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Ezechiele 22:1-31

Ezechiele 22:1-31 ICL00D

Il Signore mi parlò: «Ezechiele, preparati a giudicare Gerusalemme, quella città sanguinaria: non esitare. Ricordale le sue azioni disgustose. Riferiscile quel che io, Dio, il Signore, dichiaro: I tuoi abitanti commettono assassinii, ma così non fanno che avvicinare il momento del tuo giudizio. Si fabbricano idoli, ma così non fanno che renderti impura. Tu sei colpevole di quel sangue sparso e sei profanata dagli idoli fatti da te. Si avvicina il momento della tua distruzione! Hai i giorni contati! Ti farò disprezzare dai popoli stranieri e deridere da tutte le nazioni. Per il tuo nome infausto, per il grande disordine che regna in te, i popoli vicini e lontani ti derideranno. Dentro le tue mura i capi d'Israele abusano del loro potere e commettono assassinii. In mezzo a te non si rispettano i genitori, i forestieri sono maltrattati, gli orfani e le vedove oppressi. Si disprezzano i luoghi consacrati a me, si profana il giorno del sabato, dedicato a me. Tra la tua gente c’è chi è pronto a calunniare per far uccidere altri. I tuoi abitanti partecipano ai pasti sacri sulle montagne. Ci si dà al vizio: alcuni vanno a letto con la moglie del proprio padre, altri hanno relazioni sessuali con una donna durante le mestruazioni, alcuni commettono adulterio, altri seducono la nuora o la sorellastra. In mezzo a te c’è chi accetta soldi per spargere sangue, altri prestano il proprio denaro a un interesse esagerato: opprimono il prossimo per arricchirsi. E io, Dio, il Signore, sono completamente dimenticato. «Ma io ti mostrerò il pugno, gente di Gerusalemme, per le frodi commesse e il sangue versato. Quando interverrò contro di te, avrai tanto coraggio e forza da sopportare la rovina? Perché io, il Signore, quel che dico faccio. Io ti disperderò in mezzo a popoli stranieri, tra nazioni straniere. Metterò fine al tuo comportamento vergognoso: sarai umiliata di fronte alle altre nazioni. Allora riconoscerai che io sono il Signore». Il Signore continuò a parlarmi: «Ezechiele, gli Israeliti sono per me simili ad argento, rame, stagno, ferro e piombo gettati nella fornace per essere raffinati. Per questo io, Dio, il Signore, dichiaro loro: Siete come minerali grezzi. Quindi vi ammucchierò dentro Gerusalemme: simili ad argento, rame, ferro, piombo e stagno nella stessa fornace dove si attizza il fuoco fino a fonderli. Così io, nella mia terribile collera, vi riunirò insieme per farvi fondere dal fuoco. In Gerusalemme stessa vi raccoglierò e soffierò sul fuoco del mio furore, per fondervi come metallo. Come l’argento fonde nella fornace, così voi fonderete dentro la città. Allora riconoscerete che io sono il Signore e ho sfogato la mia collera su di voi». Il Signore mi disse ancora: «Ezechiele, di’ agli Israeliti che il loro territorio è simile a una terra sulla quale non piove: sotto l’effetto della mia collera esso diventa arido. Come i leoni ruggenti sbranano la preda, così i loro capi uccidono, s’impadroniscono di ricchezze e tesori, rendono vedove molte donne. I loro sacerdoti violano le mie leggi, profanano i luoghi consacrati a me, confondono il sacro con il profano. Non insegnano la differenza tra puro e impuro e si rifiutano di rispettare il giorno del sabato. In conclusione non hanno nessun rispetto per me. I loro capi sono sanguinari come lupi che dilaniano la preda: uccidono la gente per arricchirsi. I loro profeti coprono tutti questi delitti con una mano di calce, quando pretendono di avere visioni e predicono menzogne. Sostengono di parlare a nome di Dio, il Signore, ma io, il Signore, non ho parlato. Gli abitanti commettono violenze, rubano, opprimono i poveri e i deboli, maltrattano i forestieri contro ogni diritto. Ho cercato in mezzo a loro qualcuno che potesse costruire un muro di difesa, che potesse stare sulle brecce delle mura, per difendere il paese e per impedirmi di distruggerlo, ma non l’ho trovato. Allora sfogherò la mia collera su di loro, li distruggerò con il fuoco del mio furore: pagheranno le conseguenze del loro comportamento. Lo dichiaro io, Dio, il Signore».

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