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SALMI 39:1-13

SALMI 39:1-13 DB1885

IO aveva detto: Io prenderò guardia alle mie vie, Che io non pecchi colla mia lingua; Io guarderò la mia bocca con un frenello, Mentre l'empio sarà davanti a me. Io sono stato mutolo e cheto; Ho eziandio taciuto il bene; Ma la mia doglia si è inasprita. Il mio cuore si è riscaldato dentro di me; Un fuoco si è acceso, mentre io ravvolgeva questo nell'animo mio; Onde io ho parlato colla mia lingua, dicendo: O Signore, fammi conoscere il mio fine, E quale è il termine de' miei dì; Fa' ch'io sappia quanto io ho da vivere ancora in questo mondo. Ecco tu hai ridotti i miei dì alla misura di un palmo, E il tempo della mia vita è come niente appo te; Certo, ogni uomo, quantunque sia in piè, è tutta vanità. (Sela.) Certo l'uomo va e viene in figura; Certo in vano si travagliano tutti, E adunano de' beni senza sapere chi li raccorrà. Ma ora, Signore, che aspetto io? La mia speranza è in te. Liberami da tutti i miei misfatti; Non farmi essere il vituperio dello stolto. Io ammutolisco, io non aprirò la bocca; Perciocchè tu hai fatto questo. Toglimi d'addosso la tua piaga; Io mi vengo meno, per la guerra che tu mi fai colla tua mano. Se tu castighi alcuno con castigamenti d'iniquità, Tu fai struggere tutto ciò che vi è di bello e d'eccellente in lui, Come una tignuola; certo, ogni uomo è vanità. (Sela.) Signore, ascolta la mia orazione, e porgi l'orecchio al mio grido, E non esser sordo alle mie lagrime; Perciocchè io son forestiere appo te, Ed avveniticcio, come tutti i miei padri. Cessati da me, acciocchè io mi rinforzi, Innanzi che io me ne vada, e non sia più.