Genesi 43:10-34
Genesi 43:10-34 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Se non avessimo indugiato, a quest’ora saremmo già tornati due volte». Allora Israele, loro padre, disse loro: «Se così è, fate questo: prendete nei vostri sacchi le cose più squisite di questo paese e portate a quell’uomo un dono: un po’ di balsamo, un po’ di miele, degli aromi e della mirra, dei pistacchi e delle mandorle. Prendete con voi il doppio del denaro, e riportate il denaro che fu rimesso alla bocca dei vostri sacchi; forse fu un errore. Prendete anche vostro fratello e andate, tornate da quell’uomo. Dio onnipotente vi faccia trovare grazia davanti a quell’uomo, così che egli vi rilasci l’altro vostro fratello e Beniamino. Se devo essere privato dei miei figli, che io lo sia!» Quelli presero dunque questo dono, presero con sé il doppio del denaro e Beniamino, e partirono; scesero in Egitto e si presentarono davanti a Giuseppe. Come Giuseppe vide Beniamino con loro, disse al suo maggiordomo: «Conduci questi uomini in casa, macella e prepara tutto, perché questi uomini mangeranno con me a mezzogiorno». L’uomo fece come Giuseppe aveva ordinato e li condusse in casa di Giuseppe. E quelli ebbero paura, perché venivano condotti in casa di Giuseppe, e dissero: «Siamo portati qui a motivo di quel denaro che ci fu rimesso nei sacchi la prima volta; egli vuole darci addosso, piombare su di noi e prenderci come schiavi con i nostri asini». Avvicinatisi al maggiordomo di Giuseppe, gli parlarono sulla porta della casa e dissero: «Scusa, signor mio! Noi scendemmo già una prima volta a comprare dei viveri, e avvenne che, quando fummo giunti al luogo dove pernottammo, aprimmo i sacchi, ed ecco, il denaro di ciascuno di noi era alla bocca del suo sacco: il nostro denaro del peso esatto; e l’abbiamo riportato con noi. Ma abbiamo portato con noi altro denaro per comprare dei viveri. Non sappiamo chi abbia messo il nostro denaro nei nostri sacchi». Egli disse: «Datevi pace, non temete; il vostro Dio e il Dio di vostro padre ha messo un tesoro nei vostri sacchi. Io ho avuto il vostro denaro». E, fatto uscire Simeone, lo condusse da loro. Quell’uomo li fece entrare in casa di Giuseppe, diede loro dell’acqua ed essi si lavarono i piedi; ed egli diede del foraggio ai loro asini. Poi essi prepararono il dono, aspettando che Giuseppe venisse a mezzogiorno; perché avevano sentito che sarebbero rimasti lì a mangiare. Quando Giuseppe venne a casa, quelli gli porsero il dono che avevano portato con sé nella casa, e s’inchinarono fino a terra davanti a lui. Egli domandò loro come stavano e disse: «Vostro padre, il vecchio di cui mi parlaste, sta bene? Vive ancora?» Quelli risposero: «Nostro padre tuo servo sta bene, vive ancora». Poi s’inchinarono e gli fecero riverenza. Giuseppe alzò gli occhi, vide Beniamino suo fratello, figlio di sua madre, e disse: «È questo il vostro fratello più giovane di cui mi avete parlato?» Poi disse a lui: «Dio ti sia propizio, figlio mio!» E Giuseppe s’affrettò a uscire, perché si era commosso nell’intimo per suo fratello; cercava un luogo dove piangere. Entrò nella sua camera e pianse. Poi si lavò la faccia e uscì, si fece forza e disse: «Portate il pranzo». Fu dunque portato il cibo per lui a parte, per loro a parte e per gli Egiziani che mangiavano con loro a parte; perché gli Egiziani non possono mangiare con gli Ebrei; per gli Egiziani è cosa abominevole. Ma essi sedevano di fronte a lui, dal primogenito, secondo il suo diritto di primogenitura, fino al più giovane secondo la sua età; e si guardavano l’un l’altro stupiti. Giuseppe fece loro portare delle vivande che aveva davanti a sé; ma la porzione di Beniamino era cinque volte maggiore di quella d’ogni altro di loro. Bevvero e stettero allegri con lui.
Genesi 43:10-34 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Se non avessimo indugiato, a quest'ora saremmo già tornati due volte». Allora Israele, loro padre, disse loro: «Se cosí è, fate questo: prendete nei vostri sacchi le cose piú squisite di questo paese e portate a quell'uomo un dono: un po' di balsamo, un po' di miele, degli aromi e della mirra, dei pistacchi e delle mandorle. Prendete con voi il doppio del denaro, e riportate il denaro che fu rimesso alla bocca dei vostri sacchi; forse fu un errore. Prendete anche vostro fratello e andate, tornate da quell'uomo. Dio onnipotente vi faccia trovar grazia davanti a quell'uomo, cosí che egli vi rilasci l'altro vostro fratello e *Beniamino. Se devo essere privato dei miei figli, che io lo sia!» Quelli presero dunque questo dono, presero con sé il doppio del denaro e Beniamino, e partirono; scesero in Egitto e si presentarono davanti a *Giuseppe. Come Giuseppe vide Beniamino con loro, disse al suo maggiordomo: «Conduci questi uomini in casa, macella e prepara tutto, perché questi uomini mangeranno con me a mezzogiorno». L'uomo fece come Giuseppe aveva ordinato e li condusse in casa di Giuseppe. E quelli ebbero paura, perché venivano condotti in casa di Giuseppe, e dissero: «Siamo portati qui a motivo di quel denaro che ci fu rimesso nei sacchi la prima volta; egli vuole darci addosso, piombare su di noi e prenderci come schiavi, con i nostri asini». Avvicinatisi al maggiordomo di Giuseppe, gli parlarono sulla porta della casa e dissero: «Scusa, signor mio! Noi scendemmo già una prima volta a comprare dei viveri, e avvenne che, quando fummo giunti al luogo dove pernottammo, aprimmo i sacchi, ed ecco il denaro di ciascuno di noi era alla bocca del suo sacco: il nostro denaro del peso esatto; e l'abbiamo riportato con noi. Ma abbiamo portato con noi altro denaro per comprare dei viveri. Non sappiamo chi abbia messo il nostro denaro nei nostri sacchi». Egli disse: «Datevi pace, non temete; il vostro Dio e il Dio di vostro padre ha messo un tesoro nei vostri sacchi. Io ho avuto il vostro denaro». E, fatto uscire *Simeone, lo condusse da loro. Quell'uomo li fece entrare in casa di Giuseppe, diede loro dell'acqua, ed essi si lavarono i piedi; ed egli diede del foraggio ai loro asini. Poi essi prepararono il dono, aspettando che Giuseppe venisse a mezzogiorno; perché avevano sentito che sarebbero rimasti lí a mangiare. Quando Giuseppe venne a casa, quelli gli porsero il dono, che avevano portato con sé nella casa, e s'inchinarono fino a terra davanti a lui. Egli domandò loro come stavano e disse: «Vostro padre, il vecchio di cui mi parlaste, sta bene? Vive ancora?» Quelli risposero: «Nostro padre tuo servo sta bene, vive ancora». Poi s'inchinarono e gli fecero riverenza. Giuseppe alzò gli occhi, vide Beniamino suo fratello, figlio di sua madre, e disse: «È questo il vostro fratello piú giovane di cui mi avete parlato?» Poi disse a lui: «Dio ti sia propizio, figlio mio!» E Giuseppe s'affrettò a uscire, perché si era commosso nell'intimo per suo fratello; cercava un luogo dove piangere; entrò nella sua camera e pianse. Poi si lavò la faccia e uscí, si fece forza e disse: «Portate il pranzo». Fu dunque portato il cibo per lui a parte, per loro a parte e per gli Egiziani che mangiavano con loro a parte; perché gli Egiziani non possono mangiare con gli *Ebrei; per gli Egiziani è cosa abominevole. Ma essi sedevano di fronte a lui, dal primogenito, secondo il suo diritto di *primogenitura, fino al piú giovane secondo la sua età; e si guardavano l'un l'altro stupiti. Giuseppe fece loro portare delle vivande che aveva davanti a sé; ma la porzione di Beniamino era cinque volte maggiore di quella d'ogni altro di loro. Bevvero e stettero allegri con lui.
Genesi 43:10-34 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Se non avessimo perso tanto tempo, a quest’ora saremmo già andati e tornati due volte! — E va bene, se non se ne può fare a meno! — rispose allora Giacobbe, loro padre; — fate così: prendete con voi alcuni dei prodotti migliori di questa terra e fatene dono a quell’Egiziano: resina profumata, un po’ di miele, aromi, laudano, pistacchi e mandorle. Riportate i soldi che avete trovato nell’aprire i vostri sacchi: forse c’è stato un errore. E portate con voi un’altra somma. Prendete vostro fratello Beniamino e ritornate da quell’uomo in Egitto. E Dio Onnipotente faccia in modo che egli abbia pietà di voi e vi lasci ripartire con i vostri fratelli Simeone e Beniamino. Quanto a me, se dovrò proprio perdere tutti i miei figli, rimarrò solo. I fratelli prepararono i regali e le somme di denaro, poi si recarono in Egitto con Beniamino e si presentarono a Giuseppe. Quando Giuseppe vide che c’era anche Beniamino, disse al capo della sua servitù: «Porta questa gente nel mio palazzo perché oggi a mezzogiorno saranno miei ospiti. Poi fa’ macellare e cucinare un buon capo di bestiame». Quell’uomo eseguì gli ordini: condusse gli ospiti a casa di Giuseppe. Quando essi videro che li portavano verso il palazzo ebbero molta paura. Pensavano: «Certamente ci fanno entrare qui per i soldi che l’altra volta sono stati messi nei nostri sacchi! Ora gli Egiziani ci salteranno addosso e ci bastoneranno. Poi ci porteranno via gli asini e ci faranno schiavi». Allora, quando già erano sulla soglia del palazzo, si accostarono al capo della servitù e gli dissero: «Scusaci, signore, noi siamo già stati qui una volta a comprare viveri. Ma quando ci siamo fermati per la notte e abbiamo aperto i nostri sacchi, ciascuno di noi ha trovato nel suo sacco esattamente la somma che aveva pagato. Noi, ora, questo denaro lo abbiamo riportato e ne abbiamo con noi dell'altro per comprare ancora viveri. Non sappiamo assolutamente chi sia che ha rimesso il nostro primo denaro nei nostri sacchi». «State calmi, non preoccupatevi — rispose il capo della servitù. — È il vostro Dio, il Dio di vostro padre che ha rimesso un tesoro nei vostri sacchi. Il vostro denaro, a ogni modo, io l’ho ricevuto». Liberò subito Simeone, li condusse nel palazzo di Giuseppe. Poi fece loro portare acqua per lavarsi e dare foraggio agli asini. Avvertiti che avrebbero pranzato lì a mezzogiorno, in attesa di Giuseppe prepararono i loro doni. Quando Giuseppe arrivò a casa gli diedero i regali e si inchinarono fino a terra. Giuseppe chiese loro come stavano, poi disse: — Sta bene il vostro vecchio padre di cui mi avete parlato? Vive ancora? — Sì, nostro padre, il tuo servitore — essi risposero, — è ancora in vita. E sta bene! E si inchinarono rispettosamente. Poi Giuseppe guardò Beniamino, suo proprio fratello, figlio della stessa madre, e disse: — È questo il vostro fratello più giovane, di cui mi avete parlato? Aggiunse: — Dio ti benedica, figlio mio! Commosso davanti a suo fratello, uscì in fretta per non piangere, ma entrato in camera sua scoppiò in pianto. Lavatosi in fretta, tornò con gli altri. Si riprese e ordinò di servire il pranzo. Giuseppe fu servito a un tavolo, i suoi fratelli a un altro. A un altro tavolo ancora venne portato il pranzo agli Egiziani invitati da Giuseppe. Essi non possono mangiare con gli Ebrei: lo vietano le loro osservanze religiose. I fratelli sedevano di fronte a Giuseppe e i posti erano stati loro assegnati in ordine di età, dal primogenito al minore, perciò si guardavano l’un l’altro con stupore. Giuseppe fece loro servire alcune porzioni prese dal suo stesso tavolo e le razioni di Beniamino erano cinque volte più grandi delle altre. Giuseppe bevve vino con loro e tutti furono insieme molto allegri.
Genesi 43:10-34 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Che se non ci fossimo indugiati, certo ora saremmo già ritornati due volte. E Israele, lor padre, disse loro: Se pur qui così bisogna fare, fate questo: Prendete delle più isquisite cose di questo paese nelle vostre sacca, e portatene un presente a quell'uomo; un poco di balsamo, e un poco di mele, e degli aromati, e della mirra, e de' pinocchi, e delle mandorle. E pigliate in mano danari al doppio; riportate eziandio i danari che vi furono rimessi alla bocca de' vostri sacchi; forse fu errore. E prendete il vostro fratello, e levatevi e ritornate a quell'uomo. E facciavi l'Iddio Onnipotente trovar pietà appo quell'uomo, sì ch'egli vi rilasci il vostro altro fratello, e Beniamino; e se pure io sarò orbato di figliuoli, sialo. Quegli uomini adunque presero quel presente; presero eziandio danari al doppio, e Beniamino; e, levatisi, scesero in Egitto, e si presentarono davanti a Giuseppe. E Giuseppe, veggendo Beniamino con loro, disse al suo mastro di casa: Mena questi uomini dentro alla casa, e ammazza delle carni e apparecchiale; perciocchè questi uomini mangeranno meco a meriggio. E colui fece come Giuseppe avea detto, e menò quegli uomini dentro alla casa di Giuseppe. E quegli uomini temettero, perciocchè erano menati dentro alla casa di Giuseppe, e dissero: Noi siamo menati qua entro per que' danari che ci furono tornati ne' nostri sacchi la prima volta; acciocchè egli si rivolti addosso a noi, e si avventi contro a noi, e ci prenda per servi, insieme co' nostri asini. E accostatisi al mastro di casa di Giuseppe, gli parlarono in su l'entrata della casa. E dissero: Ahi, signor mio! certo da principio noi scendemmo per comperar della vittuaglia. Or avvenne, come fummo giunti all'albergo, che, aprendo i nostri sacchi, ecco, i danari di ciascun di noi erano alla bocca del suo sacco; i nostri danari vi erano appunto secondo il lor peso; e noi li abbiamo riportati con noi. Abbiamo, oltre a ciò, portati nelle nostre mani altri danari per comperar della vittuaglia; noi non sappiamo chi mettesse i nostri danari ne' nostri sacchi. Ed egli disse loro: Datevi pace; non temiate; l'Iddio vostro, e l'Iddio del padre vostro, ha messo un tesoro ne' vostri sacchi; i vostri danari mi vennero in mano. Poi trasse lor fuori Simeone. E, menatili dentro alla casa di Giuseppe, fece portar dell'acqua, ed essi si lavarono i piedi; ed egli diede della pastura ai loro asini. E aspettando che Giuseppe venisse a meriggio, essi apparecchiarono quel presente; perciocchè aveano inteso che resterebbero quivi a mangiare. E quando Giuseppe fu venuto in casa, essi gli porsero quel presente che aveano in mano, dentro alla casa; e gli s'inchinarono fino in terra. E egli li domandò del lor bene stare, e disse: Il padre vostro, quel vecchio di cui mi parlaste, sta egli bene? vive egli ancora? Ed essi dissero: Nostro padre, tuo servitore, sta bene; egli vive ancora. E s'inchinarono, e gli fecero riverenza. E Giuseppe alzò gli occhi, e vide Beniamino, suo fratello, figliuol di sua madre, e disse: È costui il vostro fratel minore, del qual mi parlaste? Poi disse: Iddio ti sia favorevole, figliuol mio. E Giuseppe si ritrasse prestamente; perciocchè le sue viscere si riscaldavano inverso il suo fratello; e cercando luogo per piangere, se n'entrò nella cameretta, e quivi pianse. Poi, lavatosi il viso, uscì fuori, e si fece forza, e disse: Recate le vivande. Furono adunque recate le vivande a lui da parte, a loro da parte, e agli Egizj che mangiavano con lui da parte; conciossiachè gli Egizj non possano mangiare con gli Ebrei; perciocchè ciò è cosa abbominevole agli Egizj. Essi adunque si posero a sedere nel suo cospetto, il primogenito, secondo l'ordine suo di primogenito; e il minore, secondo l'ordine della sua età minore; e quegli uomini, maravigliandosi, si riguardavano l'un l'altro. Ed egli prese de' messi delle vivande d'appresso a sè, e le mandò loro; e la parte di Beniamino fu cinque volte maggiore di quella di qualunque altro di loro. Ed essi bevvero, e goderono con lui.