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GIOBBE 33:1-18

GIOBBE 33:1-18 DB1885

Ora dunque, Giobbe, ascolta, ti prego, i miei ragionamenti, E porgi gli orecchi a tutte le mie parole. Ecco, ora io ho aperta la mia bocca, La mia lingua parla nel mio palato. Le mie parole saranno secondo la dirittura del mio cuore; E le mie labbra proferiranno scienza pura. Lo Spirito di Dio mi ha fatto, E l'alito dell'Onnipotente mi ha data la vita. Se tu puoi, rispondimi; Mettiti in ordine contro a me, e presentati pure. Ecco, io sono a Dio, come tu; Anch'io sono stato tratto dal fango. Ecco, il mio spavento non ti sgomenterà, E la mia mano non ti sarà grave addosso. Tu hai pur detto, udendolo io, Ed io ho intesa la voce delle parole: Io son puro, senza misfatto; Io son netto, e non vi è iniquità in me; Ecco, egli trova delle occasioni contro a me; Egli mi reputa per suo nemico; Egli ha messi i miei piedi ne' ceppi, Egli spia tutti i miei sentieri. Ecco, in questo tu non sei stato giusto; io ti risponderò; Perciocchè Iddio è vie maggiore che l'uomo. Perchè hai tu conteso con lui, Perchè egli non dichiara tutte le sue ragioni? Egli è ben vero, che talora Iddio parla una volta, E due, a chi non vi ha atteso. In sogno, in vision notturna, Quando il più profondo sonno cade in su gli uomini, Quando essi son tutti sonnacchiosi sopra i lor letti; Allora egli apre loro l'orecchio, E suggella il lor castigo; Per istorre l'uomo dalle opere sue, E per far che la superbia dell'uomo non apparisca più; Per iscampar l'anima sua dalla fossa, E far che la sua vita non passi per la spada.