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Lamentazioni 4:1-22

Lamentazioni 4:1-22 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Come mai si è oscurato l’oro, si è alterato l’oro più puro? Come mai le pietre del santuario si trovano sparse qua e là agli angoli di tutte le strade? I nobili figli di Sion, pregiati come oro fino, come mai sono considerati quali vasi di terra, opera di mani di vasaio? Perfino gli sciacalli porgono le mammelle e allattano i loro piccoli; la figlia del mio popolo è divenuta crudele, come gli struzzi del deserto. La lingua del lattante gli si attacca al palato per la sete; i bambini chiedono pane, e non c’è chi gliene dia. Quelli che si nutrivano di cibi delicati cadono d’inedia per le strade; quelli che erano allevati nella porpora abbracciano il letamaio. Il castigo dell’iniquità della figlia del mio popolo è più grande di quello del peccato di Sodoma, che fu distrutta in un attimo, senza che mano d’uomo la colpisse. I suoi prìncipi erano più splendenti della neve, più bianchi del latte; avevano il corpo più vermiglio del corallo, il loro volto era uno zaffiro. Il loro aspetto ora è più cupo del nero, non si riconoscono più per le vie; la loro pelle è attaccata alle ossa, è secca, è diventata come il legno. Gli uccisi di spada sono stati più felici di quelli che muoiono di fame; poiché questi deperiscono estenuati, per mancanza di prodotti dei campi. Mani di donne, sebbene pietose, hanno fatto cuocere i propri bambini; sono serviti loro di cibo, nella rovina della figlia del mio popolo. Il SIGNORE ha esaurito il suo furore, ha riversato la sua ira ardente, ha acceso in Sion un fuoco che ne ha divorato le fondamenta. Né i re della terra né alcun abitante del mondo avrebbero mai creduto che l’avversario, il nemico, sarebbe entrato nelle porte di Gerusalemme. Così è avvenuto a causa dei peccati dei suoi profeti, delle iniquità dei suoi sacerdoti, che hanno sparso nel mezzo di lei il sangue dei giusti. Essi vagavano come ciechi per le strade, sporchi di sangue, in modo che non si potevano toccare le loro vesti. «Fatevi in là! Un impuro!» si gridava al loro apparire; «Fatevi in là! Fatevi in là! Non lo toccate!» Quando fuggivano, peregrinavano qua e là, e si diceva fra le nazioni: «Non restino più qui!» La faccia del SIGNORE li ha dispersi, egli non volge più verso di loro il suo sguardo; non si è portato rispetto ai sacerdoti, non si è avuto pietà dei vecchi. A noi si consumavano ancora gli occhi in cerca di un soccorso, aspettato invano; dai nostri posti di vedetta scrutavamo la venuta di una nazione che non poteva salvarci. Si spiavano i nostri passi, impedendoci di camminare per le nostre piazze. «La nostra fine è prossima. I nostri giorni sono compiuti, la nostra fine è giunta!» I nostri persecutori sono stati più leggeri delle aquile nei cieli; ci hanno dato la caccia su per le montagne, ci hanno teso agguati nel deserto. Colui che ci fa respirare, l’unto del SIGNORE, è stato preso nelle loro fosse; egli, del quale dicevamo: «Alla sua ombra noi vivremo tra le nazioni». Esulta, gioisci, o figlia di Edom, che risiedi nel paese di Uz! Anche fino a te passerà la coppa; tu ti ubriacherai e ti denuderai. Il castigo della tua iniquità è finito, o figlia di Sion! Egli non ti manderà più in esilio; egli punisce l’iniquità tua, o figlia di Edom, mette allo scoperto i tuoi peccati.

Lamentazioni 4:1-22 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Come mai si è oscurato l'oro, s'è alterato l'oro piú puro? Come mai le pietre del *santuario si trovano sparse qua e là agli angoli di tutte le strade? I nobili figli di *Sion, pregiati come oro fino, come mai sono considerati quali vasi di terra, opera di mani di vasaio? Perfino gli sciacalli porgono le mammelle e allattano i loro piccoli; la figlia del mio popolo è divenuta crudele, come gli struzzi del deserto. La lingua del lattante gli si attacca al palato, per la sete; i bambini chiedono pane, e non c'è chi gliene dia. Quelli che si nutrivano di cibi delicati cadono d'inedia per le strade; quelli che erano allevati nella porpora abbracciano il letamaio. Il castigo dell'*iniquità della figlia del mio popolo è piú grande di quello del peccato di *Sodoma, che fu distrutta in un attimo, senza che mano d'uomo la colpisse. I suoi príncipi erano piú splendenti della neve, piú bianchi del latte; avevano il corpo piú vermiglio del corallo, il loro volto era uno zaffiro. Il loro aspetto ora è piú cupo del nero; non si riconoscono piú per le vie; la loro pelle è attaccata alle ossa, è secca, è diventata come il legno. Gli uccisi di spada sono stati piú felici di quelli che muoiono di fame; poiché questi deperiscono estenuati, per mancanza di prodotti dei campi. Mani di donne, sebbene pietose, hanno fatto cuocere i propri bambini, sono serviti loro di cibo, nella rovina della figlia del mio popolo. Il Signore ha esaurito il suo furore, ha riversato la sua ira ardente, ha acceso in Sion un fuoco che ne ha divorato le fondamenta. Né i re della terra né alcun abitante del mondo avrebbero mai creduto che l'avversario, il nemico, sarebbe entrato nelle porte di *Gerusalemme. Cosí è avvenuto a causa dei peccati dei suoi *profeti, delle iniquità dei suoi *sacerdoti, che hanno sparso nel mezzo di lei il sangue dei giusti. Essi vagavano come ciechi per le strade, sporchi di sangue, in modo che non si potevano toccare le loro vesti. «Fatevi in là! Un impuro!» si gridava al loro apparire; «Fatevi in là! Fatevi in là! Non lo toccate!» Quando fuggivano, peregrinavano qua e là, e si diceva fra le nazioni: «Non restino piú qui!» La faccia del Signore li ha dispersi, egli non volge piú verso di loro il suo sguardo; non si è portato rispetto ai sacerdoti, non si è avuto pietà dei vecchi. A noi si consumavano ancora gli occhi in cerca di un soccorso, aspettato invano; dai nostri posti di vedetta scrutavamo la venuta d'una nazione che non poteva salvarci. Si spiavano i nostri passi, impedendoci di camminare per le nostre piazze. «La nostra fine è prossima. I nostri giorni sono compiuti, la nostra fine è giunta!» I nostri persecutori sono stati piú leggeri delle aquile nei cieli; ci hanno dato la caccia su per le montagne, ci hanno teso agguati nel deserto. Colui che ci fa respirare, l'*unto del Signore è stato preso nelle loro fosse; egli, del quale dicevamo: «Alla sua ombra noi vivremo tra le nazioni». Esulta, gioisci, o figlia di *Edom, che risiedi nel paese di Uz! Anche fino a te passerà la coppa; tu ti ubriacherai e ti denuderai. Il castigo della tua iniquità è finito, o figlia di Sion! Egli non ti manderà piú in esilio; egli punisce l'iniquità tua, o figlia di Edom, mette allo scoperto i tuoi peccati.

Lamentazioni 4:1-22 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Perché l’oro così puro e brillante si è annerito? Perché le pietre del tempio sono sparpagliate a ogni angolo di strada? Perché gli abitanti di Sion, un tempo preziosi come l’oro, ora sono stimati come vasi di creta, lavoro di un vasaio qualunque? Perfino gli sciacalli allattano i loro piccoli, ma il mio popolo è crudele verso i suoi figli come gli struzzi del deserto. La lingua dei lattanti si è attaccata al palato per la sete. I bambini chiedono pane, ma nessuno gliene dà. Quelli che mangiavano cibi delicati ora cadono sfiniti per strada. Quelli che erano stati allevati nel lusso frugano tra le immondizie. I peccati del mio popolo sono più grandi di quelli commessi a Sòdoma, distrutta in un attimo senza il tempo di reagire. I suoi prìncipi erano più splendenti della neve, più bianchi del latte; i loro corpi erano più rossi dei coralli, le loro vene come il blu dello zaffiro. Ora sembrano più neri della fuliggine, non si riconoscono più per le strade. Hanno solo pelle raggrinzita sulle ossa, pelle secca come corteccia d'albero. Quelli uccisi dalla spada sono più fortunati di quelli uccisi dalla fame, caduti senza forze vittime della carestia. Nel disastro che ora ha colpito il mio popolo, donne già piene di compassione hanno cotto con le loro mani i propri bambini per nutrirsi. Il Signore è giunto al colmo della sua ira, ha riversato la sua collera ardente. Ha acceso in Sion un incendio che ha divorato le sue fondamenta. Né i re della terra né gli abitanti del mondo avrebbero mai creduto che nemici e avversari sarebbero entrati per le porte di Gerusalemme. Ma questo è accaduto per le colpe dei profeti, per i peccati dei sacerdoti che hanno versato nella città il sangue dei giusti. Come ciechi vagano incerti nelle strade, sporchi di sangue. Non si possono toccare i loro vestiti. Quando arrivano si grida: «Allontanatevi, sono impuri! Allontanatevi, non li toccate!». Essi fuggono e vanno randagi. I popoli stranieri dicono: «Non possono rimanere tra di noi». Il Signore stesso li ha dispersi: non li vuole più vedere. Nessuno ha avuto riguardo per i sacerdoti, né rispetto per gli anziani. I nostri occhi si consumano nell’attesa di un aiuto che non arriva. Scrutavamo dalle nostre postazioni l’arrivo di una nazione che non poteva salvarci. I nemici sorvegliano i nostri passi, ci proibiscono di andare nelle nostre piazze. I nostri giorni sono contati, la nostra fine è vicina, è arrivata. I nostri persecutori sono più veloci delle aquile nel cielo. Ci hanno inseguiti sulle montagne, ci hanno teso agguati nel deserto. Colui che ci fa respirare, il re che il Signore aveva consacrato, è caduto nelle loro trappole. E noi dicevamo: «Alla sua ombra avremo il nostro posto tra le nazioni». Gioisci, esulta, Edom, tu che abiti nella regione di Us! Anche tu berrai la coppa, ti ubriacherai e ti mostrerai nuda. La tua punizione è compiuta, Sion, figlia, egli non ti manderà più in esilio. Per quanto riguarda te, Edom, il Signore punirà i tuoi peccati, smaschererà le tue colpe.

Lamentazioni 4:1-22 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

COME è oscurato l'oro, Ed ha mutato colore il buon oro fino, E sono le pietre del santuario state sparse In capo d'ogni strada! Come i nobili figliuoli di Sion, Pregiati al pari dell'ottimo oro, Sono stati reputati quali vaselli di terra, Lavoro di man di vasellaio! Vi sono anche de' gran pesci marini che porgon le poppe, E lattano i lor figli; Ma la figliuola del mio popolo è divenuta crudele, Come gli struzzi nel deserto. La lingua del bambino di poppa Si è attaccata al suo palato, per la sete; I fanciulli hanno chiesto del pane, E non vi era alcuno che ne distribuisse loro. Quelli che mangiavano cibi delicati Son periti per le strade; Quelli ch'erano stati allevati sopra lo scarlatto Hanno abbracciato il letame. E la pena dell'iniquità della figliuola del mio popolo è stata maggiore Che la pena del peccato di Sodoma, Che fu sovvertita come in un momento, Senza che la mano d'alcuno si levasse contro di lei. I principi di essa erano più puri che neve, Più candidi che latte, Vermigli del corpo più che gemme, Puliti come zaffiri. Il loro sguardo è divenuto fosco più che la nerezza stessa; Non si son riconosciuti per le piazze; La lor pelle si è attaccata alle loro ossa; È seccata, è divenuta come legno. Più felici sono stati gli uccisi con la spada, Che quelli che son morti di fame; Perciocchè, essendo traffitti, il sangue loro è colato, E non hanno più avuto bisogno della rendita del campo. Donne pietose, colle proprie mani, Hanno cotti i loro figliuoli: Quelli sono loro stati per cibo, Nella ruina della figliuola del mio popolo. Il Signore ha adempiuta la sua ira, Ha sparso l'ardor del suo cruccio, Ed ha acceso un fuoco in Sion, Che ha consumati i fondamenti di essa. I re della terra, e tutti gli abitatori del mondo, Non avrebbero mai creduto Ch'entrasse nemico, nè avversario Dentro alle porte di Gerusalemme. Quest'è avvenuto per i peccati de' profeti di essa, Per l'iniquità de' suoi sacerdoti, Che spandevano nel mezzo di essa Il sangue de' giusti. I ciechi sono andati vagando per le strade, Si son contaminati di sangue, L'han toccato co' lor vestimenti, Senza poterlo schivare. Ei si gridava loro: Traetevi addietro; ciò è immondo; Traetevi addietro, nol toccate; E pur se ne volavano via, e andavano errando. Ei si è detto fra le genti: Essi non potran più dimorare nel lor paese. La faccia del Signore li ha dispersi; Egli non continuerà più a riguardarli; Non hanno avuto alcun rispetto a' sacerdoti, Nè pietà de' vecchi. Mentre siamo durati, i nostri occhi si son consumati Dietro al nostro soccorso, che non è stato altro che vanità; Noi abbiam riguardato nella nostra vedetta Ad una gente che non potea salvare. Ci hanno cacciati, seguendo i nostri passi, Sì che non siam potuti andar per le nostre campagne; Il nostro fine si è avvicinato, i nostri dì son compiuti; Perciocchè il nostro fine è venuto. Quelli che ci hanno perseguiti Sono stati più leggieri che le aquile del cielo; Ci son corsi dietro in su i monti, Ci han posti agguati nel deserto. Il respiro delle nostre nari, L'Unto del Signore, di cui noi dicevamo: Noi viveremo alla sua ombra fra le genti, È stato preso nelle lor trappole. Gioisci pure, e rallegrati, figliuola di Edom; Tu che abiti nel paese di Us, Sopra te ancora passerà la coppa; Tu ne sarai inebbriata, e ti scoprirai. La pena della tua iniquità è finita, figliuola di Sion; Egli non ti farà più menare in cattività; Egli farà punizione della tua iniquità, figliuola di Edom; Egli scoprirà i tuoi peccati.