Giobbe 3:1-10
Giobbe 3:1-10 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Allora Giobbe aprì la bocca e maledisse il giorno della sua nascita. E cominciò a parlare così: «Perisca il giorno che io nacqui e la notte in cui si disse: “È stato concepito un maschio!” Quel giorno si converta in tenebre, non se ne curi Dio dall’alto, né splenda su di esso la luce! Se lo riprendano le tenebre e l’ombra di morte, resti su di esso una fitta nuvola, le eclissi lo riempiano di paura! Quella notte diventi preda di un buio cupo, non venga contata tra i giorni dell’anno, non entri nel novero dei mesi! Quella notte sia notte sterile e non vi si oda grido di gioia. La maledicano quelli che maledicono i giorni e sono esperti nell’evocare il drago. Si oscurino le stelle del suo crepuscolo, aspetti la luce e la luce non venga, e non contempli le palpebre dell’alba, poiché non chiuse la porta del grembo che mi portava e non celò l’affanno agli occhi miei.
Giobbe 3:1-10 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Allora *Giobbe aprí la bocca e maledisse il giorno della sua nascita. E cominciò a parlare cosí: «Perisca il giorno che io nacqui e la notte in cui si disse: “È stato concepito un maschio!” Quel giorno si converta in tenebre, non se ne curi Dio dall'alto, né splenda su di esso la luce! Se lo riprendano le tenebre e l'ombra di morte, resti su di esso una fitta nuvola, le eclissi lo riempiano di paura! Quella notte diventi preda di un buio cupo, non venga contata tra i giorni dell'anno, non entri nel novero dei mesi! Quella notte sia notte sterile e non vi si oda grido di gioia. La maledicano quei che maledicono i giorni e sono esperti nell'evocare il drago. Si oscurino le stelle del suo crepuscolo, aspetti la luce e la luce non venga, e non contempli le palpebre dell'alba, poiché non chiuse la porta del grembo che mi portava e non celò l'affanno agli occhi miei.
Giobbe 3:1-10 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Finalmente Giobbe cominciò a parlare e maledisse il giorno in cui nacque. Prese a dire: «Maledetto il giorno in cui son nato e la notte in cui fui concepito! Quel giorno sia solamente tenebre, Dio più non se ne curi dall’alto, né luce su di esso più risplenda! Tenebre e oscurità lo inghiottano, sia sepolto da una nuvola e tremi di terrore per il buio improvviso! Quella notte sia preda dell'oscurità, non faccia più parte dei giorni dell'anno, e non entri nel numero dei mesi! Sì, quella notte sia una notte sterile, neanche un grido di gioia vi risuoni! Quelli che sanno come maledire il giorno, che risvegliano il mostro Leviatàn, maledicano quella notte! Non risplendano le stelle del tramonto, aspetti la luce, ma essa non venga; non sorga aurora da quella notte. Sia maledetta, perché non impedì la mia nascita. Una vita di dolori e di affanno!».
Giobbe 3:1-10 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
DOPO questo, Giobbe aprì la sua bocca, e maledisse il suo giorno. E prese a dire: Possa perire il giorno nel quale io nacqui, E la notte che fu detto: Un maschio è nato. Quel giorno sia tenebroso; Iddio non ne abbia cura da alto, E non risplenda la luce sopra esso. Tenebre, ed ombra di morte rendanlo immondo; La nuvola dimori sopra esso; Queste cose rendanlo spaventevole, quali sono i giorni più acerbi. Caligine ingombri quella notte; Non rallegrisi fra i giorni dell'anno, Non sia annoverata fra i mesi. Ecco, quella notte sia solitaria, Non facciansi in essa canti alcuni. Maledicanla coloro che maledicono i giorni, I quali son sempre apparecchiati a far nuovi lamenti. Oscurinsi le stelle del suo vespro; Aspetti la luce, ma non ne venga alcuna, E non vegga le palpebre dell'alba; Perciocchè non serrò gli usci del seno di mia madre, E non fece sì che gli occhi miei non vedessero l'affanno.