Essi si presentarono in quest’ordine:
il primo giorno Nacson, figlio di Amminadàb, della tribù di Giuda.
Il secondo giorno Netanèl, figlio di Suar, della tribù di Ìssacar.
Il terzo giorno Eliàb, figlio di Chelon, della tribù di Zàbulon.
Il quarto giorno Elisùr, figlio di Sedeùr, della tribù di Ruben.
Il quinto giorno Selumièl, figlio di Surisaddài, della tribù di Simeone.
Il sesto giorno Eliasàf, figlio di Deuèl, della tribù di Gad.
Il settimo giorno Elisamà, figlio di Ammiùd, della tribù di Èfraim.
L’ottavo giorno Gamlièl, figlio di Pedasùr, della tribù di Manasse.
Il nono giorno Abidàn figlio di Ghideonì, della tribù di Beniamino.
Il decimo giorno Achièzer, figlio di Ammisaddài, della tribù di Dan.
L’undicesimo giorno Paghièl, figlio di Ocran, della tribù di Aser.
Il dodicesimo giorno Achirà, figlio di Enan, della tribù di Nèftali.
Ciascuno portò questi doni:
— un piatto d'argento del peso di un chilo e trecento grammi, conforme all’unità di peso ufficiale del santuario, e un vassoio d'argento del peso di settecento grammi. Questi recipienti erano pieni di farina mescolata con olio destinata all’offerta;
— una coppa d'oro, del peso di cento grammi, piena di incenso;
— un toro, un montone e un agnello di un anno, per sacrifici completi;
— un capro destinato al sacrificio, per ottenere il perdono;
— un paio di vitelli, cinque montoni, cinque capri e cinque agnelli di un anno, destinati al sacrificio per il banchetto sacro.
I doni portati dai capifamiglia del popolo d'Israele in occasione della consacrazione dell’altare furono in totale: dodici piatti d'argento, dodici vassoi d'argento e dodici coppe d'oro. Ciascun piatto pesava un chilo e trecento grammi; ciascun vassoio settecento grammi; il loro peso complessivo era di ventiquattro chilogrammi d'argento, conformi al peso ufficiale del santuario. Ciascuna coppa d'oro era di cento grammi; il peso complessivo di tutte e dodici era quindi di un chilo e duecento grammi. Esse erano piene di incenso. C’erano poi in totale dodici tori, dodici montoni e dodici agnelli, per sacrifici completi, accompagnati dall’offerta prescritta; c’erano inoltre dodici capri destinati ai sacrifici, per ottenere il perdono; ventiquattro tori, sessanta montoni, sessanta capri e sessanta agnelli di un anno, destinati ai sacrifici per il banchetto sacro. Questi furono i doni portati per la dedicazione dell'altare dopo la sua consacrazione.
Quando Mosè entrava nella tenda dell'incontro per parlare con il Signore, ne sentiva la voce. Essa proveniva dallo spazio che si trovava tra le statue dei due cherubini, situati sul coperchio dell'arca, dove erano custoditi gli insegnamenti del Signore. E Mosè parlava con il Signore.