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Genesi 38:8-30

Genesi 38:8-30 ICL00D

Allora Giuda disse a Onan: «Unisciti alla moglie di tuo fratello, compi verso di lei il tuo dovere di cognato e fa’ nascere una discendenza per tuo fratello». Onan sapeva che se fosse nato un figlio non sarebbe stato suo. Perciò ogni volta che aveva un rapporto con sua cognata disperdeva per terra il seme e così impediva il concepimento e non dava una discendenza al fratello. Questo suo modo di fare non piacque al Signore che fece morire anche lui. Allora Giuda disse a Tamar, sua nuora: «Torna alla casa di tuo padre e resta vedova finché mio figlio Sela sarà cresciuto». Diceva così perché temeva che anche Sela dovesse morire. Tamar ritornò alla casa di suo padre. Dopo molto tempo morì la moglie di Giuda, figlia di Sua. Terminato il lutto, Giuda, con il suo amico Chira l’Adullamita, andò a Timna da quelli che tosavano le sue pecore. Tamar ne fu informata. Le dissero: «Tuo suocero si reca a Timna per la tosatura delle sue pecore». Tamar aveva visto che Sela era cresciuto, ma che lei non gli era stata data in moglie. Allora si tolse gli abiti da vedova, si vestì di un velo nel quale si avvolse completamente e si mise seduta all’ingresso del territorio di Enàim, che si trova sulla via che porta a Timna. Giuda la vide e pensò che fosse una prostituta perché aveva la faccia coperta dal velo. Non sapeva che era sua nuora. Si avvicinò a lei e le disse: — Permettimi di venire con te. — Che cosa mi darai per venire con me? — gli rispose Tamar. — Ti manderò un capretto del mio gregge — le promise Giuda. — Però mi lascerai un pegno finché tu non me lo avrai mandato — disse lei. Lui le rispose: — Che pegno ti devo dare? E lei: — Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano. Giuda glieli diede e si unì a lei che rimase incinta. Poi Tamar se ne andò. Si tolse il velo e si rimise i vestiti da vedova. Più tardi Giuda mandò il suo amico adullamita a portare il capretto e a riprendere il pegno dato a quella donna. Ma egli non la trovò! Domandò agli uomini del luogo dove abitava: — Dov’è quella prostituta che stava a Enàim, sulla strada? — Lì non c’è mai stata alcuna prostituta — risposero. Egli tornò da Giuda e gli disse: — Non l’ho trovata! E per di più la gente di quel luogo mi ha assicurato che lì non c’è mai stata una prostituta. Allora Giuda disse: — Si tenga pure il pegno, altrimenti qualcuno riderà di noi. Io, il capretto gliel’ho mandato davvero, ma tu non l’hai trovata! Circa tre mesi dopo qualcuno disse a Giuda: — Tamar, tua nuora, si è prostituita ed è rimasta incinta. Allora Giuda disse: — Portatela fuori e che sia bruciata viva. La stavano portando fuori quando essa mandò a dire a suo suocero: — Sono incinta dell'uomo al quale appartengono questi oggetti. Guardali bene! — aggiunse: — A chi appartengono questo sigillo, questo cordone e questo bastone? Giuda li riconobbe ed esclamò: — Ha ragione lei. Il torto è mio, perché non l’ho data in moglie a mio figlio Sela. E non ebbe più rapporti con lei. Quando giunse il tempo di partorire ecco che Tamar aveva in grembo due gemelli. Mentre partoriva uno sporse una mano e la levatrice la prese, vi legò un filo rosso e disse: «Questo è uscito per primo». Ma quegli ritirò la mano e uscì prima suo fratello. La levatrice disse: «Perché ti sei aperto una breccia?». Per questo motivo fu chiamato Peres (Breccia). Poi uscì suo fratello che aveva il filo rosso legato alla mano e fu chiamato Zerach.

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