Logo YouVersion
Icona Cerca

Isaia 33:1-24

Isaia 33:1-24 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Guai a te che devasti e non sei stato devastato, che sei perfido e non ti è stata usata perfidia! Quando avrai finito di devastare sarai devastato; quando avrai finito di essere perfido ti sarà usata perfidia. SIGNORE, abbi pietà di noi! Noi speriamo in te. Sii tu il braccio del popolo ogni mattina, la nostra salvezza in tempo di angoscia! Alla tua voce tonante fuggono i popoli; quando tu sorgi, si disperdono le nazioni. Il vostro bottino sarà mietuto come miete il bruco; altri vi si precipiterà sopra come si precipita la locusta. Eccelso è il SIGNORE perché abita in alto; egli riempie Sion di equità e di giustizia. I tuoi giorni saranno resi sicuri; la saggezza e la conoscenza sono una ricchezza di liberazione, il timore del SIGNORE è il tesoro di Sion. Ecco, i loro eroi gridano là fuori; i messaggeri di pace piangono amaramente. Le strade sono deserte, nessuno passa più per le vie. Il nemico ha rotto il patto, disprezza i testimoni, non tiene in nessun conto gli uomini. Il paese è nel lutto e langue; il Libano si vergogna e intristisce, Saron è come un deserto, Basan e il Carmelo hanno perduto il fogliame. «Ora sorgerò», dice il SIGNORE; «ora sarò esaltato, ora mi innalzerò. Voi avete concepito pula e partorirete stoppia; il vostro fiato è un fuoco che vi divorerà». I popoli saranno come fornaci da calce, come rovi tagliati che si danno alle fiamme. «O voi che siete lontani, udite quello che ho fatto! Voi che siete vicini, riconoscete la mia potenza!» I peccatori sono presi da spavento in Sion, un tremito si è impadronito degli empi. «Chi di noi potrà resistere al fuoco divorante? Chi di noi potrà resistere alle fiamme eterne?» Colui che cammina per le vie della giustizia e parla rettamente; colui che disprezza i guadagni estorti, che scuote le mani per non accettare regali, che si tura gli orecchi per non udire parlare di sangue e chiude gli occhi per non vedere il male. Egli abiterà in luoghi elevati, le rocche fortificate saranno il suo rifugio; il suo pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata. Gli occhi tuoi ammireranno il re nella sua bellezza, contempleranno il paese che si estende lontano. Il tuo cuore mediterà sui terrori passati: «Dov’è il contabile? Dov’è colui che pesava il denaro? Dov’è colui che teneva il conto delle torri?» Tu non lo vedrai più quel popolo feroce, quel popolo dal linguaggio oscuro che non si comprende, che balbetta una lingua che non si capisce. Contempla Sion, la città delle nostre solennità! I tuoi occhi vedranno Gerusalemme, soggiorno tranquillo, tenda che non sarà mai trasportata, i cui picchetti non saranno mai divelti, il cui cordame non sarà mai strappato. Là il SIGNORE sta per noi in tutta la sua maestà, in luogo di torrenti e di larghi fiumi, dove non giunge nave da remi, dove non passa potente vascello. Poiché il SIGNORE è il nostro giudice, il SIGNORE è il nostro legislatore, il SIGNORE è il nostro re, egli è colui che ci salva. I tuoi cordami, nemico, si sono allentati, non tengono più fermo in piedi l’albero e non spiegano più le vele. Allora si spartirà la preda di un ricco bottino; gli stessi zoppi prenderanno parte al saccheggio. Nessun abitante dirà: «Io sono malato». Il popolo che abita Sion ha ottenuto il perdono della sua iniquità.

Isaia 33:1-24 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Guai a te che devasti e non sei stato devastato, che sei perfido e non t'è stata usata perfidia! Quando avrai finito di devastare sarai devastato; quando avrai finito di essere perfido, ti sarà usata perfidia. Signore, abbi pietà di noi! Noi speriamo in te. Sii tu il braccio del popolo ogni mattina, la nostra salvezza in tempo di angoscia! Alla tua voce tonante fuggono i popoli; quando tu sorgi, si disperdono le nazioni. Il vostro bottino sarà mietuto, come miete il bruco; altri vi si precipiterà sopra, come si precipita la *locusta. Eccelso è il Signore perché abita in alto; egli riempie *Sion di equità e di giustizia. I tuoi giorni saranno resi sicuri; la saggezza e la conoscenza sono una ricchezza di liberazione; il timore del Signore è il tesoro di Sion. Ecco, i loro eroi gridano là fuori; i messaggeri di pace piangono amaramente. Le strade sono deserte, nessuno passa piú per le vie. Il nemico ha rotto il patto, disprezza i testimoni, non tiene in nessun conto gli uomini. Il paese è nel lutto e langue; il Libano si vergogna e intristisce; *Saron è come un deserto, *Basan e il *Carmelo hanno perduto il fogliame. «Ora sorgerò», dice il Signore; «ora sarò esaltato, ora mi innalzerò. Voi avete concepito pula, e partorirete stoppia; il vostro fiato è un fuoco che vi divorerà». I popoli saranno come fornaci da calce, come rovi tagliati, che si danno alle fiamme. O voi che siete lontani, udite quello che ho fatto! Voi che siete vicini, riconoscete la mia potenza! I peccatori sono presi da spavento in Sion, un tremito si è impadronito degli empi. «Chi di noi potrà resistere al fuoco divorante? Chi di noi potrà resistere alle fiamme eterne?» Colui che cammina per le vie della giustizia, e parla rettamente; colui che disprezza i guadagni estorti, che scuote le mani per non accettar regali, che si tura gli orecchi per non udir parlare di sangue e chiude gli occhi per non vedere il male. Egli abiterà in luoghi elevati, le ròcche fortificate saranno il suo rifugio; il suo pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata. Gli occhi tuoi ammireranno il re nella sua bellezza, contempleranno il paese, che si estende lontano. Il tuo cuore mediterà sui terrori passati: «Dov'è il contabile? Dov'è colui che pesava il denaro? Dov'è colui che teneva il conto delle torri?» Tu non lo vedrai piú quel popolo feroce, quel popolo dal linguaggio oscuro che non si comprende, che balbetta una lingua che non si capisce. Contempla Sion, la città delle nostre solennità! I tuoi occhi vedranno *Gerusalemme, soggiorno tranquillo, tenda che non sarà mai trasportata, i cui picchetti non saranno mai divelti, il cui cordame non sarà mai strappato. Là il Signore sta per noi in tutta la sua maestà, in luogo di torrenti e di larghi fiumi, dove non giunge nave da remi, dove non passa potente vascello. Poiché il Signore è il nostro giudice, il Signore è il nostro legislatore, il Signore è il nostro re, egli è colui che ci salva. I tuoi cordami, nemico, si sono allentati, non tengono piú fermo in piedi l'albero, e non spiegano piú le vele. Allora si spartirà la preda di un ricco bottino; gli stessi zoppi prenderanno parte al saccheggio. Nessun abitante dirà: «Io sono malato». Il popolo che abita Sion ha ottenuto il perdono della sua *iniquità.

Isaia 33:1-24 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Guai a voi che devastate senza essere devastati, tradite senza essere traditi. Quando avrete finito di devastare e di tradire, subirete anche voi la stessa sorte. Pietà di noi, Signore! In te è la nostra speranza! Proteggici ogni giorno e salvaci nel tempo della prova. Se tu intervieni a nostra difesa, i popoli fuggono via; le nazioni si disperdono al rumore della battaglia. Allora noi ci getteremo sul bottino di guerra come sciami di insetti, come nuvole di cavallette. Il Signore è grande! Egli domina su tutto. Riempie Gerusalemme con il diritto e la giustizia. Egli sarà la tua sicurezza e la tua salvezza. La sapienza, la conoscenza e il timore di Dio sono il tuo tesoro. Gli abitanti di Gerusalemme escono fuori e gridano. I messaggeri di pace ritornano e piangono disperati. Le strade sono deserte, nessuno passa per la via, il nemico ha violato gli accordi, ha disprezzato le città non ha più alcun rispetto per le persone. La regione è triste e squallida. Le foreste del Libano addolorate si vestono a lutto. La pianura di Saròn è ridotta a una steppa. Le alture di Basan e il monte Carmelo sono brulli. Dice il Signore: «Basta! ora voglio intervenire. Voglio mostrare la mia potenza. I vostri progetti sono come il fieno, le vostre azioni come paglia. Il mio soffio vi divorerà come un fuoco. I popoli saranno ridotti in cenere; come spine prenderanno subito fuoco. Tutti, vicini e lontani, sapranno quel che ho fatto e riconosceranno la mia potenza». I peccatori tremeranno di paura a Gerusalemme. I malvagi saranno spaventati, diranno tra di loro: «Il giudizio di Dio è una fornace sempre accesa: chi di noi riuscirà a sopportare il suo fuoco?». Soltanto chi parla e agisce onestamente, chi non approfitta del suo potere per calpestare i poveri e non si lascia corrompere; chi non dà ascolto a progetti criminali e non conduce una vita cattiva. Egli solo sarà salvato, vivrà sicuro come una fortezza fra le rocce. Avrà da mangiare e da bere a sazietà. Tutti vedranno un re governare con grande splendore su un paese sconfinato. Le antiche paure per l’esattore delle tasse e il severo controllore straniero non saranno più che un brutto sogno. Non vedranno più quel popolo arrogante che parla una lingua strana, un linguaggio oscuro e incomprensibile. Guardate Gerusalemme, la città dove celebriamo le nostre feste. Guardate Sion! Che tranquillità viverci! Sarà una tenda stabile, nessuno strapperà i suoi paletti, nessuno toglierà le sue corde. Il Signore ci manifesterà la sua presenza gloriosa in una regione di fiumi e di larghi canali, dove non passerà più nessuna nave nemica a remi o a vela. Le corde delle navi si sono allentate, non tengono più fermo l’albero maestro, non permettono di spiegare le vele. Allora noi prenderemo il bottino, e sarà così abbondante che anche gli zoppi avranno la loro parte. Il Signore è il nostro giudice e il nostro legislatore. Il Signore è il nostro re, è lui che ci libera. Nessuno che vive a Gerusalemme si lamenterà di essere malato, e i nostri peccati saranno perdonati.

Isaia 33:1-24 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

GUAI a te che predi, e non sei stato predato; e a te, o disleale, che non sei stato trattato dislealmente! quando avrai finito di predare, sarai predato; quando avrai cessato di operar dislealmente, sarai trattato dislealmente. O Signore, abbi pietà di noi, noi ti abbiamo aspettato; sii il braccio di costoro per ogni mattina; ed anche la nostra salute al tempo della distretta. I popoli se ne son fuggiti per lo suon dello strepito; le genti sono state disperse per lo tuo innalzamento. E la vostra preda sarà raccolta come si raccolgono i bruchi; ogli scorrerà per mezzo loro, come scorrono le locuste. Il Signore è innalzato; perciocchè egli abita un luogo eccelso; egli empierà Sion di giudicio e di giustizia. E la fermezza de' tuoi tempi, e la forza delle tue liberazioni sarà sapienza, e scienza; il timor del Signore sarà il suo tesoro. Ecco, i loro araldi hanno gridato di fuori; i messi della pace hanno pianto amaramente. Le strade son deserte, i viandanti son cessati. Egli ha rotto il patto, ha disdegnata le città, non ha fatta alcuna stima degli uomini. La terra fa cordoglio, e languisce; il Libano è confuso, e tagliato; Saron è divenuto come un deserto; e Basan e Carmel sono stati scossi. Ora mi leverò, dirà il Signore; ora m'innalzerò, ora sarò esaltato. Voi concepirete della pula, e partorirete della stoppia; la vostra ira sarà un fuoco che vi divorerà. E i popoli saranno come fornaci da calcina; saranno arsi col fuoco come spine tagliate. Ascoltate, lontani, ciò che io ho fatto; e voi, vicini, conoscete la mia forza. I peccatori saranno spaventati in Sion, tremito occuperà gl'ipocriti, e diranno: Chi di nio dimorerà col fuoco divorante? Chi di noi dimorerà con gli ardori eterni? Colui che cammina in ogni giustizia, e parla cose diritte; che disdegna il guadagno di storsioni; che scuote le sue mani, per non prender presenti; che tura gli orecchi, per non udire omicidii; e chiude gli occhi, per non vedere il male; esso abiterà in luoghi eccelsi; le fortezze delle rocce saranno il suo alto ricetto; il suo pane gli sarà dato, la sua acqua non fallirà. Gli occhi tuoi mireranno il re nella sua bellezza, vedranno la terra lontana. Il tuo cuore mediterà lo spavento, e dirai: Dove è il commessario della rassegna? dove è il pagatore? dove è colui che tiene i registri delle torri? Ma tu non vedrai il popolo fiero, popolo di linguaggio oscuro, che non s'intende; di lingua balbettante, che non si comprende. Riguarda Sion, città delle nostre feste solenni; gli occhi tuoi veggano Gerusalemme, stanza tranquilla, tabernacolo che non sarà giammai trasportato altrove, i cui piuoli giammai non saranno rimossi, nè rotta alcuna delle sue funi; anzi quivi sarà il Signore magnifico inverso noi; quello sarà un luogo di fiumi, di rivi larghi, al quale non potrà giunger nave da remo, nè grosso navilio passarvi. Perciocchè il Signore è il nostro Giudice, il Signore è il nostro Legislatore, il Signore è il nostro Re; egli ci salverà. Le tue corde son rallentate; esse non potranno tener fermamente diritto l'albero della lor nave, nè spiegar la vela; allora sarà spartita la preda di grandi spoglie; gli zoppi stessi prederanno la preda. E gli abitanti non diranno più: Io sono infermo; il popolo che abiterà in quella sarà un popolo, al quale l'iniquità sarà perdonata.