego’. Ogni cosa avrebbe sfidato quello che era stato loro insegnato in Giuda. In che modo avrebbero scelto di vivere? Avrebbero potuto sentirsi a casa in Babilonia ed essere fedeli a Dio?

Anche noi viviamo in una cultura che cerca di sfidare quello che la Bibbia insegna. Le stesse domande che Daniele e i suoi amici dovevano affrontare sono le stesse che noi credenti ci facciamo oggi. Come possiamo sentirci a nostro agio in questa cultura ed essere fedeli a Dio? Abbiamo bisogno di rinnovare la nostra mente ogni giorno con la Parola di Dio. Più conosciamo Dio, più saremo capaci di confidare in Lui e sapere che le Sue vie sono le migliori, anche quando non capiamo cosa sta succedendo.