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Geremia 10:1-25

Geremia 10:1-25 NR94

Ascoltate la parola che il Signore vi rivolge, casa d'*Israele! Cosí parla il Signore: «Non imparate a camminare nella via delle nazioni, e non abbiate paura dei segni del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura. Infatti i costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un albero nella foresta e le mani dell'operaio lo lavorano con l'ascia; lo si adorna d'argento e d'oro, lo si fissa con chiodi e con i martelli perché non si muova. Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non li temete! perché non possono fare nessun male, e non è in loro potere di far del bene». Non c'è nessuno pari a te, Signore; tu sei grande, e grande in potenza è il tuo nome. Chi non ti temerebbe, re delle nazioni? Poiché questo ti è dovuto; poiché fra tutti i saggi delle nazioni e in tutti i loro regni non c'è nessuno pari a te. Ma costoro tutti insieme sono stupidi e insensati; non è che una dottrina di vanità; non è altro che legno; argento battuto in lastre portato da Tarsis, oro venuto da Ufaz, opera di scultore e di mano d'orefice; sono vestiti di porpora e di scarlatto, sono tutti lavoro d'abili artefici. Ma il Signore è il vero Dio, egli è il Dio vivente, e il re eterno; per la sua ira trema la terra, e le nazioni non possono resistere davanti al suo sdegno. «Cosí direte loro: “Gli dèi che non hanno fatto i cieli e la terra scompariranno dalla terra e da sotto il cielo”». Egli, con la sua potenza, ha fatto la terra; con la sua saggezza ha stabilito fermamente il mondo; con la sua intelligenza ha disteso i cieli. Quando fa udire la sua voce, c'è un rumore d'acque nel cielo; egli fa salire i vapori dalle estremità della terra, fa guizzare i lampi per la pioggia e sprigiona il vento dai suoi serbatoi; ogni uomo allora diventa stupido, privo di conoscenza; ogni orafo ha vergogna delle sue immagini scolpite; perché le sue immagini fuse sono menzogna e non c'è soffio vitale in loro. Sono vanità, lavoro d'inganno; nel giorno del castigo, periranno. A loro non somiglia Colui che è la parte di *Giacobbe; perché Egli ha formato tutte le cose, e Israele è la tribú della sua eredità. Il suo nome è: il Signore degli eserciti. Raccogli da terra il tuo bagaglio, tu che sei circondata d'assedio! Infatti cosí parla il Signore: «Ecco, questa volta io scaglierò lontano gli abitanti del paese, e li stringerò da vicino affinché non sfuggano». Guai a me a causa della mia ferita! La mia piaga è dolorosa; ma io ho detto: «Questo è il mio male e lo devo sopportare». Le mie tende sono guaste, tutto il mio cordame è rotto; i miei figli sono andati lontano da me e non sono piú; non c'è piú nessuno che stenda la mia tenda, che innalzi i miei teli. Perché i pastori sono stati stupidi e non hanno cercato il Signore; perciò non hanno prosperato e tutto il loro gregge è stato disperso. Ecco, un rumore giunge, un gran tumulto arriva dal paese del settentrione per ridurre le città di *Giuda in desolazione, in un covo di sciacalli. Signore, io so che la via dell'uomo non è in suo potere, e che non è in potere dell'uomo che cammina il dirigere i suoi passi. Signore, correggimi, ma con giusta misura; non nella tua ira, perché tu non mi riduca a poca cosa! Riversa la tua ira sulle nazioni che non ti conoscono, sui popoli che non invocano il tuo nome; poiché hanno divorato Giacobbe; sí, lo hanno divorato, l'hanno consumato, hanno distrutto il suo territorio.