Che l'unzione dell'asino sia con te!Campione

L’unzione di Issacar.

Hai mai sentito parlare di Issacar? Il figlio di Giacobbe? Ti dice nulla? Issacar fu il nono dei 12 figli di Giacobbe, il quinto con la prima moglie, Lia. Nel capitolo 49 di Genesi, Giacobbe, prima di morire, benedice ognuno dei suoi figli.

A Giuseppe dice: tu sei un albero che porta frutto. A Ruben dice: tu sei impetuoso come l’acqua. A Giuda dice: tu sei un giovane leone. Poi si avvicina Neftali e gli dice: tu sei come un cervo libero, poi arriva da Issacar e gli dice tu sei… un asino.

Ora, prova ad immaginare tuo padre che sta benedicendo te e i tuoi fratelli, dicendo un sacco di cose molto belle su di loro, e quando arriva il tuo momento ti dice: tu sei un asino!

Detto così sembrerebbe più un’offesa che una benedizione, ma lascia che ti spieghi meglio cosa significava. Facendo un po’ di ricerche, ho trovato delle cose molto interessanti sull’asino.

L’asino è tradizionalmente conosciuto come un animale da “soma”, cioè un animale utilizzato per trasportare carichi, portare pesi. Gli asini sono stati impiegati per migliaia di anni in molte culture per il loro ruolo nel trasporto di beni e persone su terreni difficili, dove per altri mezzi di trasporto sarebbe stato difficile arrivare. Non è veloce ma è resistente.

Non corre come il cavallo, ma è costante e persistente.

E in questo periodo storico più che mai, Dio è alla ricerca di una generazione disposta a portare carichi pesanti, ragazzi e ragazze disposti ad accettare missioni impossibili (perché per quelle possibili c’è la fila). Questo non è il tempo delle superstar spirituali o dei cavalli da corsa, ma degli asini forti e resistenti.

Dio sta cercando gente disposta a portare pesi, non ad aspettarsi applausi. Sicuramente la velocità ha la sua importanza, eppure oggi ci sono tanti “cavalli” che vanno veloci, ma che non vanno da nessuna parte.

Fa questa piccola e pericolosa preghiera: “Dio desidero l’unzione di Issacar, un’unzione di forza, costanza e resistenza. Voglio andare dove per molti è difficile andare, senza stancarmi e senza arrendermi. Nel nome di Gesù, amen!”.