Isaia 10:8-34
Isaia 10:8-34 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Infatti dice: “I miei prìncipi non sono forse tanti re? Forse Calno non è come Carchemis? O Camat come Arpad? O Samaria come Damasco? Come la mia mano è giunta a colpire i regni degli idoli dove le immagini erano più numerose che a Gerusalemme e a Samaria, non posso io forse, come ho fatto a Samaria e ai suoi idoli, fare anche a Gerusalemme e alle sue statue?”». Ma quando il Signore avrà compiuto tutta la sua opera sul monte Sion e a Gerusalemme, «io», dice il SIGNORE, «punirò il re d’Assiria per il frutto della superbia del suo cuore e dell’arroganza dei suoi sguardi alteri. Infatti egli dice: “Io l’ho fatto grazie alla forza della mia mano e alla mia saggezza, perché sono intelligente; ho rimosso i confini dei popoli, ho saccheggiato i loro tesori e, potente come sono, ho detronizzato dei re. La mia mano ha trovato, come un nido, le ricchezze dei popoli; e come uno raccoglie delle uova abbandonate, così io ho raccolto tutta la terra, e nessuno ha mosso l’ala o aperto il becco o mandato un grido”». La scure si vanta forse contro colui che la maneggia? La sega si inorgoglisce forse contro colui che la muove? Come se la verga facesse muovere colui che la alza, come se il bastone alzasse colui che non è di legno! Perciò il Signore, DIO degli eserciti, manderà la consunzione tra i suoi più robusti; e sotto la sua gloria accenderà un fuoco, come il fuoco di un incendio. La luce d’Israele diventerà un fuoco, e il suo Santo una fiamma, che arderà e divorerà i suoi rovi e i suoi pruni in un solo giorno. La gloria della sua foresta e della sua fertile campagna egli la consumerà, anima e corpo; sarà come il deperimento di un uomo che langue. Il resto degli alberi della sua foresta sarà così minimo che un bambino potrebbe farne il conto. In quel giorno il residuo d’Israele e gli scampati della casa di Giacobbe smetteranno di appoggiarsi su colui che li colpiva, e si appoggeranno con sincerità sul SIGNORE, sul Santo d’Israele. Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà al Dio potente. Infatti anche se il tuo popolo, o Israele, fosse come la sabbia del mare, un residuo soltanto ne tornerà; uno sterminio è decretato, che farà traboccare la giustizia. Poiché lo sterminio che ha decretato, il Signore, DIO degli eserciti, lo effettuerà in mezzo a tutto il paese. Così dunque dice il Signore, DIO degli eserciti: «Popolo mio, che abiti a Sion, non temere l’Assiro che ti batte con la verga e alza su di te il bastone, come fece l’Egitto! Ancora un breve, brevissimo tempo, e la mia indignazione sarà finita, la mia ira si volgerà a distruggere loro». Il SIGNORE degli eserciti alzerà contro di lui la frusta, come quando colpì Madian alla roccia di Oreb; come alzò il suo bastone sul mare, così l’alzerà ancora, come in Egitto. In quel giorno il suo carico ti cadrà dalle spalle e il suo giogo dal collo; il giogo sarà scosso dalla tua forza rigogliosa. L’Assiro marcia contro Aiat, attraversa Migron, depone i suoi bagagli a Micmas. Valicano il passo, trascorrono la notte a Gheba; Rama trema, Ghibea di Saul è in fuga. Grida forte a tutta voce, o figlia di Gallim! Tendi l’orecchio, o Lais! Povera Anatot! Madmenà è in fuga precipitosa, gli abitanti di Ghebim cercano un rifugio. Oggi stesso sosterà a Nob, agitando il pugno contro il monte della figlia di Sion, contro la collina di Gerusalemme. Ecco, il Signore, DIO degli eserciti, tronca i rami in modo tremendo; i più alti sono tagliati, i più superbi sono atterrati. Egli abbatte con il ferro il folto della foresta, e il Libano cade sotto i colpi del Potente.
Isaia 10:8-34 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Infatti dice: “I miei príncipi non sono forse tanti re? Forse Calno non è come Carchemis? O Camat come Arpad? O *Samaria come *Damasco? Come la mia mano è giunta a colpire i regni degli idoli dove le immagini erano piú numerose che a *Gerusalemme e a Samaria, non posso io forse, come ho fatto a Samaria e ai suoi idoli, fare anche a Gerusalemme e alle sue statue?”» Ma quando il Signore avrà compiuto tutta la sua opera sul monte *Sion e a Gerusalemme, «io», dice il Signore, «punirò il re d'Assiria per il frutto della superbia del suo cuore e dell'arroganza dei suoi sguardi alteri. Infatti egli dice: “Io l'ho fatto grazie alla forza della mia mano e alla mia saggezza, perché sono intelligente; ho rimosso i confini dei popoli, ho saccheggiato i loro tesori; e, potente come sono, ho detronizzato dei re. La mia mano ha trovato, come un nido, le ricchezze dei popoli; e come uno raccoglie delle uova abbandonate, cosí io ho raccolto tutta la terra; e nessuno ha mosso l'ala o aperto il becco o mandato un grido”». La scure si vanta forse contro colui che la maneggia? La sega si inorgoglisce forse contro colui che la muove? Come se la verga facesse muovere colui che l'alza, come se il bastone alzasse colui che non è di legno! Perciò il Signore, Dio degli eserciti, manderà la consunzione tra i suoi piú robusti; e sotto la sua gloria accenderà un fuoco, come il fuoco di un incendio. La luce d'*Israele diventerà un fuoco, e il suo Santo una fiamma, che arderà e divorerà i suoi rovi e i suoi pruni in un solo giorno. La gloria della sua foresta e della sua fertile campagna egli la consumerà, anima e corpo; sarà come il deperimento di un uomo che langue. Il resto degli alberi della sua foresta sarà cosí minimo che un bambino potrebbe farne il conto. In quel giorno il residuo d'Israele e gli scampati della casa di *Giacobbe smetteranno di appoggiarsi su colui che li colpiva, e si appoggeranno con sincerità sul Signore, sul Santo d'Israele. Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà al Dio potente. Infatti, anche se il tuo popolo, o Israele, fosse come la sabbia del mare, un residuo soltanto ne tornerà; uno sterminio è decretato, che farà traboccare la giustizia. Poiché lo sterminio che ha decretato, il Signore, Dio degli eserciti, lo effettuerà in mezzo a tutto il paese. Cosí dunque dice il Signore, Dio degli eserciti: «Popolo mio, che abiti a Sion, non temere l'Assiro che ti batte con la verga e alza su di te il bastone, come fece l'Egitto! Ancora un breve, brevissimo tempo, e la mia indignazione sarà finita, la mia ira si volgerà a distruggere loro». Il Signore degli eserciti alzerà contro di lui la frusta, come quando colpí Madian alla roccia di Oreb; come alzò il suo bastone sul mare, cosí l'alzerà ancora, come in Egitto. In quel giorno, il suo carico ti cadrà dalle spalle, e il suo giogo dal collo; il giogo sarà scosso dalla tua forza rigogliosa. L'Assiro marcia contro Aiat, attraversa Migron, depone i suoi bagagli a Micmas. Valicano il passo, trascorrono la notte a Gheba; Rama trema, Ghibea di *Saul è in fuga. Grida forte a tutta voce, o figlia di Gallim! Tendi l'orecchio, o Lais! Povera Anatot! Madmenà è in fuga precipitosa, gli abitanti di Ghebim cercano un rifugio. Oggi stesso sosterà a Nob, agitando il pugno contro il monte della figlia di Sion, contro la collina di Gerusalemme. Ecco, il Signore, Dio degli eserciti, tronca i rami in modo tremendo; i piú alti sono tagliati, i piú superbi sono atterrati. Egli abbatte con il ferro il folto della foresta, e il Libano cade sotto i colpi del Potente.
Isaia 10:8-34 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Essi si vantano e dicono: «Ogni nostro comandante vale quanto un re! Abbiamo conquistato le città di Calno e di Càrchemis. La città di Camat è stata presa e così pure Arpad, Samaria e Damasco. Abbiamo annientato questi regni che fanno più idoli di Gerusalemme e di Samaria. Come abbiamo distrutto Samaria e tutti i suoi idoli, faremo lo stesso a Gerusalemme e a tutte le statue adorate dai suoi abitanti». Ma dice il Signore: «Quando avrò finito con il monte Sion e con Gerusalemme, punirò anche il re di Assiria per il suo orgoglio e la sua presunzione». Infatti il re di Assiria si vanta dicendo: «Ho fatto tutto questo da solo. Sono forte, saggio e intelligente. Ho spostato i confini delle nazioni e ho saccheggiato i loro tesori. Con la mia potenza ho abbattuto quei popoli. Ho raccolte nella mia mano le ricchezze dei popoli come si prendono le uova abbandonate in un nido; ho preso tutta la terra. Nessuno ha agitato le ali. Nessuno ha aperto il becco per gridare». Dice ancora il Signore: «Può una scure vantarsi di essere più grande di chi la usa? Una sega è forse più importante di chi la maneggia? Un bastone non può comandare un uomo, è l’uomo che maneggia il bastone». Perciò il Signore, Dio dell'universo, colpirà con la malattia quell’esercito vigoroso. Essa sarà come un fuoco ardente. Dio, la luce d'Israele, diventerà come un fuoco. Il Santo d'Israele diventerà come una fiamma che in un sol giorno brucerà ogni cosa, come se fossero rovi e spine. Quell’esercito è simile a una foresta e a un giardino ma Dio lo distruggerà completamente come una malattia mortale distrugge un uomo. Resteranno così pochi alberi nella foresta. Persino un bambino potrà contarli. Allora il resto del popolo d'Israele, i pochi superstiti dei discendenti di Giacobbe, non avranno più fiducia in chi li ha così duramente colpiti. Porranno la loro fiducia solo nel Signore, il Santo d'Israele. Un resto tornerà, il resto del popolo d'Israele tornerà al suo Dio forte. Anche se il popolo d'Israele fosse numeroso come la sabbia in riva al mare, solo un resto tornerà. Per il popolo è già stabilita la punizione che si è meritata. Il Signore, Dio dell'universo ha decretato la distruzione di tutto il territorio ed eseguirà il suo decreto. Il Signore, Dio dell'universo, dice al suo popolo che abita in Sion: «Non temere gli Assiri, anche se ora ti opprimono crudelmente come un tempo fecero gli Egiziani. Soltanto un poco e finirò di punirti, e poi li distruggerò. Io, il Signore dell'universo, li colpirò con la mia frusta come ho fatto con il popolo di Madian alla roccia di Oreb. Punirò gli Assiri come ho punito gli Egiziani. Quel giorno ti libererò dal potere degli Assiri, il loro giogo non peserà più sulle tue spalle, e tu vivrai nell’abbondanza». L’esercito nemico ha occupato la città di Aiàt, ha attraversato Migron, ha lasciato le vettovaglie a Micmas, ha superato il passo e pernotterà a Gheba! La gente del villaggio di Rama è atterrita, e gli abitanti di Gàbaa, città del re Saul, scappano via. Grida, popolo di Bat-Gallìm! Ascoltate, gente di Làisa! Rispondete, popolo di Anatòt! Quelli di Madmenà e di Ghebìm si danno alla fuga. Il nemico è già nel villaggio di Nob, e agita minaccioso il pugno contro il monte Sion, contro la città di Gerusalemme. Il Signore, Dio dell'universo, abbatte con violenza gli invasori, come rami strappati da un tronco d'albero. I più alti e i più superbi sono stroncati. Il Signore li abbatte come si tagliano gli alberi con la scure nel cuore della foresta. Anche se sono maestosi, come gli alberi del Libano, crollano.
Isaia 10:8-34 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Perciocchè dirà: I miei principi non son eglino re tutti quanti? Non è Calno come Carchemis? non è Hamat come Arpad? non è Samaria come Damasco? Siccome la mia mano ha ritrovati i regni degl'idoli, le cui sculture erano in maggior numero, e di più valore, che quelle di Gerusalemme e di Samaria; non farei io a Gerusalemme, ed a' suoi idoli, come ho fatto a Samaria, ed a' suoi idoli? Egli avverrà dunque, quando il Signore avrà compiuta tutta l'opera sua nel monte di Sion, ed in Gerusalemme, che io farò, dice egli, la punizione del frutto della grandigia del cuore del re degli Assiri, e della gloria dell'alterezza degli occhi suoi. Perciocchè egli avrà detto: Io ho fatte queste cose per la forza delle mie mani, e per la mia sapienza; conciossiachè io sia intendente; ed ho rimossi i confini de' popoli, ed ho predati i lor tesori; e, come possente, ho posti giù quelli ch'erano a seder sopra troni. E la mia mano ha ritrovate, come un nido, le ricchezze de' popoli; e come si raccolgono le uova lasciate, così ho raccolta tutta la terra; e non vi è stato alcuno che abbia mossa l'ala, od aperto il becco e pigolato. Glorierassi la scure contro a colui che taglia con essa? magnificherassi la sega contro a colui che la mena? come se la verga movesse quelli che l'alzano, e come se il bastone si elevasse da sè, quasi come non fosse legno. Perciò, il Signore, il Signor degli eserciti, manderà la magrezza ne' grassi di esso; e sotto la sua gloria accenderà un incendio, simile ad un incendio di fuoco. E la luce d'Israele sarà come un fuoco, e il suo Santo come una fiamma; e arderà, e divorerà le vepri, ed i pruni di esso, in un giorno. Ed anche consumerà la gloria del suo bosco, e il suo Carmel; consumerà ogni cosa, dall'anima infino alla carne; e sarà di lui come quando il banderaro è messo in rotta. E il rimanente degli alberi del suo bosco sarà in piccol numero, ed un fanciullo potrà metterne il conto in iscritto. Ed avverrà che, in quel giorno, il rimanente d'Israele, e quelli della casa di Giacobbe, che saranno scampati, non continueranno più ad appoggiarsi sopra colui che li percoteva; anzi si appoggeranno sopra il Signore, il Santo d'Israele, in verità. Il rimanente si convertirà; il rimanente di Giacobbe si convertirà all'Iddio forte. Perciocchè, avvegnachè il tuo popolo, o Israele, fosse come la rena del mare, il sol rimanente di esso si convertirà; una distruzione è determinata, e farà inondare la giustizia. Perciocchè il Signore Iddio degli eserciti manda ad esecuzione una sentenza finale, ed una determinazione in mezzo di tutta la terra. Perciò, il Signore Iddio degli eserciti ha detto così: Popol mio, che abiti in Sion, non temer dell'Assiro; egli ti percoterà con la verga, ed alzerà il suo bastone sopra te, nella medesima maniera che l'alzò l'Egitto. Perciocchè fra qui e ben poco tempo l'indegnazione sarà venuta meno; e la mia ira sarà alla distruzione di quelli. E il Signor degli eserciti ecciterà contro a lui un flagello, qual fu la piaga di Madian, alla pietra di Oreb; e la sua verga sarà sopra il mare, ed egli l'alzerà nella medesima maniera ch'egli l'alzò in Egitto. Ed avverrà, in quel giorno, che il suo incarico sarà rimosso d'in su la tua spalla, e il suo giogo d'in sul tuo collo; e il giogo sarà rotto per cagion dell'unzione. Egli è venuto in Aiat, egli è passato in Migron, ha riposti in Micmas i suoi arnesi; hanno passato il passo; Gheba è stato un alloggiamento, dove sono alloggiati; Rama ha tremato, Ghibea di Saul è fuggita. Strilla con la tua voce, o figliuola di Gallim; e tu, povera Anatot, riguarda attentamente verso Lais. Madmena si è messa in fuga; gli abitanti di Ghebim si son salvati in fretta. Egli si fermerà ancora quel giorno in Nob; e moverà la sua mano contro al monte della figliuola di Sion, e contro al colle di Gerusalemme. Ecco, il Signore, il Signor degli eserciti, troncherà i rami con violenza, e i più elevati saran ricisi, e gli eccelsi saranno abbassati. Ed egli taglierà dal piè col ferro i più folti alberi del bosco, e il Libano caderà per la man di un possente.