Genesi 48:5-13
Genesi 48:5-13 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Ora, i tuoi due figli che ti sono nati nel paese d’Egitto prima che io venissi da te in Egitto sono miei. Efraim e Manasse saranno miei, come Ruben e Simeone. Ma i figli che hai generato dopo di loro saranno tuoi; essi saranno chiamati col nome dei loro fratelli, quanto alla loro eredità. Quanto a me, mentre tornavo da Paddan, Rachele mi morì nel paese di Canaan, durante il viaggio, a qualche distanza da Efrata; e la seppellii in quel luogo, sulla via di Efrata, che è Betlemme». Israele guardò i figli di Giuseppe e disse: «Questi chi sono?» Giuseppe rispose a suo padre: «Sono i miei figli, che Dio mi ha dati qui». Ed egli disse: «Ti prego, falli avvicinare a me e io li benedirò». Gli occhi d’Israele erano annebbiati per l’età e non ci vedeva più. Giuseppe li fece avvicinare a lui ed egli li baciò e li abbracciò. Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di rivedere il tuo volto ed ecco che Dio mi ha dato di vedere anche la tua prole». Giuseppe li allontanò dalle ginocchia di suo padre e si prostrò con la faccia a terra. Poi Giuseppe li prese tutti e due: Efraim alla sua destra, alla sinistra d’Israele, e Manasse alla sua sinistra, alla destra d’Israele, e li fece avvicinare a lui.
Genesi 48:5-13 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Ora, i tuoi due figli che ti sono nati nel paese d'Egitto prima che io venissi da te in Egitto, sono miei. Efraim e Manasse saranno miei, come *Ruben e *Simeone. Ma i figli che hai generato dopo di loro saranno tuoi; essi saranno chiamati col nome dei loro fratelli, quanto alla loro eredità. Quanto a me, mentre tornavo da Paddan, *Rachele mi morí nel paese di Canaan, durante il viaggio, a qualche distanza da Efrata; e la seppellii in quel luogo, sulla via di Efrata, che è *Betlemme». Israele guardò i figli di Giuseppe e disse: «Questi, chi sono?» Giuseppe rispose a suo padre: «Sono i miei figli, che Dio mi ha dati qui». Ed egli disse: «Ti prego, falli avvicinare a me e io li benedirò». Gli occhi d'Israele erano annebbiati per l'età e non ci vedeva piú. Giuseppe li fece avvicinare a lui ed egli li baciò e li abbracciò. Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo piú di rivedere il tuo volto ed ecco che Dio mi ha dato di vedere anche la tua prole». Giuseppe li allontanò dalle ginocchia di suo padre e si prostrò con la faccia a terra. Poi Giuseppe li prese tutti e due: Efraim alla sua destra, alla sinistra d'Israele, e Manasse alla sua sinistra, alla destra d'Israele, e li fece avvicinare a lui.
Genesi 48:5-13 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
«E ora considero come miei, allo stesso modo di Ruben e di Simeone, i due figli che ti sono nati in Egitto, prima del mio arrivo: Manasse ed Èfraim. Ma i figli che hai avuto dopo di questi, con i fratelli che verranno in seguito, si spartiranno insieme l’eredità che lascerai loro. «Ricordati di tua madre Rachele, morta mentre dalla Mesopotamia facevo ritorno in Canaan, quando c’era ancora un tratto di strada per arrivare a Èfrata, e io l’ho sepolta là lungo la strada che conduce a Èfrata, cioè Betlemme». Quando Giacobbe vide i figli di Giuseppe domandò: — Chi sono? E Giuseppe gli rispose: — Sono i figli che Dio mi ha dato qui in Egitto. — Falli venire vicino a me — disse allora Giacobbe. — Voglio benedirli. Era vecchio e ci vedeva poco: era quasi cieco. Giuseppe fece avvicinare i ragazzi e Giacobbe li baciò e abbracciò. Poi Giacobbe disse a Giuseppe: — Non avrei mai pensato di rivederti, e invece Dio mi concede addirittura di vedere i tuoi figli! Giuseppe riprese i figli dalle ginocchia di Giacobbe e si inchinò fino a terra. Poi li prese per mano tutti e due: diede a Èfraim la destra così che stava a sinistra rispetto a Giacobbe e diede la sinistra a Manasse che si trovò così a destra per Giacobbe; li fece avvicinare a suo padre.
Genesi 48:5-13 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Ora dunque, i tuoi due figliuoli, che ti son nati nel paese di Egitto, prima che io venissi a te in Egitto, son miei; Efraim e Manasse saranno miei, come Ruben e Simeone. Ma i figliuoli che tu genererai dopo loro, saranno tuoi; nella loro eredità saranno nominati del nome de' lor fratelli. Or, quant'è a me, quando io veniva di Paddan, Rachele morì appresso di me nel paese di Canaan, per cammino, alquanto spazio lungi di Efrata; e io la seppellii quivi nel cammino di Efrata, ch' è Betlehem. E Israele, veduti i figluoli di Giuseppe, disse: Chi son costoro? E Giuseppe disse a suo padre: Sono i miei figliuoli, i quali Iddio mi ha dati qui. E Giacobbe disse: Deh! falli appressare a me, ed io li benedirò. (Or gli occhi d'Israele erano gravi per la vecchiezza, talchè egli non potea vedere.) E Giuseppe glieli fece appressare. Ed egli li baciò, e li abbracciò. E Israele disse a Giuseppe: Io non pensava di veder mai più la tua faccia; ed ecco, Iddio mi ha fatto vedere eziandio della tua progenie. Poi Giuseppe, fattili levar d'appresso alle ginocchia di esso, s'inchinò con la faccia in terra. E li prese amendue, e pose Efraim alla sua destra, dalla sinistra d'Israele; e Manasse alla sua sinistra, dalla destra d'Israele; e così glieli fece appressare.