Genesi 32:1-21
Genesi 32:1-21 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Giacobbe continuò il suo cammino e gli vennero incontro degli angeli di Dio. Come Giacobbe li vide, disse: «Questo è l’esercito di Dio». E chiamò quel luogo Maanaim. Giacobbe mandò davanti a sé dei messaggeri a Esaù suo fratello, nel paese di Seir, nella campagna di Edom. E diede loro quest’ordine: «Direte queste cose a Esaù mio signore: “Così dice il tuo servo Giacobbe: Io ho abitato presso Labano e vi sono rimasto fino ad ora; ho buoi, asini, pecore, servi e serve; lo mando a dire al mio signore, per trovare grazia ai tuoi occhi”». I messaggeri tornarono da Giacobbe, dicendo: «Siamo andati da tuo fratello Esaù ed eccolo che ti viene incontro con quattrocento uomini». Allora Giacobbe fu preso da gran paura e angoscia, divise in due schiere la gente, le greggi, gli armenti, i cammelli che erano con lui e disse: «Se Esaù viene contro una delle schiere e la batte, l’altra che rimane potrà salvarsi». Poi Giacobbe disse: «O Dio di Abraamo mio padre, Dio di mio padre Isacco! O SIGNORE, che mi dicesti: “Torna al tuo paese, dai tuoi parenti, e ti farò del bene”, io sono troppo piccolo per essere degno di tutta la benevolenza che hai usata e di tutta la fedeltà che hai dimostrata al tuo servo; perché quando passai questo Giordano avevo solo il mio bastone, e ora ho due schiere. Liberami, ti prego, dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaù, perché io ho paura di lui e temo che venga e mi assalga, non risparmiando né madre né figli. Tu dicesti: “Certo, io ti farò del bene e farò diventare la tua discendenza come la sabbia del mare, tanto numerosa che non la si può contare”». Egli rimase là quella notte; e di ciò che possedeva prese di che fare un dono a suo fratello Esaù: duecento capre e venti becchi, duecento pecore e venti montoni, trenta cammelle che allattavano e i loro piccoli, quaranta vacche e dieci tori, venti asine e dieci puledri. Li consegnò ai suoi servi, gregge per gregge separatamente, e disse ai suoi servi: «Passate davanti a me e lasciate qualche intervallo tra gregge e gregge». E diede quest’ordine al primo: «Quando mio fratello Esaù t’incontrerà e ti chiederà: “Di chi sei? Dove vai? A chi appartiene questo gregge che va davanti a te?”, tu risponderai: “Al tuo servo Giacobbe; è un dono inviato al mio signore Esaù: ecco, egli stesso viene dietro di noi”». Diede lo stesso ordine al secondo, al terzo e a tutti quelli che seguivano le greggi, dicendo: «In questo modo parlerete a Esaù, quando lo troverete, e direte: “Ecco il tuo servo Giacobbe; egli stesso viene dietro a noi”». Perché diceva: «Io lo placherò con il dono che mi precede e dopo soltanto mi presenterò a lui; forse mi farà buona accoglienza». Così il dono andò davanti a lui ed egli passò la notte nell’accampamento.
Genesi 32:1-21 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
*Giacobbe continuò il suo cammino e gli vennero incontro degli angeli di Dio. Come Giacobbe li vide, disse: «Questo è l'esercito di Dio». E chiamò quel luogo Maanaim. Giacobbe mandò davanti a sé dei messaggeri a *Esaú suo fratello, nel paese di *Seir, nella campagna di *Edom. E diede loro quest'ordine: «Direte queste cose a Esaú mio signore: “Cosí dice il tuo servo Giacobbe: Io ho abitato presso Labano e vi sono rimasto fino ad ora; ho buoi, asini, pecore, servi e serve; lo mando a dire al mio signore, per trovare grazia ai tuoi occhi”». I messaggeri tornarono da Giacobbe, dicendo: «Siamo andati da tuo fratello Esaú ed eccolo che ti viene incontro con quattrocento uomini». Allora Giacobbe fu preso da gran paura e angoscia, divise in due schiere la gente, le greggi, gli armenti, i cammelli che erano con lui e disse: «Se Esaú viene contro una delle schiere e la batte, l'altra che rimane potrà salvarsi». Poi Giacobbe disse: «O Dio d'*Abraamo mio padre, Dio di mio padre *Isacco! O Signore, che mi dicesti: “Torna al tuo paese, dai tuoi parenti e ti farò del bene”, io sono troppo piccolo per essere degno di tutta la benevolenza che hai usata e di tutta la fedeltà che hai dimostrata al tuo servo; perché quando passai questo *Giordano avevo solo il mio bastone, e ora ho due schiere. Liberami, ti prego, dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaú, perché io ho paura di lui e temo che venga e mi assalga, non risparmiando né madre né figli. Tu dicesti: “Certo, io ti farò del bene e farò diventare la tua discendenza come la sabbia del mare, tanto numerosa che non la si può contare”». Egli rimase là quella notte; e di ciò che possedeva prese di che fare un dono a suo fratello Esaú: duecento capre e venti becchi, duecento pecore e venti montoni, trenta cammelle che allattavano e i loro piccoli, quaranta vacche e dieci tori, venti asine e dieci puledri. Li consegnò ai suoi servi, gregge per gregge separatamente, e disse ai suoi servi: «Passate davanti a me e lasciate qualche intervallo tra gregge e gregge». E diede quest'ordine al primo: «Quando mio fratello Esaú t'incontrerà e ti chiederà: “Di chi sei? dove vai? a chi appartiene questo gregge che va davanti a te?” tu risponderai: “Al tuo servo Giacobbe; è un dono inviato al mio signore Esaú: ecco, egli stesso viene dietro di noi”». Diede lo stesso ordine al secondo, al terzo e a tutti quelli che seguivano le greggi, dicendo: «In questo modo parlerete a Esaú, quando lo troverete, e direte: “Ecco il tuo servo Giacobbe; egli stesso viene dietro a noi”». Perché diceva: «Io lo placherò con il dono che mi precede e dopo soltanto mi presenterò a lui; forse mi farà buona accoglienza». Cosí il dono andò davanti a lui ed egli passò la notte nell'accampamento.
Genesi 32:1-21 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Il mattino seguente Labano si alzò presto, baciò i suoi nipoti e le sue figlie e li benedisse. Poi se ne andò e tornò a casa sua. Giacobbe si mise in cammino e alcuni angeli di Dio gli andarono incontro. Come li vide, Giacobbe esclamò: «Questo è l’accampamento di Dio!» e chiamò quel luogo ‘Macanàim’ (Due accampamenti). Poi Giacobbe mandò davanti a sé alcuni messaggeri a suo fratello Esaù, nella regione di Seir, la campagna di Edom. Diede loro quest’ordine: «Parlerete così a mio fratello Esaù: Il tuo umile servo Giacobbe ti manda a dire: Io sono stato presso Labano come un emigrante, e vi sono rimasto fino a ora. Sono divenuto proprietario di buoi, di asini e di greggi, di servi e di serve. Ora ti mando questi messaggeri per farlo sapere a te, Esaù, mio signore, perché io trovi così buona accoglienza presso di te». I messaggeri tornarono da Giacobbe e gli dissero: «Siamo stati da tuo fratello Esaù. Ora anch’egli ti sta venendo incontro, e ha con sé quattrocento uomini». Giacobbe ebbe paura e fu preso da grande angoscia. Allora divise in due gruppi la gente che era con lui, e divise anche le pecore, i buoi e i cammelli. Pensava tra sé: «Se Esaù piomba su un gruppo e lo distrugge, l’altro potrà salvarsi». Poi Giacobbe pregò: «O Dio dei miei padri, Dio di Abramo e Dio di Isacco, o Signore! Tu mi hai detto: “Ritorna al tuo paese, ai tuoi parenti, e io farò in modo che tutto ti vada bene”. Io non sono degno di tutti i favori che hai fatto con grande fedeltà a me, tuo servitore. Non avevo che il mio bastone quando ho attraversato il Giordano e ora me ne ritorno con questi due gruppi. Salvami dalla mano di mio fratello Esaù, perché ho paura di lui. Temo che egli venga e uccida me, le donne e i bambini. Eppure tu mi avevi detto: “Farò in modo che tutto vada bene per te! Renderò i tuoi discendenti numerosi come i granelli di sabbia del mare, che non si possono contare, tanti ce ne sono”». Per quella notte Giacobbe rimase in quel luogo. E per fare un regalo a suo fratello Esaù prese quel che gli capitò sotto mano: duecento capre e venti capri, duecento pecore e venti montoni, trenta cammelle allattanti, con i loro piccoli, quaranta mucche e dieci tori, venti asine e dieci asini. Affidò separatamente ogni gregge ai suoi servi e disse loro: «Andate avanti e lasciate un intervallo fra un gregge e l’altro». Poi diede quest’ordine al primo servitore: «Quando mio fratello Esaù ti verrà incontro e ti chiederà: “Di chi sei servo? Dove vai? E di chi è questo bestiame che spingi davanti a te?”, tu risponderai: Io sono di Giacobbe, tuo servitore. E questo bestiame è un regalo che egli fa al mio signore Esaù. Ecco, lui stesso viene dietro di noi». Diede lo stesso ordine al secondo servitore, al terzo e a tutti quelli che accompagnavano i greggi: «Questo direte a Esaù, quando lo incontrerete. E inoltre gli direte: Il tuo servitore Giacobbe viene dietro a noi». Pensava infatti: «Io lo calmerò prima con il regalo che mi precede, poi mi presenterò a lui. Allora, forse, mi farà buona accoglienza!».
Genesi 32:1-21 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
E GIACOBBE andò al suo cammino; ed egli scontrò degli Angeli di Dio. E come Giacobbe li vide, disse: Quest'è un campo di Dio: perciò pose nome a quel luogo Mahanaim. E Giacobbe mandò davanti a sè dei messi ad Esaù, suo fratello, nel paese di Seir, territorio di Edom. E diede loro quest'ordine: Dite così ad Esaù, mio signore: Così ha detto il tuo servitore Giacobbe: Io sono stato forestiere appo Labano, e vi son dimorato infino ad ora. Ed ho buoi, ed asini, e pecore, e servi, e serve; e mando significandolo al mio signore, per ritrovar grazia appo te. E i messi se ne ritornarono a Giacobbe, e gli dissero: Noi siamo andati ad Esaù, tuo fratello; ed egli altresì ti viene incontro, menando seco quattrocent'uomini. E Giacobbe temette grandemente, e fu angosciato; e spartì la gente ch'era seco, e le gregge, e gli armenti, e i cammelli in due schiere. E disse: Se Esaù viene ad una delle schiere, e la percuote, l'altra scamperà. Poi Giacobbe disse: O Dio di Abrahamo, mio padre, e Dio parimente d'Isacco, mio padre; o Signore, che mi dicesti: Ritorna al tuo paese, ed al tuo luogo natio, ed io ti farò del bene, io son piccolo appo tutte le benignità, e tutta la lealtà che tu hai usata inverso il tuo servitore; perciocchè io passai questo Giordano col mio bastone solo, ed ora son divenuto due schiere. Liberami, ti prego, dalle mani del mio fratello, dalle mani di Esaù; perciocchè io temo di lui, che talora egli non venga, e mi percuota, madre e figliuoli insieme. E pur tu hai detto: Per certo io ti farò del bene, e farò che la tua progenie sarà come la rena del mare, la qual non si può annoverare per la sua moltitudine. Ed egli dimorò quivi quella notte; e prese di ciò che gli venne in mano per farne un presente ad Esaù, suo fratello; cioè dugento capre, e venti becchi; dugento pecore, e venti montoni; trenta cammelle allattanti, insieme co' lor figli; quaranta vacche, e dieci giovenchi; venti asine, e dieci puledri d'asini. E diede ciascuna greggia da parte in mano ai suoi servitori; e disse loro: Passate davanti a me, e fate che vi sia alquanto spazio fra una greggia e l'altra. E diede quest'ordine al primo: Quando Esaù, mio fratello, ti scontrerà, e ti domanderà: Di cui sei tu? e dove vai? e di cui son questi animali che vanno davanti a te? di': Io son del tuo servitore Giacobbe; quest'è un presente mandato al mio signore Esaù; ed ecco, egli stesso viene dietro a noi. E diede lo stesso ordine al secondo, ed al terzo, ed a tutti que' servitori che andavano dietro a quelle gregge; dicendo: Parlate ad Esaù in questa maniera, quando voi lo troverete. E ditegli ancora: Ecco il tuo servitore Giacobbe dietro a noi. Perciocchè egli diceva: Io lo placherò col presente che va davanti a me; e poi potrò veder la sua faccia; forse mi farà egli buona accoglienza. Quel presente adunque passò davanti a lui; ed egli dimorò quella notte nel campo.