Secondo libro delle Cronache 24:1-23
Secondo libro delle Cronache 24:1-23 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Ioas aveva sette anni quando cominciò a regnare, e regnò quarant’anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Sibia da Beer-Sceba. Ioas fece ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE per tutto il tempo che visse il sacerdote Ieoiada. Ieoiada prese per lui due mogli, dalle quali egli ebbe dei figli e delle figlie. Dopo queste cose venne in cuore a Ioas di restaurare la casa del SIGNORE. Radunò i sacerdoti e i Leviti e disse loro: «Andate per le città di Giuda e raccogliete, anno per anno, in tutto Israele del denaro per restaurare la casa del vostro Dio; e guardate di sollecitare la cosa». Ma i Leviti non si affrettarono. Allora il re chiamò Ieoiada, loro capo, e gli disse: «Perché non hai fatto in modo che i Leviti portassero da Giuda e da Gerusalemme la tassa che Mosè, servo del SIGNORE, e l’assemblea d’Israele stabilirono per la tenda della testimonianza?» Infatti l’empia Atalia e i suoi figli avevano saccheggiato la casa di Dio e avevano perfino adoperato per i Baal tutte le cose consacrate della casa del SIGNORE. Il re dunque comandò che si facesse una cassa e che la si mettesse fuori, alla porta della casa del SIGNORE. Poi fu ordinato in Giuda e in Gerusalemme che si portasse al SIGNORE la tassa che Mosè, servo di Dio, aveva imposta a Israele nel deserto. Tutti i capi e tutto il popolo se ne rallegrarono e portarono il denaro, e lo mettevano nella cassa finché tutti ebbero pagato. Quando era il momento che i Leviti dovevano portare la cassa agli ispettori reali, perché vedevano che c’era molto denaro, il segretario del re e il commissario del sommo sacerdote venivano a vuotare la cassa; la prendevano, poi la riportavano al suo posto; facevano così ogni giorno, e raccolsero denaro in abbondanza. Il re e Ieoiada lo davano a quanti erano incaricati di eseguire i lavori della casa del SIGNORE; e questi pagavano degli scalpellini e dei falegnami per restaurare la casa del SIGNORE, e anche dei lavoratori del ferro e del bronzo per restaurare la casa del SIGNORE. Così gli incaricati dei lavori si misero all’opera, e per le loro mani furono compiute le riparazioni; essi rimisero la casa di Dio in buono stato e la consolidarono. Quando ebbero finito, portarono davanti al re e davanti a Ieoiada il rimanente del denaro, con il quale si fecero degli utensili per la casa del SIGNORE: degli utensili per il servizio e per gli olocausti, delle coppe e altri utensili d’oro e d’argento. E durante tutta la vita di Ieoiada si offrirono continuamente olocausti nella casa del SIGNORE. Ma Ieoiada, fattosi vecchio e sazio di giorni, morì; quando morì, aveva centotrent’anni; e fu sepolto nella città di Davide con i re, perché aveva fatto del bene in Israele, per il servizio di Dio e della sua casa. Dopo la morte di Ieoiada, i capi di Giuda andarono dal re e si prostrarono davanti a lui; allora il re diede loro ascolto; ed essi abbandonarono la casa del SIGNORE, Dio dei loro padri, e servirono gli idoli di Astarte e gli altri idoli; e questa loro colpa provocò l’ira del SIGNORE contro Giuda e contro Gerusalemme. Il SIGNORE mandò loro dei profeti per ricondurli a sé e questi protestarono contro la loro condotta, ma essi non vollero ascoltarli. Allora lo Spirito di Dio rivestì Zaccaria, figlio del sacerdote Ieoiada, il quale, stando in piedi in mezzo al popolo, disse: «Così dice Dio: “Perché trasgredite i comandamenti del SIGNORE? Voi non prospererete; poiché avete abbandonato il SIGNORE, anch’egli vi abbandonerà”». Ma quelli fecero una congiura contro di lui e lo lapidarono per ordine del re nel cortile della casa del SIGNORE. Il re Ioas non si ricordò della benevolenza usata verso di lui da Ieoiada, padre di Zaccaria, e gli uccise il figlio, il quale, morendo, disse: «Il SIGNORE lo veda e ne chieda conto!» Trascorso quell’anno, l’esercito dei Siri salì contro Ioas e venne in Giuda e a Gerusalemme. Essi misero a morte fra il popolo tutti i capi e inviarono tutto il bottino al re di Damasco.
Secondo libro delle Cronache 24:1-23 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Ioas aveva sette anni quando cominciò a regnare, e regnò quarant’anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Sibia da Beer-Sceba. Ioas fece ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE per tutto il tempo che visse il sacerdote Ieoiada. Ieoiada prese per lui due mogli, dalle quali egli ebbe dei figli e delle figlie. Dopo queste cose venne in cuore a Ioas di restaurare la casa del SIGNORE. Radunò i sacerdoti e i Leviti e disse loro: «Andate per le città di Giuda e raccogliete, anno per anno, in tutto Israele del denaro per restaurare la casa del vostro Dio; e guardate di sollecitare la cosa». Ma i Leviti non si affrettarono. Allora il re chiamò Ieoiada, loro capo, e gli disse: «Perché non hai fatto in modo che i Leviti portassero da Giuda e da Gerusalemme la tassa che Mosè, servo del SIGNORE, e l’assemblea d’Israele stabilirono per la tenda della testimonianza?» Infatti l’empia Atalia e i suoi figli avevano saccheggiato la casa di Dio e avevano perfino adoperato per i Baal tutte le cose consacrate della casa del SIGNORE. Il re dunque comandò che si facesse una cassa e che la si mettesse fuori, alla porta della casa del SIGNORE. Poi fu ordinato in Giuda e in Gerusalemme che si portasse al SIGNORE la tassa che Mosè, servo di Dio, aveva imposta a Israele nel deserto. Tutti i capi e tutto il popolo se ne rallegrarono e portarono il denaro, e lo mettevano nella cassa finché tutti ebbero pagato. Quando era il momento che i Leviti dovevano portare la cassa agli ispettori reali, perché vedevano che c’era molto denaro, il segretario del re e il commissario del sommo sacerdote venivano a vuotare la cassa; la prendevano, poi la riportavano al suo posto; facevano così ogni giorno, e raccolsero denaro in abbondanza. Il re e Ieoiada lo davano a quanti erano incaricati di eseguire i lavori della casa del SIGNORE; e questi pagavano degli scalpellini e dei falegnami per restaurare la casa del SIGNORE, e anche dei lavoratori del ferro e del bronzo per restaurare la casa del SIGNORE. Così gli incaricati dei lavori si misero all’opera, e per le loro mani furono compiute le riparazioni; essi rimisero la casa di Dio in buono stato e la consolidarono. Quando ebbero finito, portarono davanti al re e davanti a Ieoiada il rimanente del denaro, con il quale si fecero degli utensili per la casa del SIGNORE: degli utensili per il servizio e per gli olocausti, delle coppe e altri utensili d’oro e d’argento. E durante tutta la vita di Ieoiada si offrirono continuamente olocausti nella casa del SIGNORE. Ma Ieoiada, fattosi vecchio e sazio di giorni, morì; quando morì, aveva centotrent’anni; e fu sepolto nella città di Davide con i re, perché aveva fatto del bene in Israele, per il servizio di Dio e della sua casa. Dopo la morte di Ieoiada, i capi di Giuda andarono dal re e si prostrarono davanti a lui; allora il re diede loro ascolto; ed essi abbandonarono la casa del SIGNORE, Dio dei loro padri, e servirono gli idoli di Astarte e gli altri idoli; e questa loro colpa provocò l’ira del SIGNORE contro Giuda e contro Gerusalemme. Il SIGNORE mandò loro dei profeti per ricondurli a sé e questi protestarono contro la loro condotta, ma essi non vollero ascoltarli. Allora lo Spirito di Dio rivestì Zaccaria, figlio del sacerdote Ieoiada, il quale, stando in piedi in mezzo al popolo, disse: «Così dice Dio: “Perché trasgredite i comandamenti del SIGNORE? Voi non prospererete; poiché avete abbandonato il SIGNORE, anch’egli vi abbandonerà”». Ma quelli fecero una congiura contro di lui e lo lapidarono per ordine del re nel cortile della casa del SIGNORE. Il re Ioas non si ricordò della benevolenza usata verso di lui da Ieoiada, padre di Zaccaria, e gli uccise il figlio, il quale, morendo, disse: «Il SIGNORE lo veda e ne chieda conto!» Trascorso quell’anno, l’esercito dei Siri salì contro Ioas e venne in Giuda e a Gerusalemme. Essi misero a morte fra il popolo tutti i capi e inviarono tutto il bottino al re di Damasco.
Secondo libro delle Cronache 24:1-23 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Ioas aveva sette anni quando cominciò a regnare, e regnò quarant'anni a *Gerusalemme. Sua madre si chiamava Sibia da Beer-Sceba. Ioas fece ciò che è giusto agli occhi del Signore per tutto il tempo che visse il *sacerdote Ieoiada. Ieoiada prese per lui due mogli, dalle quali egli ebbe dei figli e delle figlie. Dopo queste cose venne in cuore a Ioas di restaurare la casa del Signore. Radunò i sacerdoti e i *Leviti, e disse loro: «Andate per le città di *Giuda, e raccogliete anno per anno in tutto *Israele del denaro per restaurare la casa del vostro Dio; e guardate di sollecitare la cosa». Ma i Leviti non si affrettarono. Allora il re chiamò Ieoiada loro capo e gli disse: «Perché non hai fatto in modo che i Leviti portassero da Giuda e da Gerusalemme la tassa che *Mosè, servo del Signore, e l'assemblea d'Israele stabilirono per la *tenda della testimonianza?» Infatti l'empia Atalia e i suoi figli avevano saccheggiato la casa di Dio e avevano perfino adoperato per i *Baal tutte le cose consacrate della casa del Signore. Il re dunque comandò che si facesse una cassa e che la si mettesse fuori, alla porta della casa del Signore. Poi fu ordinato in Giuda e in Gerusalemme che si portasse al Signore la tassa che Mosè, servo di Dio, aveva imposta a Israele nel deserto. Tutti i capi e tutto il popolo se ne rallegrarono e portarono il denaro, e lo mettevano nella cassa finché tutti ebbero pagato. Quand'era il momento che i Leviti dovevano portare la cassa agli ispettori reali, perché vedevano che c'era molto denaro, il segretario del re e il commissario del sommo sacerdote venivano a vuotare la cassa; la prendevano, poi la riportavano al suo posto; facevano cosí ogni giorno, e raccolsero denaro in abbondanza. Il re e Ieoiada lo davano a quanti erano incaricati di eseguire i lavori della casa del Signore; e questi pagavano degli scalpellini e dei falegnami per restaurare la casa del Signore, e anche dei lavoratori del ferro e del rame per restaurare la casa del Signore. Cosí gli incaricati dei lavori si misero all'opera, e per le loro mani furono compiute le riparazioni; essi rimisero la casa di Dio in buono stato, e la consolidarono. Quand'ebbero finito, portarono davanti al re e davanti a Ieoiada il rimanente del denaro, con il quale si fecero degli utensili per la casa del Signore: degli utensili per il servizio e per gli olocausti, delle coppe, e altri utensili d'oro e d'argento. E durante tutta la vita di Ieoiada, si offrirono continuamente olocausti nella casa del Signore. Ma Ieoiada, fattosi vecchio e sazio di giorni, morí; quando morí, aveva centotrent'anni; e fu sepolto nella *città di *Davide con i re, perché aveva fatto del bene in Israele, per il servizio di Dio e della sua casa. Dopo la morte di Ieoiada, i capi di Giuda andarono dal re e si prostrarono davanti a lui; allora il re diede loro ascolto; ed essi abbandonarono la casa del Signore, Dio dei loro padri, e servirono gli idoli di *Astarte e gli altri idoli; e questa loro colpa provocò l'ira del Signore contro Giuda e contro Gerusalemme. Il Signore mandò loro dei *profeti per ricondurli a sé e questi protestarono contro la loro condotta, ma essi non vollero ascoltarli. Allora lo Spirito di Dio rivestí *Zaccaria, figlio del sacerdote Ieoiada, il quale stando in piedi in mezzo al popolo, disse: «Cosí dice Dio: “Perché *trasgredite i comandamenti del Signore? Voi non prospererete; poiché avete abbandonato il Signore, anch'egli vi abbandonerà”». Ma quelli fecero una congiura contro di lui, e lo lapidarono per ordine del re, nel *cortile della casa del Signore. Il re Ioas non si ricordò della benevolenza usata verso di lui da Ieoiada, padre di Zaccaria, e gli uccise il figlio; il quale, morendo, disse: «Il Signore lo veda e ne chieda conto!» Trascorso quell'anno, l'esercito dei *Siri salí contro Ioas, e venne in Giuda e a Gerusalemme. Essi misero a morte fra il popolo tutti i capi, e inviarono tutto il bottino al re di *Damasco.
Secondo libro delle Cronache 24:1-23 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Ioas divenne re all’età di sette anni e regnò a Gerusalemme per quarant’anni. Sua madre si chiamava Sibìa e veniva da Bersabea. Finché visse il sacerdote Ioiadà, Ioas ubbidì alla volontà del Signore. Ioiadà gli fece sposare due mogli e così ebbe figli e figlie. Ioas decise di restaurare il tempio. Radunò i sacerdoti e i leviti e disse loro: «Andate nelle città del regno di Giuda e fatevi dare da tutto Israele denaro per il tempio. Lo userete per le riparazioni annuali. Fate presto!». Ma i leviti presero la cosa con calma. Allora il re convocò Ioiadà, loro capo, e gli disse: «Perché non hai imposto ai leviti di riscuotere il denaro a Gerusalemme e in tutto il regno? Questa è la tassa che Mosè, servo del Signore, e l’assemblea degli Israeliti istituirono allora a favore della tenda dove erano custoditi gli insegnamenti del Signore. Sai che Atalia, quella perfida donna, e i suoi seguaci hanno lasciato andare in rovina il tempio. Anzi hanno adoperato i suoi oggetti sacri per il culto del dio Baal». Il re ordinò di fabbricare una cassa e di metterla davanti al tempio, vicino all’ingresso. Poi diffuse a Gerusalemme e nel territorio di Giuda l’ordine di dare l’offerta per il Signore, quella che Mosè, servo di Dio, aveva imposto nel deserto agli Israeliti. Tutti, autorità e popolo, furono contenti di deporre il loro contributo nella cassa, che presto fu piena. Quando i leviti, incaricati dal re, ispezionarono la cassa, vi trovarono grande quantità di denaro. Allora vennero il segretario del re e il rappresentante del sommo sacerdote, vuotarono la cassa e la fecero rimettere al suo posto. Da allora fecero così ogni giorno e si raccolse molto denaro. Il re e Ioiadà affidarono il denaro ai responsabili dei lavori per il tempio. Essi incaricarono tagliapietre, carpentieri e specialisti nel lavorare ferro e bronzo di restaurare e consolidare il tempio. I lavoratori si misero all’opera e con abilità risanarono l’edificio: il tempio fu restaurato e riportato alla sua primitiva solidità. Quando i lavori furono completati, il denaro avanzato fu consegnato al re e a Ioiadà. Con esso si fabbricarono vari oggetti per il culto del tempio e per i sacrifici, vasi e recipienti d'oro e d'argento. Durante la vita del sacerdote Ioiadà, l’offerta dei sacrifici completi si svolse nel tempio con regolarità. Dopo una lunga vecchiaia, Ioiadà morì all’età di centotrent’anni. Fu sepolto nella Città di Davide, accanto alle tombe dei re, perché aveva dedicato la sua vita a Dio e al tempio per il bene del popolo d'Israele. Dopo la morte del sacerdote Ioiadà, persone influenti nel regno di Giuda andarono a rendere omaggio a Ioas. Il re cominciò a dar loro ascolto. Ben presto gli Israeliti non andarono più al tempio del Signore, Dio dei loro padri. Cominciarono a seguire il culto degli idoli e dei pali sacri di Asera. Questa colpa di Gerusalemme e del regno di Giuda non rimase senza punizione. Il Signore mandò profeti per far tornare a sé gli Israeliti. I profeti predicarono, ma nessuno li ascoltò. Lo spirito di Dio s’impadronì del sacerdote Zaccaria figlio di Ioiadà. Egli affrontò il popolo e disse: «Ascoltate quel che Dio, il Signore, vi dice: Perché disubbidite ai miei comandamenti? Finirete male. Avete abbandonato me e io abbandonerò voi!». Ma tutti si unirono contro di lui e, per ordine del re, lo uccisero a sassate nel cortile del tempio. Con questo assassinio il re Ioas mostrava di aver dimenticato il bene ricevuto da Ioiadà, il padre di Zaccaria. Prima di morire Zaccaria gridò: «Tu, Signore, guarda e giudica!». Nella primavera seguente, l’esercito degli Aramei marciò contro Ioas. I soldati invasero il regno di Giuda e attaccarono Gerusalemme. Uccisero tutti i capi del popolo e mandarono al re di Damasco un grande bottino.
Secondo libro delle Cronache 24:1-23 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
GIOAS era d'età di sette anni, quando cominciò a regnare; e regnò quarant'anni in Gerusalemme. E il nome di sua madre era Sibia, da Beerseba. E Gioas fece quello che piace al Signore tutto il tempo del sacerdote Gioiada. E Gioiada gli prese due mogli; ed egli generò figliuoli e figliuole. Dopo questo venne in cuore a Gioas di ristorare la Casa del Signore. Perciò adunò i sacerdoti e i Leviti, e disse loro: Andate per le città di Giuda, e raccogliete, anno per anno, da tutto Israele, danari per ristorar la Casa dell'Iddio vostro; e voi sollecitate questo affare. Ma i Leviti non lo sollecitarono. E il re chiamò Gioiada, sommo sacerdote, e gli disse: Perchè non hai tu usata diligenza, che i Leviti portassero da Giuda, e da Gerusalemme, la colta di Mosè, servitor del Signore, e della raunanza d'Israele, per lo Tabernacolo della Testimonianza? (Conciossiachè la scellerata Atalia, ed i suoi figliuoli avessero fatte delle rotture nella Casa di Dio; ed anche avessero adoperate per i Baali tutte le cose consacrate della Casa del Signore.) Il re adunque comandò che si facesse una cassetta, e che quella si mettesse alla porta della Casa del Signore, di fuori. Poi fu fatta una grida per Giuda ed in Gerusalemme, che si portasse al Signore la colta che Mosè, servitor di Dio, avea fatta sopra Israele nel deserto. E tutti i capi, e tutto il popolo, la portavano allegramente, e la gittavano nella cassetta, finchè fu finita l'opera. Ora, quando la cassetta si portava, per le mani de' Leviti, a quelli ch'erano deputati del re (il che si faceva, quando vedevano che vi erano dentro danari assai), il segretario del re, ed un commessario del sommo sacerdote venivano, e vuotavano la cassetta; poi la riportavano, e la rimettevano nel suo luogo. Così facevano ogni giorno; e raccolsero gran quantità di danari. E il re, e Gioiada, davano que' danari a quelli che aveano la cura dell'opera che si faceva per lo servigio della Casa del Signore; ed essi ne prezzolavano scarpellini, e legnaiuoli, per rinnovar la Casa del Signore; ed anche fabbri di ferro e di rame, per ristorarla. Coloro adunque che aveano la cura dell'opera, si adoperarono; e l'opera fu ristorata per le lor mani; ed essi rimisero la Casa di Dio nello stato suo, e la rinforzarono. E quando ebber finito, portarono davanti al re, e davanti a Gioiada, il rimanente de' danari; ed egli li impiegò in arredi per la Casa del Signore, in arredi per fare il servigio, e per offerir sacrificii, ed in coppe, ed altri vasellamenti d'oro e d'argento. E nel tempo di Gioiada, furono del continuo offerti olocausti nella Casa del Signore. Or Gioiada, essendo diventato vecchio e sazio di giorni, morì. Egli era d'età di centotrent'anni, quando morì. E fu seppellito nella Città di Davide coi re; perciocchè egli avea fatto bene assai inverso Israele, ed inverso Iddio, e la sua Casa. E dopo che Gioiada fu morto, i capi di Giuda vennero al re, e si prostesero davanti a lui; allora egli attese a loro. Ed essi lasciarono la Casa del Signore Iddio de' lor padri, e servirono a' boschi ed agl'idoli; laonde vi fu indegnazione contro a Giuda, e contro a Gerusalemme, per questa lor colpa. E benchè il Signore mandasse loro de' profeti, per convertirli a sè, e ch'essi protestassero loro, non però prestarono l'orecchio. E lo Spirito di Dio investì Zaccaria, figliuolo del sacerdote Gioiada. Ed egli, stando in piè disopra al popolo, disse loro: Così ha detto Iddio: Perchè trasgredite voi i comandamenti del Signore? Voi non prospererete: perciocchè voi avete abbandonato il Signore, egli altresì vi abbandonerà. Ed essi fecero congiura contro a lui, e lo lapidarono, per comandamento del re, nel cortile della Casa del Signore. E il re Gioas non si ricordò della benignità usata da Gioiada, padre di esso, inverso lui; anzi uccise il suo figliuolo. Ora, mentre egli moriva, disse: Il Signore lo vegga, e ne ridomandi conto. Ed avvenne, in capo all'anno, che l'esercito de' Siri salì contro a Gioas; e venne in Giuda ed in Gerusalemme; ed ammazzarono d'infra il popolo tutti i capi di esso; e mandarono tutte le spoglie loro al re in Damasco.