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Vangelo secondo Matteo 26:31-75

Vangelo secondo Matteo 26:31-75 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Allora Gesù disse loro: «Questa notte voi tutti avrete in me un’occasione di caduta; perché è scritto: “Io percuoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse”. Ma dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea». Pietro, rispondendo, gli disse: «Quand’anche tu fossi per tutti un’occasione di caduta, non lo sarai mai per me». Gesù gli disse: «In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E Pietro a lui: «Quand’anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». E lo stesso dissero pure tutti i discepoli. Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. Allora disse loro: «L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare con me un’ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti. Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina, e il Figlio dell’uomo è dato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino». Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei dodici, e insieme a lui una gran folla con spade e bastoni, da parte dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo. Colui che lo tradiva aveva dato loro un segnale, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; prendetelo». E in quell’istante, avvicinatosi a Gesù, gli disse: «Ti saluto, Rabbì!» e lo baciò. Ma Gesù gli disse: «Amico, che cosa sei venuto a fare?» Allora, avvicinatisi, misero le mani addosso a Gesù e lo presero. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, stesa la mano, tirò fuori la sua spada e, colpito il servo del sommo sacerdote, gli recise l’orecchio. Allora Gesù gli disse: «Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada periranno di spada. Credi forse che io non potrei pregare il Padre mio che mi mandi in questo istante più di dodici legioni d’angeli? Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo le quali bisogna che così avvenga?» In quel momento Gesù disse alla folla: «Voi siete usciti con spade e bastoni, come contro un brigante, per prendermi. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare e voi non mi avete preso; ma tutto questo è avvenuto affinché si adempissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. Quelli che avevano preso Gesù lo condussero da Caiafa, sommo sacerdote, presso il quale erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro lo seguiva da lontano, finché giunsero al cortile del sommo sacerdote; ed entrò, mettendosi a sedere con le guardie, per vedere come la vicenda sarebbe finita. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù per farlo morire; e non ne trovavano, benché si fossero fatti avanti molti falsi testimoni. Alla fine se ne fecero avanti due, che dissero: «Costui ha detto: “Io posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». E il sommo sacerdote, alzatosi in piedi, gli disse: «Non rispondi nulla? Non senti quello che testimoniano costoro contro di te?» Ma Gesù taceva. E il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». Gesù gli rispose: «Tu l’hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nuvole del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti, dicendo: «Egli ha bestemmiato; che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?» Ed essi risposero: «È reo di morte». Allora gli sputarono in viso e gli diedero dei pugni e altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Indovina, Cristo! Chi ti ha percosso?» Pietro, intanto, stava seduto fuori nel cortile e una serva gli si avvicinò, dicendo: «Anche tu eri con Gesù il Galileo». Ma egli lo negò davanti a tutti, dicendo: «Non so che cosa dici». Come fu uscito nell’atrio, un’altra lo vide e disse a coloro che erano là: «Costui era con Gesù il Nazareno». Ed egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell’uomo». Di lì a poco, coloro che erano presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli, perché anche il tuo parlare ti fa riconoscere». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!» In quell’istante il gallo cantò. Pietro si ricordò delle parole di Gesù che aveva dette: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, andato fuori, pianse amaramente.

Vangelo secondo Matteo 26:31-75 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Allora Gesú disse loro: «Questa notte voi tutti avrete in me un'occasione di caduta; perché è scritto: “Io percoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse”. Ma dopo che sarò risuscitato, vi precederò in *Galilea». *Pietro, rispondendo, gli disse: «Quand'anche tu fossi per tutti un'occasione di caduta, non lo sarai mai per me». Gesú gli disse: «In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E Pietro a lui: «Quand'anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». E lo stesso dissero pure tutti i discepoli. Allora Gesú andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». E, andato un po' piú avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Cosí, non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti. Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino». Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei dodici, e insieme a lui una gran folla con spade e bastoni, da parte dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo. Colui che lo tradiva, aveva dato loro un segnale, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; prendetelo». E in quell'istante, avvicinatosi a Gesú, gli disse: «Ti saluto, Maestro!» e gli diede un lungo bacio. Ma Gesú gli disse: «Amico, che cosa sei venuto a fare?» Allora, avvicinatisi, gli misero le mani addosso e lo presero. Ed ecco, uno di quelli che erano con lui, stesa la mano, prese la spada, la sfoderò e, colpito il servo del sommo sacerdote, gli recise l'orecchio. Allora Gesú gli disse: «Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada. Credi forse che io non potrei pregare il Padre mio che mi manderebbe in questo istante piú di dodici *legioni d'angeli? Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo le quali bisogna che cosí avvenga?» In quel momento Gesú disse alla folla: «Voi siete usciti con spade e bastoni, come contro un brigante, per prendermi. Ogni giorno sedevo nel *tempio a insegnare e voi non mi avete preso; ma tutto questo è avvenuto affinché si adempissero le Scritture dei *profeti». Allora tutti i discepoli l'abbandonarono e fuggirono. Quelli che avevano preso Gesú, lo condussero da Caiafa, sommo sacerdote, presso il quale erano riuniti gli *scribi e gli anziani. Pietro lo seguiva da lontano, finché giunsero al *cortile del sommo sacerdote; ed entrò, mettendosi a sedere con le guardie, per vedere come la vicenda sarebbe finita. I capi dei sacerdoti e tutto il *sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesú per farlo morire; e non ne trovavano, benché si fossero fatti avanti molti falsi testimoni. Finalmente, se ne fecero avanti due che dissero: «Costui ha detto: “Io posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». E il sommo sacerdote, alzatosi in piedi, gli disse: «Non rispondi nulla? Non senti quello che testimoniano costoro contro di te?» Ma Gesú taceva. E il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il *Figlio di Dio». Gesú gli rispose: «Tu l'hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti, dicendo: «Egli ha bestemmiato; che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la sua bestemmia; che ve ne pare?» Ed essi risposero: «È reo di morte». Allora gli sputarono in viso e gli diedero dei pugni e altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «O Cristo profeta, indovina! Chi ti ha percosso?» Pietro, intanto, stava seduto fuori nel cortile e una serva gli si avvicinò, dicendo: «Anche tu eri con Gesú il Galileo». Ma egli lo negò davanti a tutti, dicendo: «Non so che cosa dici». Come fu uscito nell'atrio, un'altra lo vide e disse a coloro che erano là: «Anche costui era con Gesú *Nazareno». Ed egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell'uomo». Di lí a poco, coloro che erano presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli, perché anche il tuo parlare ti fa riconoscere». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!» In quell'istante il gallo cantò. Pietro si ricordò delle parole di Gesú che gli aveva dette: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, andato fuori, pianse amaramente.

Vangelo secondo Matteo 26:31-75 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Allora Gesù disse ai discepoli: «Questa notte tutti voi perderete ogni fiducia in me. Perché nella Bibbia c’è scritto: Ucciderò il *pastore e le pecore del gregge saranno disperse. Ma quando sarò risuscitato vi aspetterò in Galilea». Allora Pietro cominciò a dire: — Anche se tutti gli altri perderanno ogni fiducia in te, io non la perderò mai. Gesù replicò: — Io invece ti assicuro che questa notte, prima che il gallo canti, tre volte tu avrai detto che non mi conosci. Ma Pietro rispose: — Non dirò mai che non ti conosco, anche se dovessi morire con te! E così dissero anche tutti gli altri discepoli. Intanto Gesù arrivò con i discepoli in un luogo detto Getsèmani. Egli disse: «Restate qui mentre io vado là a pregare». Si fece accompagnare da Pietro e dai due figli di Zebedèo. Poi incominciò a essere triste e angosciato. Allora disse ai tre discepoli: «Una tristezza mortale mi opprime. Fermatevi qui e restate svegli con me». Andò un po’ avanti, si gettò con la faccia a terra e si mise a pregare. Diceva: «Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice di dolore! Però non si faccia come voglio io, ma come vuoi tu». Poi tornò indietro verso i discepoli, ma trovò che dormivano. Allora disse a Pietro: «Così non avete potuto vegliare con me nemmeno un’ora? State svegli e pregate per resistere nel momento della prova; perché la volontà è pronta ma la debolezza è grande». Per la seconda volta si allontanò e cominciò a pregare, e disse: «Padre mio, se proprio devo bere di questo calice di dolore, sia fatta la tua volontà». Poi ritornò dai discepoli e li trovò ancora che dormivano: non riuscivano a tenere gli occhi aperti. Per la terza volta Gesù si allontanò e andò a pregare ripetendo le stesse parole. Poi tornò verso i discepoli e disse: «Ma come, voi ancora dormite e riposate? Ecco, il momento è ormai vicino. Il *Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani di gente malvagia. Alzatevi, andiamo! Sta arrivando quello che mi tradisce». Mentre Gesù ancora parlava con i discepoli arrivò Giuda, uno dei *Dodici, accompagnato da molti uomini armati di spade e di bastoni. Erano stati mandati dai capi dei *sacerdoti e dalle altre autorità del popolo. Il traditore si era messo d'accordo con loro. Aveva stabilito un segno e aveva detto: «Quello che bacerò, è lui. Prendetelo». Intanto Giuda si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Maestro!». Poi lo baciò. Ma Gesù gli disse: «Amico, si faccia quello che sei venuto a fare». Quelli che erano venuti insieme a Giuda si fecero avanti, presero Gesù e lo arrestarono. Allora uno di quelli che erano con Gesù tirò fuori una spada e colpì il servo del *sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Ma Gesù gli disse: «Rimetti la spada al suo posto! Perché tutti quelli che usano la spada moriranno colpiti dalla spada. Che cosa credi? Non sai che io potrei chiedere aiuto al Padre mio e subito mi manderebbe più di dodici migliaia di *angeli? Ma in questo caso non si compirebbero le parole della *Bibbia. Essa dice che deve accadere così». Poi Gesù disse alla folla: «Siete venuti a prendermi con spade e bastoni, come se fossi un delinquente! Tutti i giorni stavo seduto nel Tempio a insegnare, e non mi avete mai arrestato. Ebbene, tutto questo è avvenuto perché si compia quel che hanno detto i *profeti nella Bibbia». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. Quelli che avevano arrestato Gesù lo portarono alla casa di Caifa, il *sommo sacerdote, dove si erano radunati i *maestri della Legge e le altre autorità. Pietro lo seguiva da lontano. Poi entrò anche nel cortile della casa e si sedette in mezzo ai servi per vedere come andava a finire. Intanto i capi dei sacerdoti e gli altri del tribunale cercavano una falsa accusa contro Gesù, per poterlo condannare a morte. Ma non la trovavano, anche se si erano presentati moltissimi testimoni falsi. Infine se ne presentarono altri due che dissero: «Una volta egli ha dichiarato: “Io posso distruggere il *tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Allora si alzò il *sommo sacerdote e gli disse: — Non rispondi nulla? Che cosa sono queste accuse contro di te? Ma Gesù rimaneva zitto. Poi il sommo sacerdote disse: — Per il Dio vivente, ti scongiuro di dirci se tu sei il *Messia, il *Cristo, il *Figlio di Dio. Gesù rispose: — Tu l’hai detto. Ma io vi dico che d'ora in poi vedrete il *Figlio dell'uomo seduto accanto a Dio Onnipotente; egli verrà sulle nubi del cielo. Allora il sommo sacerdote, scandalizzato, si strappò il mantello e disse: — Ha bestemmiato! Non c’è più bisogno di testimoni, ormai! adesso avete sentito le sue *bestemmie. Qual è il vostro parere? Gli altri risposero: — Deve essere condannato a morte. Allora alcuni gli sputarono in faccia e lo presero a pugni; altri gli davano schiaffi e gli dicevano: «Indovina, Cristo! Chi ti ha picchiato?». Pietro era seduto fuori, nel cortile, quando una serva si avvicinò a lui e gli disse: — Anche tu stavi con quell’uomo della Galilea, con Gesù. Ma Pietro negò davanti a tutti dicendo: — Non so nemmeno che cosa vuoi dire. Poi se ne andò verso la porta del cortile. Là, un’altra serva lo vide e disse a quelli che erano vicini: — Questo era con Gesù di Nàzaret. Ma Pietro negò ancora e disse: — Giuro che non conosco quell’uomo. Poco dopo, alcuni dei presenti si avvicinarono a Pietro e gli dissero: — Certamente tu sei uno di quelli: si capisce da come parli che sei della Galilea. Allora Pietro cominciò a giurare e a spergiurare che non era vero e diceva: — Io non lo conosco nemmeno! Subito dopo un gallo cantò. In quel momento Pietro si ricordò di quel che gli aveva detto Gesù: «Prima che il gallo canti, per tre volte avrai detto che non mi conosci». Allora uscì fuori e pianse amaramente.

Vangelo secondo Matteo 26:31-75 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Allora Gesù disse loro: Voi tutti sarete scandalezzati in me questa notte; perciocchè egli è scritto: Io percoterò il Pastore, e le pecore della greggia saranno disperse. Ma, dopo che io sarò risuscitato, andrò dinanzi a voi in Galilea. Ma Pietro, rispondendo, gli disse: Avvegnachè tutti sieno scandalezzati in te, io non sarò giammai scandalezzato. Gesù gli disse: Io ti dico in verità, che questa stessa notte, innanzi che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. Pietro gli disse: Benchè mi convenisse morir teco, non però ti rinnegherò. Il simigliante dissero eziandio tutti i discepoli. ALLORA Gesù venne con loro in una villa, detta Ghetsemane, e disse a' discepoli: Sedete qui, finchè io sia andato là, ed abbia orato. E preso seco Pietro, e i due figliuoli di Zebedeo, cominciò ad esser contristato, e gravemente angosciato. Allora egli disse loro: L'anima mia è occupata di tristizia infino alla morte; dimorate qui, e vegliate meco. E andato un poco innanzi, si gettò sopra la sua faccia, orando, e dicendo: Padre mio, se egli è possibile, trapassi da me questo calice; ma pure, non come io voglio, ma come tu vuoi. Poi venne a' discepoli, e li trovò che dormivano, e disse a Pietro: Così non avete potuto vegliar pure un'ora meco? Vegliate, ed orate, che non entriate in tentazione; perciocchè lo spirito è pronto, ma la carne è debole. Di nuovo, la seconda volta, egli andò, ed orò, dicendo: Padre mio, se egli non è possibile che questo calice trapassi da me, che io nol beva, la tua volontà sia fatta. Poi, essendo di nuovo venuto, li trovò che dormivano; perciocchè i loro occhi erano aggravati. E, lasciatili, andò di nuovo, ed orò la terza volta, dicendo le medesime parole. Allora egli venne a' suoi discepoli, e disse loro: Dormite pure da ora innanzi, e riposatevi; ecco, l'ora è giunta, e il Figliuol dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. Levatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino. E MENTRE egli parlava ancora, ecco, Giuda, uno de' dodici, venne, e con lui un grande stuolo, con ispade, ed aste, mandato da' principali sacerdoti, e dagli anziani del popolo. Or colui che lo tradiva avea loro dato un segnale, dicendo: Colui il quale io avrò baciato è desso; pigliatelo. E in quello stante, accostatosi a Gesù, gli disse: Bene stii, Maestro; e baciollo. E Gesù gli disse: Amico, a che far sei tu qui? Allora coloro, accostatisi a Gesù, gli posero le mani addosso, e lo presero. Ed ecco, un di coloro ch' erano con Gesù, distesa la mano, trasse fuori la spada, e percosse il servitore del sommo sacerdote, e gli spiccò l'orecchio. Allora Gesù gli disse: Riponi la tua spada nel suo luogo; perciocchè tutti coloro che avranno presa la spada, periranno per la spada. Pensi tu forse che io non potessi ora pregare il Padre mio, il qual mi manderebbe subito più di dodici legioni d'angeli? Come dunque sarebbero adempiute le Scritture, le quali dicono che conviene che così avvenga? In quella stessa ora Gesù disse alle turbe: Voi siete usciti con ispade e con aste, come contro a un ladrone, per prendermi; io tuttodì sedeva appresso di voi, insegnando nel tempio; e voi non mi avete preso. Ma tutto ciò è avvenuto, acciocchè le Scritture de' profeti fossero adempiute. Allora tutti i discepoli, lasciatolo, se ne fuggirono. OR coloro che aveano preso Gesù lo menarono a Caiafa, sommo sacerdote, ove gli Scribi e gli anziani erano raunati. E Pietro lo seguitava da lungi infino alla corte del sommo sacerdote; ed entrato dentro, si pose a seder co' sergenti, per veder la fine. Or i principali sacerdoti, e gli anziani, e tutto il concistoro, cercavano qualche falsa testimonianza contro a Gesù, per farlo morire; ma non ne trovarono alcuna; eziandio dopo che molti falsi testimoni si furono fatti avanti, non ne trovavano però, alcuna; ma, alla fine, vennero due falsi testimoni; i quali dissero: Costui ha detto: Io posso disfare il tempio di Dio, e infra tre giorni riedificarlo. Allora il sommo sacerdote, levatosi, gli disse: Non rispondi tu nulla? che testimoniano costoro contro a te? Ma Gesù taceva. E il sommo sacerdote replicò, e gli disse: Io ti scongiuro per l'Iddio vivente, che tu ci dica se tu sei il Cristo, il Figliuol di Dio. Gesù gli disse: Tu l'hai detto. Anzi io vi dico, che da ora innanzi voi vedrete il Figliuol dell'uomo sedere alla destra della Potenza, e venir sopra le nuvole del cielo. Allora il sommo sacerdote stracciò i suoi vestimenti, dicendo: Egli ha bestemmiato; che abbiamo noi più bisogno di testimoni? ecco, ora voi avete udita la sua bestemmia. Che vi par egli? Ed essi, rispondendo, dissero: Egli è reo di morte. Allora gli sputarono nel viso, e gli diedero delle guanciate; ed altri gli diedero delle bacchettate, dicendo: O Cristo, indovinaci chi ti ha percosso. OR Pietro sedeva di fuori nella corte; ed una fanticella si accostò a lui, dicendo: Anche tu eri con Gesù il Galileo. Ma egli lo negò davanti a tutti, dicendo: Io non so ciò che tu ti dici. E, come egli fu uscito fuori all'antiporto, un'altra lo vide, e disse a coloro ch' erano quivi: Anche costui era con Gesù il Nazareo. Ma egli di nuovo lo negò con giuramento, dicendo: Io non conosco quell'uomo. E poco appresso, quelli ch'erano presenti, accostatisi, dissero a Pietro: Di vero anche tu sei di quelli; perciocchè la tua favella ti fa manifesto. Allora egli cominciò a maledirsi, ed a giurare, dicendo: Io non conosco quell'uomo. E in quello stante il gallo cantò. Allora Pietro si ricordò della parola di Gesù, il quale gli avea detto: Innanzi che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. Ed egli uscì, e pianse amaramente.