Genesi 42:18-38
Genesi 42:18-38 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Il terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e vivrete; io temo Dio! Se siete gente sincera, uno di voi fratelli resti qui incatenato nella vostra prigione; e voi andate, portate il grano necessario alle vostre famiglie. Poi conducetemi il vostro fratello più giovane; così le vostre parole saranno verificate e voi non morirete». Ed essi fecero così. Allora si dicevano l’uno all’altro: «Sì, noi fummo colpevoli verso nostro fratello, giacché vedemmo la sua angoscia quando egli ci supplicava, ma non gli demmo ascolto! Ecco perché ci viene addosso quest’angoscia». Ruben rispose loro: «Non ve lo dicevo io: “Non commettete questo peccato contro il ragazzo?” Ma voi non voleste darmi ascolto. Perciò, ecco, il suo sangue ci è ridomandato». Ora essi non sapevano che Giuseppe li capiva, perché tra lui e loro c’era un interprete. Ed egli si allontanò da loro, e pianse. Poi tornò, parlò con quelli e prese tra di loro Simeone, che fece incatenare sotto i loro occhi. Poi Giuseppe ordinò che si riempissero di grano i loro sacchi, che si rimettesse il denaro di ciascuno nel suo sacco e che si dessero loro delle provviste per il viaggio. E così fu fatto. Essi caricarono il loro grano sui loro asini e partirono. Or uno di essi aprì il suo sacco per dare del foraggio al suo asino, nel luogo dove pernottavano, e vide il suo denaro alla bocca del sacco; egli disse ai suoi fratelli: «Il mio denaro mi è stato restituito, eccolo qui nel mio sacco». Allora si sentirono mancare il cuore e, tremando, dicevano l’uno all’altro: «Che cos’è mai questo che Dio ci ha fatto?» E giunsero da Giacobbe, loro padre, nel paese di Canaan e gli raccontarono tutto quello che era loro accaduto, dicendo: «L’uomo che è il signore del paese ci ha parlato aspramente e ci ha trattati come spie del paese. Noi gli abbiamo detto: “Siamo gente sincera; non siamo delle spie; siamo dodici fratelli, figli di nostro padre; uno non è più, e il più giovane è oggi con nostro padre nel paese di Canaan”. Quell’uomo, signore del paese, ci ha detto: “Da questo saprò se siete gente sincera: lasciate presso di me uno dei vostri fratelli, prendete quello che vi occorre per le vostre famiglie, partite e portatemi il vostro fratello più giovane. Allora conoscerò che non siete delle spie, ma gente sincera: io vi renderò vostro fratello e voi potrete trafficare nel paese”». Mentre essi vuotavano i loro sacchi, ecco che in ciascun sacco c’era il sacchetto con il denaro; essi e il padre loro videro i sacchetti con il loro denaro e furono presi da paura. Giacobbe, loro padre, disse: «Voi mi avete privato dei miei figli! Giuseppe non è più, Simeone non è più, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutte queste cose pesano su di me!» Ruben disse a suo padre: «Se non te lo riconduco, fa’ morire i miei due figli! Affidalo a me, io te lo ricondurrò». Giacobbe rispose: «Mio figlio non scenderà con voi, perché suo fratello è morto, e questo solo è rimasto; se gli succedesse qualche disgrazia durante il vostro viaggio, fareste scendere con tristezza i miei capelli bianchi nel soggiorno dei morti».
Genesi 42:18-38 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Il terzo giorno, Giuseppe disse loro: «Fate questo e vivrete; io temo Dio! Se siete gente sincera, uno di voi fratelli resti qui incatenato nella vostra prigione; e voi andate, portate il grano necessario alle vostre famiglie. Poi conducetemi il vostro fratello piú giovane; cosí le vostre parole saranno verificate e voi non morirete». Ed essi fecero cosí. Allora si dicevano l'uno all'altro: «Sí, noi fummo colpevoli verso nostro fratello, giacché vedemmo la sua angoscia quando egli ci supplicava, ma non gli demmo ascolto! Ecco perché ci viene addosso quest'angoscia». *Ruben rispose loro: «Non ve lo dicevo io: “Non commettete questo peccato contro il ragazzo?” Ma voi non voleste darmi ascolto. Perciò, ecco, il suo sangue ci è ridomandato». Ora essi non sapevano che Giuseppe li capiva, perché tra lui e loro c'era un interprete. Ed egli si allontanò da loro, e pianse. Poi tornò, parlò con quelli e prese tra di loro *Simeone, che fece incatenare sotto i loro occhi. Poi Giuseppe ordinò che si riempissero di grano i loro sacchi, che si rimettesse il denaro di ciascuno nel suo sacco e che si dessero loro delle provviste per il viaggio. E cosí fu fatto. Essi caricarono il loro grano sui loro asini e partirono. Or uno di essi aprí il suo sacco per dare del foraggio al suo asino, nel luogo dove pernottavano, e vide il suo denaro alla bocca del sacco; egli disse ai suoi fratelli: «Il mio denaro mi è stato restituito, eccolo qui nel mio sacco». Allora si sentirono mancare il cuore e, tremando, dicevano l'uno all'altro: «Che cos'è mai questo che Dio ci ha fatto?» E giunsero da Giacobbe, loro padre, nel paese di Canaan e gli raccontarono tutto quello che era loro accaduto, dicendo: «L'uomo che è il signore del paese ci ha parlato aspramente e ci ha trattati come spie del paese. Noi gli abbiamo detto: “Siamo gente sincera; non siamo delle spie; siamo dodici fratelli, figli di nostro padre; uno non è piú, e il piú giovane è oggi con nostro padre nel paese di Canaan”. Quell'uomo, signore del paese, ci ha detto: “Da questo saprò se siete gente sincera: lasciate presso di me uno dei vostri fratelli, prendete quello che vi occorre per le vostre famiglie, partite e portatemi il vostro fratello piú giovane. Allora conoscerò che non siete delle spie, ma gente sincera: io vi renderò vostro fratello e voi potrete trafficare nel paese”». Mentre essi vuotavano i loro sacchi, ecco che in ciascun sacco c'era il sacchetto con il denaro; essi e il padre loro videro i sacchetti con il loro denaro e furono presi da paura. Giacobbe, loro padre, disse: «Voi mi avete privato dei miei figli! Giuseppe non è piú, Simeone non è piú, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutte queste cose pesano su di me!» Ruben disse a suo padre: «Se non te lo riconduco, fa' morire i miei due figli! Affidalo a me, io te lo ricondurrò». Giacobbe rispose: «Mio figlio non scenderà con voi; perché suo fratello è morto, e questo solo è rimasto: se gli succedesse qualche disgrazia durante il vostro viaggio, fareste scendere con tristezza i miei capelli bianchi nel *soggiorno dei morti».
Genesi 42:18-38 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Dopo tre giorni Giuseppe disse loro: «Io rispetto Dio! Fate come vi dico e avrete salva la vita. Se davvero siete gente onesta, uno di voi deve restare qui come ostaggio nella prigione dove siete stati. Gli altri invece possono andarsene e portare il grano necessario a sfamare le loro famiglie. Poi mi condurrete qui vostro fratello minore, così si vedrà se quel che dite è vero. Allora vivrete». Essi accettarono di fare così. Intanto dicevano tra loro: «Siamo veramente castigati a causa di nostro fratello Giuseppe, perché abbiamo visto la sua angoscia quando ci supplicava e noi non l’abbiamo ascoltato. Ora questa stessa angoscia colpisce noi». Ruben aggiunse: «Ve l’avevo detto, io, di non commettere quel delitto verso Giuseppe. Voi però non avete voluto darmi retta. E ora siamo puniti perché responsabili della sua morte». Giuseppe si serviva di un interprete per comunicare con loro, così essi non si accorgevano che li capiva. A un tratto egli si allontanò dai fratelli e pianse. Poi ritornò e continuò a parlare con loro. Infine prese Simeone e lo fece incatenare sotto i loro occhi. Quindi diede l’ordine di riempire i loro sacchi di grano e di mettervi dentro il denaro con il quale lo avevano pagato. Inoltre ordinò di dar loro provviste per il viaggio. E così fu fatto. I fratelli di Giuseppe caricarono i loro sacchi sugli asini e partirono. Quando, alla sera, si fermarono per fare una sosta, uno di essi aprì il sacco per dare da mangiare al suo asino e vide il denaro. Disse subito ai suoi fratelli: — Mi hanno dato indietro i soldi! Sono qui, nel mio sacco! Allora, scoraggiati e pieni di spavento si dicevano: — Perché Dio fa così con noi? Quando arrivarono a Canaan dal loro padre Giacobbe gli raccontarono l’accaduto. Gli dissero: «L’uomo che governa l’Egitto ci ha trattato male: ci aveva preso per spie. Ma noi gli abbiamo risposto: “Siamo gente onesta, non siamo spie! Eravamo dodici fratelli, tutti figli di uno stesso padre, ma uno di noi non c’è più, e il minore è rimasto in Canaan con nostro padre”. Allora lui, il governatore dell'Egitto, ha sfruttato questo particolare per verificare se davvero siamo gente onesta. “Lasciate qui uno di voi — ha detto — gli altri prendano di che sfamare le vostre famiglie e se ne vadano. Poi condurrete qui il vostro fratello minore e così potrò essere sicuro che non siete spie, ma gente onesta. A questo punto vi ridarò vostro fratello e potrete muovervi liberamente nel nostro territorio”». Poi vuotarono i sacchi e ciascuno vi trovò la sua borsa del denaro. Quando videro quelle borse, con i soldi, tutti ebbero paura, anche Giacobbe che disse loro: — Già mi avete privato di due figli: Giuseppe non c’è più! Simeone non c’è più! E ora volete togliermi anche Beniamino! Tutte le disgrazie si abbattono su di me. Allora Ruben disse a suo padre: — Se non ti riporto sano e salvo Beniamino, uccidi pure i miei due figli! Affidalo a me e te lo ricondurrò! Ma Giacobbe affermò: — Mio figlio Beniamino non verrà mai laggiù con voi. Suo fratello Giuseppe è morto e dei figli di Rachele mi resta solo Beniamino. Se gli capitasse una disgrazia nel viaggio, vecchio come sono, mi farete morire di dolore.
Genesi 42:18-38 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
E al terzo giorno, Giuseppe disse loro: Fate questo, e voi viverete; io temo Iddio. Se voi siete uomini leali uno di voi fratelli rimanga incarcerato nella prigione dove siete stati posti, e voi altri andate, portatene del grano, secondo la necessità delle vostre case. E menatemi il vostro fratel minore, e così le vostre parole saranno verificate, e voi non morrete. Ed essi fecero così. E dicevano l'uno all'altro: Certamente noi siamo colpevoli intorno al nostro fratello; perciocchè noi vedemmo l'angoscia dell'anima sua, quando egli ci supplicava, e non l'esaudimmo; perciò è avvenuta questa angoscia a noi. E Ruben rispose loro, dicendo: Non vi diceva io: Non peccate contro al fanciullo? ma voi non mi voleste ascoltare; perciò altresì, ecco, è domandata ragion del suo sangue. Or essi non sapevano che Giuseppe li intendesse; perciocchè fra loro vi era un interprete. E Giuseppe si rivoltò indietro da loro, e pianse. Poi ritornò a loro, e parlò loro, e prese d'infra loro Simeone, il quale egli fece incarcerare in lor presenza. Poi Giuseppe comandò che si empiessero di grano le lor sacca, e che si rimettessero i danari di ciascun d'essi nel suo sacco, e che si desse loro provvisione per lo viaggio. E così fu lor fatto. Ed essi, caricato sopra i loro asini il grano che aveano comperato, si partirono di là. E l'uno di essi, aperto il suo sacco, per dar della pastura al suo asino nell'albergo, vide i suoi danari ch'erano alla bocca del suo sacco. E disse a' suoi fratelli: I miei danari mi sono stati restituiti; e anche eccoli nel mio sacco. E il cuore isvenne loro, e si spaventarono, dicendo l'uno all'altro: Che cosa è questo che Iddio ci ha fatto? Poi, venuti a Giacobbe, lor padre, nel paese di Canaan, gli raccontarono tutte le cose ch'erano loro intervenute, dicendo: Quell'uomo, che è rettor del paese, ci ha parlato aspramente, e ci ha trattati da spie del paese. E noi gli abbiam detto: Noi siamo uomini leali; noi non fummo giammai spie. Noi eravamo dodici fratelli, figliuoli di nostro padre, e l'uno non è più; e il minore è oggi con nostro padre, nel paese di Canaan. E quell'uomo, rettor del paese, ci ha detto: Per questo conoscerò che voi siete uomini leali: lasciate un di voi fratelli appo me, e prendete quanto vi fa bisogno per la necessità delle vostre casa, e andate. E menatemi il vostro fratel minore; ed io conoscerò che voi non siete spie, anzi uomini leali; ed io vi renderò il vostro fratello, e voi potrete andare attorno trafficando per lo paese. Ora, come essi votavano le lor sacca, ecco, il sacchetto de' denari di ciascuno era nel suo sacco; ed essi, e il padre loro, videro i sacchetti de' lor danari, e temettero. E Giacobbe, lor padre, disse loro: Voi mi avete orbato di figliuoli; Giuseppe non è più, Simeone non è più, e ancora volete tormi Beniamino; tutte queste cose son contro a me. E Ruben disse a suo padre: Fa' morire i miei due figliuoli, se io non te lo riconduco; rimettilo nelle mie mani, ed io te lo ricondurrò. Ma Giacobbe disse: Il mio figliuolo non iscenderà con voi; perciocche il suo fratello è morto, ed egli è rimasto solo; e, se gli avvenisse alcuna mortale sciagura per lo viaggio che farete, voi fareste scender la mia canutezza con cordoglio nel sepolcro.