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Genesi 42:18-38

Genesi 42:18-38 ICL00D

Dopo tre giorni Giuseppe disse loro: «Io rispetto Dio! Fate come vi dico e avrete salva la vita. Se davvero siete gente onesta, uno di voi deve restare qui come ostaggio nella prigione dove siete stati. Gli altri invece possono andarsene e portare il grano necessario a sfamare le loro famiglie. Poi mi condurrete qui vostro fratello minore, così si vedrà se quel che dite è vero. Allora vivrete». Essi accettarono di fare così. Intanto dicevano tra loro: «Siamo veramente castigati a causa di nostro fratello Giuseppe, perché abbiamo visto la sua angoscia quando ci supplicava e noi non l’abbiamo ascoltato. Ora questa stessa angoscia colpisce noi». Ruben aggiunse: «Ve l’avevo detto, io, di non commettere quel delitto verso Giuseppe. Voi però non avete voluto darmi retta. E ora siamo puniti perché responsabili della sua morte». Giuseppe si serviva di un interprete per comunicare con loro, così essi non si accorgevano che li capiva. A un tratto egli si allontanò dai fratelli e pianse. Poi ritornò e continuò a parlare con loro. Infine prese Simeone e lo fece incatenare sotto i loro occhi. Quindi diede l’ordine di riempire i loro sacchi di grano e di mettervi dentro il denaro con il quale lo avevano pagato. Inoltre ordinò di dar loro provviste per il viaggio. E così fu fatto. I fratelli di Giuseppe caricarono i loro sacchi sugli asini e partirono. Quando, alla sera, si fermarono per fare una sosta, uno di essi aprì il sacco per dare da mangiare al suo asino e vide il denaro. Disse subito ai suoi fratelli: — Mi hanno dato indietro i soldi! Sono qui, nel mio sacco! Allora, scoraggiati e pieni di spavento si dicevano: — Perché Dio fa così con noi? Quando arrivarono a Canaan dal loro padre Giacobbe gli raccontarono l’accaduto. Gli dissero: «L’uomo che governa l’Egitto ci ha trattato male: ci aveva preso per spie. Ma noi gli abbiamo risposto: “Siamo gente onesta, non siamo spie! Eravamo dodici fratelli, tutti figli di uno stesso padre, ma uno di noi non c’è più, e il minore è rimasto in Canaan con nostro padre”. Allora lui, il governatore dell'Egitto, ha sfruttato questo particolare per verificare se davvero siamo gente onesta. “Lasciate qui uno di voi — ha detto — gli altri prendano di che sfamare le vostre famiglie e se ne vadano. Poi condurrete qui il vostro fratello minore e così potrò essere sicuro che non siete spie, ma gente onesta. A questo punto vi ridarò vostro fratello e potrete muovervi liberamente nel nostro territorio”». Poi vuotarono i sacchi e ciascuno vi trovò la sua borsa del denaro. Quando videro quelle borse, con i soldi, tutti ebbero paura, anche Giacobbe che disse loro: — Già mi avete privato di due figli: Giuseppe non c’è più! Simeone non c’è più! E ora volete togliermi anche Beniamino! Tutte le disgrazie si abbattono su di me. Allora Ruben disse a suo padre: — Se non ti riporto sano e salvo Beniamino, uccidi pure i miei due figli! Affidalo a me e te lo ricondurrò! Ma Giacobbe affermò: — Mio figlio Beniamino non verrà mai laggiù con voi. Suo fratello Giuseppe è morto e dei figli di Rachele mi resta solo Beniamino. Se gli capitasse una disgrazia nel viaggio, vecchio come sono, mi farete morire di dolore.

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