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Lettera agli Ebrei 13:7-25

Lettera agli Ebrei 13:7-25 NR94

Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; e considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede. Gesú Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Non vi lasciate trasportare qua e là da diversi e strani insegnamenti; perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia, non da pratiche relative a vivande, dalle quali non trassero alcun beneficio quelli che le osservavano. Noi abbiamo un altare al quale non hanno diritto di mangiare quelli che servono al *tabernacolo. Infatti i corpi degli animali il cui sangue è portato dal sommo sacerdote nel *santuario quale offerta per il peccato, sono arsi fuori dell'accampamento. Perciò anche Gesú, per santificare il popolo con il proprio sangue, soffrí fuori della porta della città. Usciamo quindi fuori dall'accampamento e andiamo a lui portando il suo obbrobrio. Perché non abbiamo quaggiú una città stabile, ma cerchiamo quella futura. Per mezzo di Gesú, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome. Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete; perché è di tali sacrifici che Dio si compiace. Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità. Pregate per noi; infatti siamo convinti di avere una buona coscienza, e siamo decisi a condurci onestamente in ogni cosa. Ma ancor piú vi esorto a farlo, affinché io vi sia restituito al piú presto. Or il Dio della pace che in virtú del sangue del patto eterno ha tratto dai morti il grande pastore delle pecore, il nostro Signore Gesú, vi renda perfetti in ogni bene, affinché facciate la sua volontà, e operi in voi ciò che è gradito davanti a lui, per mezzo di Gesú Cristo; a lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen. Ora, fratelli, sopportate con pazienza, vi prego, la mia parola di esortazione perché vi ho scritto brevemente. Sappiate che il nostro fratello *Timoteo è stato messo in libertà; con lui, se viene presto, verrò a vedervi. Salutate tutti i vostri conduttori e tutti i santi. Quelli d'Italia vi salutano. La grazia sia con tutti voi.