Quest'è quel che scrisse Ezechia, re di Giuda, dopo che fu stato infermo, e fu guarito della sua infermità:
Io diceva allora che i miei giorni erano ricisi:
Io me ne vol alle porte del sepolcro;
Io son privato del rimanente de' miei anni.
Io diceva: Io non vedrò più il Signore,
Il Signore, nella terra de' viventi;
Io non riguarderò più alcun uomo
Con gli abitanti del mondo.
La mia età è passata, ella è andata via,
Toltami come la tenda di un pastore;
Io ho tagliata la mia vita, a guisa di un tessitore;
Egli mi ha tagliato, mentre io era sol mezzo tessuto;
Dalla mattina alla sera, tu avrai fatto fine di me.
Io faceva conto che infra la mattina egli mi avrebbe fiaccate tutte le ossa, come un leone;
Dalla mattina alla sera, tu avrai fatto fine di me.
Io garriva come la gru, o la rondine;
Io gemeva come la colomba;
I miei occhi erano scemati, riguardando ad alto;
Io diceva: O Signore, ei mi si fa forza,
Da' sicurtà per me.
Che dirò io? Conciossiachè egli mi abbia parlato,
Ed egli stesso abbia operato.
Io me ne andrò pian piano tutti gli anni della mia vita
A cagion dell'amaritudine dell'anima mia.
O Signore, altri vivono oltre a questo numero d'anni;
Ma in tutti questi, ne' quali è terminata la vita del mio spirito,
Tu mi manterrai in sanità ed in vita.
Ecco, in tempo di pace, mi è giunta amaritudine amarissima;
Ma tu hai amata l'anima mia,
Per trarla fuor della fossa della corruzione;
Perciocchè tu hai gittati dietro alle tue spalle tutti i miei peccati.
Perciocchè il sepolcro non ti celebrerà,
La morte non ti loderà;
Quelli che scendono nella fossa non ispereranno nella tua verità.
I viventi, i viventi saran quelli che ti celebreranno,
Come io fo al dì d'oggi;
Il padre farà assapere a' figliuoli la tua verità.
Il Signore mi salvera,
E noi soneremo i miei cantici,
Tutto il tempo della vita nostra,
Nella Casa del Signore.
Or Isaia avea detto: Piglisi una massa di fichi secchi, e facciasene un impiastro sopra l'ulcera, ed egli guarirà. Ed Ezechia avea detto: Quale è il segno, che io salirò alla Casa del Signore?