e gli disse: — Su! Mettiamoci in marcia; io ti accompagnerò. — Ma tu sai, signor mio — obiettò Giacobbe — che i miei figli sono delicati e che le mie pecore e le mie mucche allattano i piccoli. Se forzo l’andatura di questo bestiame, anche solo per un giorno, morrà tutto quanto! Perciò, mio signore, ti prego, vai avanti a me, tuo servitore. Io invece procederò lentamente, secondo il passo del bestiame e di questi fanciulli, finché ti raggiungerò a Seir. Esaù disse: — Ti lascerò a disposizione almeno una parte della gente che mi accompagna. — Non è il caso — rispose Giacobbe; — a me basta avere avuto una buona accoglienza presso di te, mio signore. Così in quello stesso giorno Esaù ritornò sui suoi passi verso Seir. Giacobbe invece si avviò verso Succot dove costruì una casa per sé e fece alcune capanne per il suo bestiame. Perciò chiamò quel luogo Succot (Capanne). Di ritorno dalla Mesopotamia, Giacobbe arrivò sano e salvo alla città di Sichem, in Canaan, e si accampò di fronte alla città. Poi comprò dai discendenti di Camor, fondatore di Sichem, quella parte di terra dove aveva piantato le sue tende. La pagò cento pezzi d'argento. Costruì un altare e lo chiamò «El, il Dio d'Israele».
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