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Atti degli Apostoli 24:1-23

Atti degli Apostoli 24:1-23 NR94

Cinque giorni dopo, il sommo *sacerdote Anania discese con alcuni *anziani e con un avvocato di nome Tertullo, e si presentarono al governatore per accusare *Paolo. Egli fu chiamato e Tertullo cominciò ad accusarlo, dicendo: «Siccome per merito tuo, eccellentissimo *Felice, godiamo molta pace, e per la tua previdenza sono state fatte delle riforme in favore di questa nazione, noi in tutto e per tutto lo riconosciamo con viva gratitudine. Ora, per non trattenerti troppo a lungo, ti prego di ascoltare brevemente, secondo la tua benevolenza. Abbiamo dunque trovato che quest'uomo è una peste, che fomenta rivolte fra tutti i Giudei del mondo, ed è capo della setta dei Nazareni. Egli ha perfino tentato di profanare il *tempio; perciò lo abbiamo preso; [e volevamo giudicarlo secondo la nostra legge; ma il *tribuno Lisia è intervenuto, e lo ha tolto con violenza dalle nostre mani, ordinando che i suoi accusatori si presentassero davanti a te; ] interrogandolo, potrai tu stesso aver piena conoscenza di tutte le cose di cui noi lo accusiamo». I Giudei si unirono anch'essi nelle accuse, affermando che le cose stavano cosí. Allora Paolo, dopo che il governatore gli ebbe fatto cenno di parlare, rispose: «Sapendo che già da molti anni tu sei giudice di questa nazione, parlo con piú coraggio a mia difesa. Perché tu puoi accertarti che non sono piú di dodici giorni da quando salii a *Gerusalemme per adorare; ed essi non mi hanno trovato nel tempio a discutere con nessuno, né a fare assembramenti di popolo, né nelle *sinagoghe, né in città; e non possono provarti le cose delle quali ora mi accusano. Ma ti confesso questo, che adoro il Dio dei miei padri, secondo la Via che essi chiamano setta, credendo in tutte le cose che sono scritte nella legge e nei *profeti; avendo in Dio la speranza, condivisa anche da costoro, che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti. Per questo anch'io mi esercito ad avere sempre una coscienza pura davanti a Dio e davanti agli uomini. Dopo molti anni, sono venuto a portare elemosine alla mia nazione e a presentare delle offerte. Mentre io stavo facendo questo, mi hanno trovato purificato nel tempio, senza assembramento e senza tumulto; e vi erano alcuni Giudei dell'*Asia; questi avrebbero dovuto comparire davanti a te ed accusarmi, se avevano qualcosa contro di me. Oppure dicano costoro quale misfatto hanno trovato in me, quando mi presentai davanti al *sinedrio; a meno che si tratti di questa sola parola che gridai, quando comparvi davanti a loro: “È a motivo della risurrezione dei morti, che io sono oggi giudicato da voi”». Allora Felice, che era assai bene informato su questa Via, li rinviò, dicendo: «Quando sarà giunto il tribuno Lisia, esaminerò il caso vostro». E ordinò al *centurione che Paolo fosse custodito, permettendogli però una certa libertà, e senza vietare ad alcuno dei suoi di rendergli dei servizi.