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Secondo libro delle Cronache 18:3-34

Secondo libro delle Cronache 18:3-34 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Acab, re d’Israele, disse a Giosafat, re di Giuda: «Vuoi venire con me a Ramot di Galaad?» Giosafat gli rispose: «Conta su di me come su te stesso, sulla mia gente come sulla tua, e verremo con te alla guerra». E Giosafat disse al re d’Israele: «Ti prego, consulta oggi la parola del SIGNORE». Allora il re d’Israele radunò i profeti, in numero di quattrocento, e disse loro: «Dobbiamo andare a far guerra a Ramot di Galaad o no?» Quelli risposero: «Va’, e Dio la darà nelle mani del re». Ma Giosafat disse: «Non c’è qui nessun altro profeta del SIGNORE da poter consultare?» Il re d’Israele rispose a Giosafat: «C’è ancora un uomo per mezzo del quale si potrebbe consultare il SIGNORE; ma io lo odio perché non mi predice mai nulla di buono, ma sempre del male: è Micaia, figlio d’Imla». E Giosafat disse: «Non dica così il re». Allora il re d’Israele chiamò un eunuco e gli disse: «Fa’ subito venire Micaia, figlio d’Imla». Il re d’Israele e Giosafat, re di Giuda, sedevano ciascuno sul suo trono, vestiti dei loro abiti regali, nell’aia che è all’ingresso della porta di Samaria; tutti i profeti profetizzavano davanti a loro. Sedechia, figlio di Chenaana, si era fatto delle corna di ferro e disse: «Così dice il SIGNORE: “Con queste corna colpirai i Siri finché tu li abbia completamente distrutti”». E tutti i profeti profetizzavano nello stesso modo, dicendo: «Sali contro Ramot di Galaad e vincerai; il SIGNORE la darà nelle mani del re». Il messaggero che era andato a chiamare Micaia gli parlò così: «Tutti i profeti, a una voce, predicono del bene al re; ti prego, le tue parole siano concordi con le loro, e predici del bene!» Ma Micaia rispose: «Com’è vero che il SIGNORE vive, io dirò quel che il mio Dio mi dirà». Quando giunse davanti al re, il re gli disse: «Micaia, dobbiamo andare a far guerra a Ramot di Galaad o no?» Egli rispose: «Andate pure e vincerete; i nemici saranno dati nelle vostre mani». Il re gli disse: «Quante volte dovrò scongiurarti di non dirmi altro che la verità nel nome del SIGNORE?» Micaia rispose: «Ho visto tutto Israele disperso su per i monti, come pecore che non hanno pastore; e il SIGNORE ha detto: “Questa gente non ha padrone; se ne torni ciascuno in pace a casa sua”». Il re d’Israele disse a Giosafat: «Non te l’avevo detto che costui non mi avrebbe predetto nulla di buono, ma soltanto del male?» Micaia replicò: «Perciò ascoltate la parola del SIGNORE. Io ho visto il SIGNORE seduto sul suo trono, e tutto l’esercito del cielo che gli stava a destra e a sinistra. E il SIGNORE disse: “Chi sedurrà Acab, re d’Israele, affinché salga contro Ramot di Galaad e vi perisca?” Ci fu chi rispose in un modo e chi rispose in un altro. Allora si fece avanti uno spirito, il quale si presentò davanti al SIGNORE e disse: “Lo sedurrò io”. Il SIGNORE gli disse: “E come?” Quello rispose: “Io uscirò e sarò spirito di menzogna in bocca a tutti i suoi profeti”. Il SIGNORE gli disse: “Sì, riuscirai a sedurlo; esci e fa’ così”. E ora, ecco, il SIGNORE ha messo uno spirito di menzogna in bocca a questi tuoi profeti; ma il SIGNORE ha pronunciato del male contro di te». Allora Sedechia, figlio di Chenaana, si accostò, diede uno schiaffo a Micaia e disse: «Per dove è passato lo Spirito del SIGNORE quando è uscito da me per parlare a te?» Micaia rispose: «Lo vedrai il giorno che andrai di camera in camera per nasconderti!» Il re d’Israele disse: «Prendete Micaia, portatelo da Amon, governatore della città, e da Ioas, figlio del re, e dite loro: “Così dice il re: ‘Rinchiudete costui in prigione, nutritelo di pane d’afflizione e d’acqua d’afflizione finché io torni sano e salvo’”». Micaia disse: «Se tu torni sano e salvo, non è stato il SIGNORE che ha parlato per bocca mia». E aggiunse: «Udite questo, popoli tutti!» Il re d’Israele e Giosafat, re di Giuda, marciarono dunque contro Ramot di Galaad. Il re d’Israele disse a Giosafat: «Io mi travestirò per andare in battaglia; ma tu mettiti i tuoi abiti regali». Il re d’Israele si travestì e andarono in battaglia. Il re di Siria aveva dato quest’ordine ai capitani dei suoi carri: «Non combattete contro nessuno, piccolo o grande, ma soltanto contro il re d’Israele». Quando i capitani dei carri scorsero Giosafat, dissero: «Quello è il re d’Israele», e si diressero contro di lui per attaccarlo; ma Giosafat mandò un grido e il SIGNORE lo soccorse, e Dio li attirò lontano da lui. Quando i capitani dei carri si accorsero che egli non era il re d’Israele, cessarono di assalirlo. Ma un uomo scoccò a caso la freccia del suo arco e ferì il re d’Israele tra la corazza e le falde; perciò il re disse al suo cocchiere: «Volta, portami fuori dal campo, perché sono ferito». Ma la battaglia fu così accanita quel giorno che il re fu trattenuto sul suo carro di fronte ai Siri fino alla sera, e sul tramontare del sole morì.

Secondo libro delle Cronache 18:3-34 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Acab, re d'*Israele, disse a Giosafat, re di *Giuda: «Vuoi venire con me a Ramot di Galaad?» Giosafat gli rispose: «Conta su di me come su te stesso, sulla mia gente come sulla tua, e verremo con te alla guerra». E Giosafat disse al re d'Israele: «Ti prego, consulta oggi la parola del Signore». Allora il re d'Israele radunò i *profeti, in numero di quattrocento, e disse loro: «Dobbiamo andare a far guerra a Ramot di Galaad, o no?» Quelli risposero: «Va', e Dio la darà nelle mani del re». Ma Giosafat disse: «Non c'è qui nessun altro profeta del Signore da poter consultare?» Il re d'Israele rispose a Giosafat: «C'è ancora un uomo per mezzo del quale si potrebbe consultare il Signore; ma io lo odio perché non mi predice mai nulla di buono, ma sempre del male: è Micaia, figlio d'Imla». E Giosafat disse: «Non dica cosí il re». Allora il re d'Israele chiamò un eunuco, e gli disse: «Fa' subito venire Micaia, figlio d'Imla». Il re d'Israele e Giosafat, re di Giuda, sedevano ciascuno sul suo trono, vestiti dei loro abiti regali, nell'aia che è all'ingresso della porta di Samaria; tutti i profeti profetizzavano davanti a loro. Sedechia, figlio di Chenaana, si era fatto delle corna di ferro, e disse: «Cosí dice il Signore: “Con queste corna colpirai i *Siri finché tu li abbia completamente distrutti”». E tutti i profeti profetizzavano nello stesso modo, dicendo: «Sali contro Ramot di Galaad, e vincerai; il Signore la darà nelle mani del re». Il messaggero che era andato a chiamare Micaia, gli parlò cosí: «Tutti i profeti, a una voce, predicono del bene al re; ti prego, le tue parole siano concordi con le loro, e predici del bene!» Ma Micaia rispose: «Com'è vero che il Signore vive, io dirò quel che il Signore mi dirà». Quando giunse davanti al re, il re gli disse: «Micaia, dobbiamo andare a far guerra a Ramot di Galaad, o no?» Egli rispose: «Andate pure, e vincerete; i nemici saranno dati nelle vostre mani». Il re gli disse: «Quante volte dovrò scongiurarti di non dirmi altro che la verità nel nome del Signore?» Micaia rispose: «Ho visto tutto Israele disperso su per i monti, come pecore che non hanno pastore; e il Signore ha detto: “Questa gente non ha padrone; se ne torni ciascuno in pace a casa sua”». Il re d'Israele disse a Giosafat: «Non te l'avevo detto che costui non mi avrebbe predetto nulla di buono, ma soltanto del male?» Micaia replicò: «Perciò ascoltate la parola del Signore. Io ho visto il Signore seduto sul suo trono, e tutto l'esercito del cielo che gli stava a destra e a sinistra. E il Signore disse: “Chi sedurrà Acab, re d'Israele, affinché salga contro Ramot di Galaad e vi perisca?” Ci fu chi rispose in un modo e chi rispose in un altro. Allora si fece avanti uno spirito, il quale si presentò davanti al Signore, e disse: “Lo sedurrò io”. Il Signore gli disse: “E come?” Quello rispose: “Io uscirò, e sarò spirito di menzogna in bocca a tutti i suoi profeti”. Il Signore gli disse: “Sí, riuscirai a sedurlo; esci, e fa' cosí”. E ora, ecco, il Signore ha messo uno spirito di menzogna in bocca a questi tuoi profeti; ma il Signore ha pronunziato del male contro di te». Allora Sedechia, figlio di Chenaana, si accostò, diede uno schiaffo a Micaia, e disse: «Per dove è passato lo Spirito del Signore quand'è uscito da me per parlare a te?» Micaia rispose: «Lo vedrai il giorno che andrai di camera in camera per nasconderti!» Il re d'Israele disse: «Prendete Micaia, portatelo da Amon, governatore della città, e da Ioas, figlio del re, e dite loro: “Cosí dice il re: Rinchiudete costui in prigione, nutritelo di pane d'afflizione e d'acqua d'afflizione finché io torni sano e salvo”». Micaia disse: «Se tu torni sano e salvo, non è stato il Signore che ha parlato per bocca mia». E aggiunse: «Udite questo, popoli tutti!» Il re d'Israele e Giosafat, re di Giuda, marciarono dunque contro Ramot di Galaad. Il re d'Israele disse a Giosafat: «Io mi travestirò per andare in battaglia; ma tu mettiti i tuoi abiti regali». Il re d'Israele si travestí, e andarono in battaglia. Il re di Siria aveva dato quest'ordine ai capitani dei suoi carri: «Non combattete contro nessuno, piccolo o grande, ma soltanto contro il re d'Israele». Quando i capitani dei carri scorsero Giosafat, dissero: «Quello è il re d'Israele»; e si diressero contro di lui per attaccarlo; ma Giosafat mandò un grido, e il Signore lo soccorse; e Dio li attirò lontano da lui. Quando i capitani dei carri si accorsero che egli non era il re d'Israele, cessarono di assalirlo. Ma un uomo scoccò a caso la freccia del suo arco, e ferí il re d'Israele tra la corazza e le falde; perciò il re disse al suo cocchiere: «Volta, portami fuori dal campo, perché sono ferito». Ma la battaglia fu cosí accanita quel giorno, che il re fu trattenuto sul suo carro di fronte ai Siri fino alla sera, e sul tramontare del sole morí.

Secondo libro delle Cronache 18:3-34 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Gli propose: — Vuoi allearti con me contro Ramot di Gàlaad? — Conta pure su di me e sul mio esercito, — rispose Giòsafat. — Combatterò con te. Prima però, consultiamo il Signore, oggi stesso. Il re Acab convocò i suoi profeti, quattrocento in tutto, e chiese loro: — Possiamo attaccare Ramot di Gàlaad o io devo rinunziare? — Va’ pure all’attacco, — risposero i profeti. — Dio farà cadere la città in tuo potere. Giòsafat chiese: — Non c’è un altro profeta del Signore che ci aiuti a interrogarlo? Il re Acab rispose: — Ce n’è ancora uno: è Michea figlio di Imla. Lui può aiutarci a interrogare il Signore, però io lo detesto perché non mi annunzia mai niente di buono: sempre cose cattive! — Tu, o re, non dovresti parlare così, — replicò Giòsafat. Allora il re Acab chiamò un ministro e gli ordinò di far venire al più presto Michea figlio di Imla. Intanto Acab, re d'Israele, e Giòsafat, re di Giuda, con indosso i loro abiti regali, stavano seduti, ognuno su un trono, sullo spiazzo all’ingresso di Samaria. I profeti pronunziavano oracoli in loro presenza. Uno di loro, Sedecia figlio di Chenaanà, si era fatto un paio di corna di ferro e diceva: «Il Signore ha parlato e ha detto: Con queste schiaccerai gli Aramei». Tutti i profeti dicevano la stessa cosa: «Attacca Ramot di Gàlaad! Ce la farai. Il Signore farà cadere in mano tua la città!». Nel frattempo, il messaggero che era andato a chiamare Michea, gli diceva: — Tutti i profeti, a una sola voce, annunziano al re cose buone. Fa’ anche tu come loro e fagli buone previsioni. Michea rispose: — Com’è vero che il Signore vive, dirò quel che il mio Dio mi farà dire. Michea andò dal re e questi gli chiese: — Possiamo attaccare Ramot di Gàlaad o dobbiamo rinunziare? Michea rispose: — Certo, attaccate pure, ce la farete! Il Signore farà cadere la città in vostro potere! — Anche questa volta, ti scongiuro — disse il re Acab: — dimmi soltanto la verità quando parli in nome del Signore. Allora Michea rispose: — Ho visto il popolo d'Israele disperso sulle montagne, come un gregge senza pastore. Il Signore ha detto: «Questi uomini son senza guida; tornino in pace alle loro case!». Acab disse a Giòsafat: — Te l’avevo detto: quest’uomo non mi annunzia mai niente di buono, ma solo cose cattive! Michea riprese a parlare: — Ascoltate la parola del Signore! Io l’ho visto seduto sul suo trono, con tutti i suoi servitori in piedi alla sua destra e alla sua sinistra. A un certo punto ha chiesto loro: «Chi convincerà Acab re d'Israele ad andare a Ramot di Gàlaad, dove finirà ammazzato?». I servitori davano le risposte più varie, finché uno spirito si è presentato al Signore e ha detto: «Lo convincerò io!». Il Signore gli ha chiesto come avrebbe fatto e lui ha risposto: «Farò uscire menzogne dalla bocca dei profeti». «Va’ pure, ingannalo così! Ci riuscirai», gli ha detto il Signore. E Michea concluse: — Il Signore ha fatto uscire menzogne dalla bocca dei profeti, ma in realtà ha deciso di farti finire male. Sedecia figlio di Chenaanà si avvicinò a Michea, gli diede uno schiaffo e gli disse: — Da che parte lo spirito del Signore è uscito da me per parlare a te? — Lo vedrai il giorno che cercherai un nascondiglio di stanza in stanza, — rispose Michea. Il re Acab ordinò: — Arrestate Michea e consegnatelo ad Amon, governatore della città, e al principe Ioas. Ordinate loro di rinchiuderlo in prigione e di tenerlo a pane e acqua, finché non tornerò sano e salvo dalla guerra! Michea replicò: — Se tornerai sano e salvo vorrà dire che non è stato il Signore a parlare per bocca mia! Il re d'Israele, Acab, e il re di Giuda, Giòsafat, salirono a Ramot di Gàlaad. Acab disse a Giòsafat: «Per combattere io mi travestirò ma tu tieni i tuoi abiti regali». Il re Acab si travesti e andò a combattere. Il re di Aram aveva ordinato ai capi dei suoi carri: «Voi cercate di colpire il re d'Israele e lasciate perdere tutti gli altri». Quando i capi dei carri videro Giòsafat, dissero: «Ecco là il re d'Israele!». E lo circondarono per attaccarlo. Giòsafat si mise a gridare. In quel momento il Signore l’aiutò e Dio fece allontanare da lui quelli che lo aggredivano. I capi dei carri si accorsero che non era lui il re d'Israele e si allontanarono. Un soldato, però, tirò a caso con l’arco e una freccia colpì proprio Acab, infilandosi tra le piastre della sua corazza. «Sono ferito! — gridò Acab al suo cocchiere — Gira il carro e portami lontano dal campo di battaglia». La battaglia infuriò per tutto il giorno e Acab, re d'Israele, dovette stare nel suo carro fino a sera, di fronte allo schieramento arameo. Al tramonto morì.

Secondo libro delle Cronache 18:3-34 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

Ed Achab, re d'Israele, disse a Giosafat, re di Giuda: Andrai tu meco contro a Ramot di Galaad? Ed egli gli disse: Fa' conto di me come di te, e della mia gente come della tua; noi saremo teco in questa guerra. Poi Giosafat disse al re d'Israele: Deh! domanda oggi la parola del Signore. E il re d'Israele adunò i profeti, in numero di quattrocent'uomini, e disse loro: Andremo noi alla guerra contro a Ramot di Galaad, o me ne rimarrò io? Ed essi dissero: Va'; perciocchè Iddio la darà nelle mani del re. Ma Giosafat disse: Non evvi qui più alcun profeta del Signore, il quale domandiamo? E il re d'Israele disse a Giosafat: Ei vi è bene ancora un uomo, per lo quale potremmo domandare il Signore; ma io l'odio; perciocchè egli non mi profetizza giammai in bene, ma sempre in male; egli è Mica, figliuolo d'Imla. E Giosafat disse: Il re non dica così. Allora il re d'Israele chiamò un eunuco, e gli disse: Fa' prestamente venir Mica, figliuolo di Imla. Or il re d'Israele, e Giosafat, re di Giuda, sedevano ciascuno sopra il suo seggio, vestiti di vestimenti reali, nell'aia ch'è all'entrata della porta di Samaria; e tutti i profeti profetizzavano in presenza loro. E Sedechia, figliuolo di Chenaana, si avea fatte delle corna di ferro, e disse: Così ha detto il Signore: Con queste corna tu cozzerai i Sirii, finchè tu li abbi distrutti. E tutti quei profeti profetizzavano in quella stessa maniera, dicendo: Sali contro a Ramot di Galaad, e tu prospererai; e il Signore la darà nelle mani del re. Or il messo ch'era andato a chiamar Mica, gli parlò, dicendo: Ecco, le parole de' profeti, come d'una medesima bocca, predicono del bene al re; deh! sia dunque il tuo parlare conforme al parlare dell'uno di essi, predicigli del bene. Ma Mica disse: Come il Signore vive, io dirò ciò che l'Iddio mio mi avrà detto. Egli adunque venne al re. E il re gli disse: Mica, andremo noi alla guerra contro a Ramot di Galaad, o me ne rimarrò io? Ed egli gli disse: Andate pure, e voi prospererete, ed essi vi saranno dati nelle mani. E il re gli disse: Fino a quante volte ti scongiurerò io, che tu non mi dica altro che la verità nel Nome del Signore? Allora egli disse: Io vedeva tutto Israele sparso su per li monti, come pecore che non hanno pastore. E il Signore diceva: Costoro son senza signore; ritornisene ciascuno a casa sua in pace. E il re d'Israele disse a Giosafat: Non ti dissi io ch'egli non mi profetizzerebbe bene alcuno, anzi del male? E Mica disse: Perciò, ascoltate la parola del Signore: Io vedeva il Signore assiso sopra il suo trono, e tutto l'esercito del cielo, che gli stava appresso a destra ed a sinistra. E il Signore diceva: Chi indurrà Achab, re d'Israele, acciocchè salga contro a Ramot di Galaad, e vi muoia? Poi Mica disse: L'uno diceva in una maniera, e l'altro in un'altra. Allora uno spirito uscì fuori, e si presentò davanti al Signore, e disse: Io ce l'indurrò. E il Signore gli disse: Come? Ed egli disse: Io uscirò fuori, e sarò spirito di menzogna nella bocca di tutti i suoi profeti. E il Signore disse: Sì, tu l'indurrai, ed anche ne verrai a capo; esci pur fuori, e fa' così. Ora dunque, ecco, il Signore ha messo uno spirito di menzogna nella bocca di questi tuoi profeti; ma il Signore ha pronunziato del male contro a te. Allora Sedechia, figliuolo di Chenaana, si fece avanti, e percosse Mica in su la guancia, e disse: Per qual via si è partito lo Spirito del Signore da me, per parlar teco? E Mica disse: Ecco, tu il vedrai al giorno che tu te n'entrerai di camera in camera, per appiattarti. E il re d'Israele disse: Pigliate Mica, e menatelo ad Amon, capitano della città, ed a Gioas, figliuolo del re. E dite loro: Così ha detto il re: Mettete costui in prigione, e cibatelo di pane e d'acqua, strettamente, finchè io ritorni in pace. E Mica disse: Se pur tu ritorni in pace, il Signore non avrà parlato per me. Poi disse: Voi popoli tutti, ascoltate. Il re d'Israele adunque, e Giosafat, re di Giuda, salirono contro a Ramot di Galaad. E il re d'Israele disse a Giosafat: Io mi travestirò, e così entrerò nella battaglia; ma tu, vestiti delle tue vesti. Il re d'Israele adunque si travestì, e così entrarono nella battaglia. Or il re di Siria avea comandato ai capitani de' suoi carri, che non combattessero contro a piccolo, nè contro a grande; me contro al re d'Israele solo. Perciò, quando i capitani de' carri ebber veduto Giosafat, dissero: Egli è il re d'Israele; e si voltarono a lui, per combattere contro a lui; ma Giosafat gridò, e il Signore l'aiutò, e Iddio indusse coloro a ritrarsi da lui. Quando dunque i capitani de' carri ebber veduto ch'egli non era il re d'Israele, si rivolsero indietro da lui. Allora qualcuno tirò con l'arco a caso, e ferì il re d'Israele fra le falde e la corazza; laonde egli disse al suo carrettiere: Volta la mano, e menami fuor del campo; perciocchè io son ferito. Ma la battaglia si rinforzò in quel dì, onde il re d'Israele si rattenne nel carro incontro a' Siri, fino alla sera; e nell'ora del tramontar del sole morì.