Geremia 52:1-34
Geremia 52:1-34 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Sedechia aveva ventun anni quando cominciò a regnare, e regnò a Gerusalemme undici anni. Sua madre si chiamava Camutal, figlia di Geremia da Libna. Egli fece ciò che è male agli occhi del SIGNORE in tutto e per tutto come aveva fatto Ioiachim. A causa dell’ira del SIGNORE contro Gerusalemme e Giuda, le cose arrivarono al punto che il SIGNORE li scacciò dalla sua presenza. Sedechia si ribellò al re di Babilonia. L’anno nono del regno di Sedechia, il decimo giorno del decimo mese, Nabucodonosor, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; si accampò contro di lei e la circondò di posti fortificati. La città fu assediata fino all’undicesimo anno del re Sedechia. Il nono giorno del quarto mese la carestia era grave nella città e non c’era più pane per il popolo del paese. Allora venne fatta una breccia nelle mura della città e tutta la gente di guerra fuggì; uscirono di notte dalla città per la via della porta fra le due mura, in prossimità del giardino del re, mentre i Caldei stringevano la città da ogni parte. I fuggiaschi presero la via della pianura, ma l’esercito dei Caldei inseguì il re, raggiunse Sedechia nelle pianure di Gerico e tutto l’esercito di lui si disperse e lo abbandonò. Allora i Caldei presero il re e lo condussero al re di Babilonia a Ribla, nel paese di Camat; egli pronunciò la sua sentenza contro di lui. Il re di Babilonia fece scannare i figli di Sedechia in presenza di lui; fece pure scannare tutti i capi di Giuda a Ribla. Poi fece cavare gli occhi a Sedechia; il re di Babilonia lo fece incatenare con una doppia catena di bronzo, lo deportò a Babilonia e lo mise in prigione, dove rimase fino al giorno della sua morte. Il decimo giorno del quinto mese – era il diciannovesimo anno di Nabucodonosor, re di Babilonia – Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, al servizio del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme, incendiò il tempio del SIGNORE e il palazzo del re, diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme e arse tutte le case ragguardevoli. Tutto l’esercito dei Caldei che era con il capitano della guardia demolì da tutte le parti le mura di Gerusalemme. Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò una parte dei più poveri del popolo, i superstiti che erano rimasti nella città, i fuggiaschi che si erano arresi al re di Babilonia e il resto della popolazione. Ma Nebuzaradan, capitano della guardia, lasciò alcuni dei più poveri del paese a coltivare le vigne e i campi. I Caldei spezzarono le colonne di bronzo che erano nel tempio del SIGNORE, le basi, il Mare di bronzo che era nel tempio del SIGNORE, e ne portarono via il bronzo a Babilonia. Presero le pignatte, le palette, i coltelli, le bacinelle, le coppe e tutti gli utensili di bronzo con i quali si faceva il servizio. Il capo della guardia prese pure le coppe, i bracieri, le bacinelle, le pignatte, i candelabri, le tazze e i calici, l’oro di ciò che era d’oro e l’argento di ciò che era d’argento. Quanto alle due colonne, al Mare e ai dodici buoi di bronzo che servivano di base e che Salomone aveva fatti per il tempio del SIGNORE, il bronzo di tutti questi oggetti aveva un peso incalcolabile. L’altezza di una di queste colonne era di diciotto cubiti, e a misurarla in giro ci voleva un filo di dodici cubiti; aveva uno spessore di quattro dita ed era vuota. Sopra c’era un capitello di bronzo; l’altezza di ogni capitello era di cinque cubiti; attorno al capitello c’erano un reticolato e delle melagrane, ogni cosa di bronzo; lo stesso era della seconda colonna, adorna pure di melagrane. C’erano novantasei melagrane da ogni lato, e tutte le melagrane attorno al reticolato ammontavano a cento. Il capitano della guardia prese Seraia, il sommo sacerdote, Sofonia, il secondo sacerdote, e i tre custodi della soglia; nella città prese un eunuco che comandava la gente di guerra, sette uomini fra i consiglieri intimi del re che furono trovati nella città, il segretario del capo dell’esercito che arruolava il popolo del paese e sessanta privati, che furono anch’essi trovati nella città. Nebuzaradan, capitano della guardia, li prese e li condusse al re di Babilonia a Ribla, e il re di Babilonia li fece colpire e mettere a morte a Ribla, nel paese di Camat. Così Giuda fu deportato lontano dal suo paese. Questo è il popolo che Nabucodonosor condusse in esilio: il settimo anno, tremilaventitré Giudei; il diciottesimo anno del suo regno deportò da Gerusalemme ottocentotrentadue persone; il ventitreesimo anno di Nabucodonosor, Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò settecentoquarantacinque Giudei: in tutto, quattromilaseicento persone. Il trentasettesimo anno della deportazione di Ioiachin, re di Giuda, il venticinquesimo giorno del dodicesimo mese, Evil-Merodac, re di Babilonia, l’anno stesso che cominciò a regnare, fece grazia a Ioiachin, re di Giuda, e lo fece uscire di prigione; gli parlò benevolmente e mise il trono di lui più in alto di quello degli altri re che erano con lui a Babilonia. Gli fece cambiare i suoi vestiti di prigione; Ioiachin mangiò sempre a tavola con lui per tutto il tempo che egli visse. Quanto al suo mantenimento, durante tutto il tempo che visse, esso gli fu dato sempre da parte del re di Babilonia, giorno per giorno, fino al giorno della sua morte.
Geremia 52:1-34 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
*Sedechia aveva ventun anni quando cominciò a regnare, e regnò a *Gerusalemme undici anni. Sua madre si chiamava Camutal, figlia di Geremia da Libna. Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore in tutto e per tutto come aveva fatto Ioiachim. A causa dell'ira del Signore contro Gerusalemme e *Giuda, le cose arrivarono al punto che il Signore li scacciò dalla sua presenza. Sedechia si ribellò al re di *Babilonia. L'anno nono del regno di Sedechia, il decimo giorno del decimo mese, *Nabucodonosor, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; si accampò contro di lei e la circondò di posti fortificati. La città fu assediata fino all'undicesimo anno del re Sedechia. Il nono giorno del quarto mese, la carestia era grave nella città; e non c'era piú pane per il popolo del paese. Allora fu fatta una breccia alla città, e tutta la gente di guerra fuggí, uscirono di notte dalla città, per la via della porta fra le due mura, in prossimità del giardino del re, mentre i *Caldei stringevano la città da ogni parte; i fuggiaschi presero la via della pianura, ma l'esercito dei Caldei inseguí il re, raggiunse Sedechia nelle pianure di *Gerico, e tutto l'esercito di lui si disperse e l'abbandonò. Allora i Caldei presero il re e lo condussero al re di Babilonia a Ribla nel paese di Camat; egli pronunziò la sua sentenza contro di lui. Il re di Babilonia fece scannare i figli di Sedechia in presenza di lui; fece pure scannare tutti i capi di Giuda a Ribla. Poi fece cavar gli occhi a Sedechia; il re di Babilonia lo fece incatenare con una doppia catena di bronzo e lo deportò a Babilonia, e lo mise in prigione, dove rimase fino al giorno della sua morte. Il decimo giorno del quinto mese –era il diciannovesimo anno di Nabucodonosor, re di Babilonia –Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, al servizio del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme, incendiò il tempio del Signore e il palazzo del re, diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme e arse tutte le case ragguardevoli. Tutto l'esercito dei Caldei che era con il capitano della guardia demolí da tutte le parti le mura di Gerusalemme. Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò una parte dei piú poveri del popolo, i superstiti che erano rimasti nella città, i fuggiaschi che si erano arresi al re di Babilonia e il resto della popolazione. Ma Nebuzaradan, capitano della guardia, lasciò alcuni dei piú poveri del paese a coltivare le vigne e i campi. I Caldei spezzarono le colonne di bronzo che erano nel tempio del Signore, le basi, il *mare di rame che era nel *tempio del Signore, e ne portarono via il rame a Babilonia. Presero le pignatte, le palette, i coltelli, le bacinelle, le coppe, e tutti gli utensili di bronzo con i quali si faceva il servizio. Il capo della guardia prese pure le coppe, i bracieri, le bacinelle, le pignatte, i *candelabri, le tazze e i calici, l'oro di ciò che era d'oro e l'argento di ciò che era d'argento. Quanto alle due colonne, al mare e ai dodici buoi di bronzo che servivano di base e che *Salomone aveva fatti per il tempio del Signore, il bronzo di tutti questi oggetti aveva un peso incalcolabile. L'altezza di una di queste colonne era di diciotto *cubiti, e a misurarla in giro ci voleva un filo di dodici cubiti; aveva uno spessore di quattro *dita, ed era vuota; sopra c'era un capitello di bronzo; l'altezza di ogni capitello era di cinque cubiti; attorno al capitello c'erano un reticolato e delle melagrane, ogni cosa di bronzo, lo stesso era della seconda colonna, adorna pure di melagrane. C'erano novantasei melagrane da ogni lato, e tutte le melagrane attorno al reticolato ammontavano a cento. Il capitano della guardia prese Seraia, il sommo *sacerdote, *Sofonia, il secondo sacerdote, e i tre custodi della soglia, prese nella città un eunuco che comandava la gente di guerra, sette uomini fra i consiglieri intimi del re che furono trovati nella città, il segretario del capo dell'esercito che arruolava il popolo del paese e sessanta privati che furono anch'essi trovati nella città. Nebuzaradan, capitano della guardia, li prese e li condusse al re di Babilonia a Ribla, e il re di Babilonia li fece colpire e mettere a morte a Ribla, nel paese di Camat. Cosí Giuda fu deportato lontano dal suo paese. Questo è il popolo che Nabucodonosor condusse in esilio: il settimo anno, tremilaventitré Giudei; il diciottesimo anno del suo regno, deportò da Gerusalemme ottocentotrentadue persone; il ventitreesimo anno di Nabucodonosor, Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò settecentoquarantacinque Giudei: in tutto, quattromilaseicento persone. Il trentasettesimo anno della deportazione di Ioiachin, re di Giuda, il venticinquesimo giorno del dodicesimo mese, Evil-Merodac, re di Babilonia, l'anno stesso che cominciò a regnare, fece grazia a Ioiachin, re di Giuda, e lo fece uscire di prigione; gli parlò benevolmente e mise il trono di lui piú in alto di quello degli altri re che erano con lui a Babilonia. Gli fece cambiare i suoi vestiti di prigione; Ioiachin mangiò sempre a tavola con lui per tutto il tempo che egli visse. Quanto al suo mantenimento, durante tutto il tempo che visse, esso gli fu dato sempre da parte del re di Babilonia, giorno per giorno, fino al giorno della sua morte.
Geremia 52:1-34 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Quando divenne re, Sedecia aveva ventun anni e regnò a Gerusalemme undici anni. Sua madre si chiamava Camutàl, era figlia di un certo Geremia e veniva da Libna. Sedecia andò contro la volontà del Signore, come aveva fatto il re Ioiakìm. Tutto questo accadde, perché grande era la collera del Signore contro Gerusalemme e il regno di Giuda, al punto che egli aveva deciso di scacciare lontano da sé il suo popolo. Sedecia si ribellò contro Nabucodònosor, re di Babilonia. Nel nono anno del regno di Sedecia, il giorno dieci del decimo mese, Nabucodònosor arrivò sotto Gerusalemme con tutto il suo esercito. Le truppe si accamparono di fronte alla città, le costruirono attorno dei terrapieni e la tennero assediata fino all’undicesimo anno del regno di Sedecia. In quell’anno si esaurirono le scorte di viveri della città e la fame divenne insopportabile per la popolazione. Il giorno nove del quarto mese i Babilonesi aprirono una breccia nelle mura della città. Tutti i soldati che erano a difesa di Gerusalemme cercarono di fuggire durante la notte. Passarono attraverso la porta tra le due mura che si apre sul giardino del re. Nonostante l’assedio dei Babilonesi, si diressero verso la valle del Giordano. Ma l’esercito babilonese inseguì il re Sedecia e lo raggiunse nella pianura vicino a Gerico. Tutti i suoi soldati l’avevano abbandonato. I Babilonesi lo fecero prigioniero e lo condussero dal re di Babilonia, che allora si trovava nella regione di Camat, a Ribla. Qui, il re di Babilonia pronunziò la sentenza contro di lui e la fece eseguire sul posto: ordinò di uccidere i figli di Sedecia sotto gli occhi del padre e fece uccidere anche tutti i capi di Giuda. Poi fece cavare gli occhi a Sedecia, ordinò di legarlo con una doppia catena e di condurlo a Babilonia. Qui lo fece gettare in carcere dove rimase fino al giorno della sua morte. Nell’anno diciannovesimo del regno di Nabucodònosor, re di Babilonia, il giorno dieci del quinto mese, Nabuzaradàn ministro del re di Babilonia e comandante della guardie entrò in Gerusalemme. Fece incendiare il tempio, il palazzo reale e le case di Gerusalemme, soprattutto quelle più grandi. Le truppe babilonesi, agli ordini del comandante delle guardie Nabuzaradàn, demolirono completamente le mura che circondavano Gerusalemme. Nabuzaradàn deportò la popolazione che era rimasta in città, sia quelli che erano passati dalla parte dei Babilonesi, sia gli ultimi artigiani. Lasciò invece in Giuda la gente più povera, perché coltivasse le vigne e i campi. I Babilonesi fecero a pezzi le colonne di bronzo, i carrelli e la grande vasca di bronzo detta ‘Mare’, che si trovavano nel tempio, e portarono tutto questo a Babilonia. Presero anche i vasi per la cenere, le palette, gli smoccolatoi, le bacinelle, i mestoli e tutti gli altri oggetti di bronzo usati nel servizio del tempio. Il comandante delle guardie portò via anche gli oggetti d'oro e d'argento: tazze, bracieri, bacinelle, caldaie, candelabri, bicchieri e coppe. Non è possibile calcolare il peso del bronzo impiegato da Salomone per costruire tutti gli arredi del tempio: le due colonne, la grande vasca appoggiata sui dodici buoi di bronzo e i carrelli. Le due colonne erano alte ciascuna circa nove metri con una circonferenza di circa sei metri; erano vuote all’interno e avevano uno spessore di quattro dita. Ognuna era sormontata da un capitello, alto circa due metri e mezzo, decorato tutt’attorno da rami di melograno intrecciati. Il tutto era di bronzo. Le due colonne erano identiche e avevano anche la stessa decorazione. Sui rami intrecciati tutt’attorno si contavano cento melagrane: di queste, novantasei erano disposte sui quattro lati. Il comandante delle guardie prese prigionieri Seraia, capo dei sacerdoti, il sacerdote Sofonia, suo aiutante, e tre custodi dell'ingresso del tempio. Da Gerusalemme portò via prigionieri anche un responsabile delle truppe, cinque dei più stretti collaboratori del re che erano rimasti in città, l’alto funzionario incaricato di arruolare i soldati e sessanta personaggi importanti che si trovavano a Gerusalemme. Nabuzaradàn, comandante delle guardie, li prese e li condusse dal re di Babilonia a Ribla, nella regione di Camat. Qui il re li fece uccidere. Così la gente di Giuda fu deportata lontano dalla sua terra. Questo è l’elenco degli abitanti del territorio di Giuda fatti deportare da Nabucodònosor: nell’anno settimo del suo regno: 3.023; nell’anno diciottesimo: 832 deportati da Gerusalemme; nell’anno ventitreesimo: 745 deportati per ordine di Nabuzaradàn, comandante delle guardie. In tutto furono deportate 4.600 persone. Trentasette anni dopo la deportazione di Ioiachìn re di Giuda, Evil-Merodàc diventò re di Babilonia. Il venticinque del dodicesimo mese di quell’anno, Evil-Merodàc liberò Ioiachìn dalla prigione. Lo trattò con favore e gli assegnò una posizione di maggior riguardo rispetto agli altri re che erano con lui a Babilonia. Gli permise di non indossare più la divisa dei prigionieri e di mangiare a tavola con lui per il resto della sua vita. Fino alla sua morte, loiachìn ricevette sempre dal re di Babilonia tutto il necessario per la sua sussistenza.
Geremia 52:1-34 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
SEDECHIA era d'età di ventun anno, quando cominciò a regnare, e regnò in Gerusalemme undici anni. E il nome di sua madre era Hamutal, figliuola di Geremia da Libna. Ed egli fece quel che dispiace al Signore, del tutto come Gioiachim avea fatto. Perciocchè l'ira del Signore si accrebbe vie più contro a Gerusalemme, e contro a Giuda, fin là, che li scacciò dal suo cospetto. E Sedechia si ribellò contro al re di Babilonia. Laonde l'anno nono del suo regno, nel decimo giorno del decimo mese, Nebucadnesar, re di Babilonia, venne sopra Gerusalemme, con tutto il suo esercito, e vi si pose a campo, e fabbricò delle bastie contro ad essa, intorno intorno. E la città fu assediata infino all'anno undecimo del re Sedechia. Nel nono giorno del quarto mese, essendo la fame grave nella città, talchè non vi era più pane per lo popolo del paese; ed essendo i Caldei penetrati dentro alla città, tutta la gente di guerra se ne fuggì, e uscì di notte della città, per la via della porta d'infra le due mura, ch'era volta verso l'orto del re, essendo i Caldei sopra la città d'ogn'intorno; e se ne andavano traendo verso il deserto. Ma l'esercito de' Caldei perseguitò il re, e raggiunse Sedechia nelle campagne di Gerico; e tutto il suo esercito si disperse d'appresso a lui. Ed i Caldei presero il re, e lo menarono al re di Babilonia, in Ribla, nel paese di Hamat; ed egli gli pronunziò la sua sentenza. Ed il re di Babilonia fece scannare i figliuoli di Sedechia, davanti ai suoi occhi; fece eziandio scannare tutti i principi di Giuda, in Ribla. E fece abbacinar gli occhi a Sedechia, e lo fece legar di due catene di rame; e il re di Babilonia lo menò in Babilonia, e lo mise in prigione, ove stette infino al giorno della sua morte. E nel decimo giorno del quinto mese, nell'anno diciannovesimo del re Nebucadnesar, re di Babilonia, Nebuzaradan, capitano delle guardie, ministro ordinario di casa del re di Babilonia, essendo entrato in Gerusalemme, arse la Casa del Signore, e la casa del re, e tutte le case di Gerusalemme; in somma, arse col fuoco tutte le case grandi. E tutto l'esercito de' Caldei, ch'era col capitano delle guardie, disfece tutte le mura di Gerusalemme d'ogn'intorno. E Nebuzaradan, capitano delle guardie, menò in cattività de' più poveri del popolo, e il rimanente del popolo ch'era restato nella città, e quelli ch'erano andati ad arrendersi al re di Babilonia, e il rimanente del popolazzo. Ma pur Nebuzaradan, capitano delle guardie, lasciò alcuni de' più poveri del paese, per esser vignaiuoli, e lavoratori. Ed i Caldei spezzarono le colonne di rame, ch'erano nella Casa del Signore, e i basamenti, e il mar di rame, ch'era nella Casa del Signore; e ne portarono tutto il rame in Babilonia. Ne portarono eziandio le caldaie, e le palette, e le forcelle, e i bacini, e le coppe, e tutti gli arredi di rame, co' quali si faceva il servigio. Il capitano delle guardie ne portò eziandio i vasi, e i turiboli, e i bacini, e i calderotti, e i candellieri, e le tazze, e i nappi; ciò ch'era d'oro a parte, e ciò ch'era d'argento a parte. Quant'è alle due colonne, al mare, e a' dodici buoi di rame che vi erano sotto, a guisa di basamenti, le quali cose il re Salomone avea fatte per la Casa del Signore, il peso del rame di tutti que' lavori era senza fine. Ora, quant è alle colonne, l'una d'esse era alta diciotto cubiti, ed un filo di dodici cubiti la circondava; e la sua spessezza era di quattro dita, ed era vuota. E sopra essi vi era un capitello di rame, e l'altezza del capitello era di cinque cubiti; vi era ancora sopra il capitello d'ogn'intorno una rete, e delle melegrane; il tutto di rame; le medesime cose erano ancora nell'altra colonna, insieme con le melegrane. E le melegrane, per ciascun lato, erano novantasei; tutte le melegrane sopra la rete d'ogn'intorno erano in numero di cento. Oltre a ciò, il capitano delle guardie prese Seraia, primo sacerdote, e Sofonia, secondo sacerdote, e i tre guardiani della soglia. Prese eziandio, e ne menò dalla città un eunuco, ch'era commessario della gente di guerra; e sette uomini de' famigliari del re, che furono trovati nella città; e il principale segretario di guerra, il quale faceva le rassegne del popolo del paese, che si trovarono dentro alla città. Nebuzaradan adunque, capitano delle guardie, li prese, e li menò al re di Babilonia, in Ribla. Ed il re di Babilonia li percosse, e li fece morire in Ribla, nel paese di Hamat. Così Giuda fu menato in cattività fuor della sua terra. Questo è il popolo che Nebucasnesar menò in cattività: l'anno settimo del suo regno ne menò tremila ventitrè Giudei. L' anno diciottesimo del suo regno, menò in cattività di Gerusalemme, ottocentrentadue anime; l'anno ventesimoterzo di Nebucadnesar, Nebuzaradan, capitano delle quardie, menò in cattività settecenquarantacinque anime di Giudei. Tutte le anime furono quattromila seicento. Or l'anno trentasettesimo della cattività di Gioiachin, re di Giuda, nel venticinquesimo giorno del duodecimo mese, Evilmerodac, re di Babilonia, nell'istesso anno ch'egli cominciò a regnare, facendo la rassegna della sua casa, vi mise Gioiachin, re di Giuda, e lo trasse fuor di prigione. E parlò benignamente con lui, e innalzò il suo seggio sopra il seggio degli altri re ch'erano con lui in Babilonia. E gli mutò i suoi vestimenti di prigione, ed egli mangiò del continuo in presenza del re, tutto il tempo della vita sua. E del continuo gli era dato, giorno per giorno, il suo piatto, da parte del re di Babilonia, tutto il tempo della vita sua, infino al giorno della sua morte.