Questo messaggio riguarda Damasco: «Damasco non sarà più una città, ma un cumulo di rovine. Le città che da essa dipendono saranno abbandonate per sempre. Saranno pascolo per pecore e bestiame che nessuno caccerà via. Èfraim resterà senza difesa e Damasco perderà la sua indipendenza. Gli Aramei superstiti subiranno la stessa sorte d'Israele. Lo dico io, il Signore dell'universo. Quel giorno la grandezza d'Israele sarà abbattuta; dove c’era ricchezza ci sarà povertà. Israele sarà come un campo dove il grano è stato tagliato e raccolto; apparirà desolato come la valle dei Refaìm dopo la mietitura. I superstiti saranno ben pochi, come le olive rimaste sull’albero dopo la raccolta: due o tre in alto, quattro o cinque sui rami più carichi. Lo dico io, il Signore Dio d'Israele. Quel giorno la gente tornerà a chiedere aiuto al suo creatore, al Santo d'Israele. Non si affideranno più agli altari costruiti con le loro mani; non avranno più fiducia nei pali sacri e negli altari per l’incenso. Quel giorno, le città ben difese saranno abbandonate e lasciate in rovina, come le città che gli Evei e gli Amorrei abbandonarono quando furono cacciati dagli Israeliti. Israele, tu hai dimenticato Dio che ti salva e ti protegge come una roccia potente. Invece coltivi piantagioni deliziose per il culto a un dio straniero. Ma anche se esse fioriscono lo stesso giorno in cui le pianti non raccoglierai niente: ci sarà solo pena e dolore». Si sente un frastuono di nazioni potenti come il rumore delle onde del mare, come lo scroscio di acque veementi. Le nazioni avanzano come acque scroscianti, ma Dio le minaccia ed esse si ritirano, si disperdono come polvere sulle colline, come foglie in un turbine di vento. A sera mettono terrore ma al mattino sono già scomparse. Questo è il destino di chiunque saccheggia la nostra terra.
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