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2 Cronache 25:9-28

2 Cronache 25:9-28 ICL00D

Amasia replicò al profeta: — E che ne sarà delle tonnellate d'argento che ho pagato per i mercenari d'Israele? Rispose il profeta: — Il Signore può farti riavere molto di più! Allora Amasia rimandò indietro i soldati d'Israele. Essi tornarono al loro paese pieni di collera contro il regno di Giuda. Poi Amasia, con coraggio, condusse il suo esercito nella valle del Sale contro gli Edomiti e, in battaglia, ne uccise diecimila. I suoi soldati catturarono altri diecimila Edomiti, li condussero in cima a una roccia e li buttarono giù: tutti morirono sfracellati. Intanto quei soldati d'Israele che Amasia aveva rimandato a casa assalirono le città del regno di Giuda situate tra Samaria e Bet-Oron. Uccisero tremila persone e s’impadronirono di un enorme bottino. Amasia, di ritorno dalla vittoriosa campagna contro gli Edomiti, portò con sé le divinità di quel popolo discendente da Seir. Li considerò come suoi dèi, si mise ad adorarli e a bruciare incenso in loro onore. Il Signore si sdegnò contro Amasia e gli mandò un profeta a dirgli: — Perché ti rivolgi a queste divinità? Non hanno neppure difeso gli Edomiti dal tuo assalto! Amasia lo interruppe: — Chi ti ha nominato mio consigliere? Taci o farai una brutta fine! Il profeta tagliò corto: — Poiché non hai ascoltato il mio consiglio, io so che per quel che hai fatto Dio ha già deciso la tua fine. Ma il re Amasia seguì altri consiglieri. Mandò messaggeri al re d'Israele per dichiarargli guerra. A quel tempo il re d'Israele era Ioas, figlio di Ioacàz e nipote di Ieu. Il re d'Israele mandò al re di Giuda questa risposta: «C’era una volta, sui monti del Libano, un cespuglio spinoso. Un giorno ebbe la pretesa di chiedere in moglie per suo figlio la figlia di un grande cedro del Libano. Ma venne una bestia selvatica del Libano e calpestò il cespuglio. Tu, Amasia, ti vanti di aver sconfitto gli Edomiti e credi di essere molto potente. Ma è meglio per te rimanere a casa tua. Perché vuoi impegnarti in una guerra che sarà un disastro per te e per il tuo regno?». Amasia non ascoltò l’avvertimento del re Ioas. In realtà Dio lo aveva abbandonato perché aveva seguito gli idoli degli Edomiti. Ioas re d'Israele si mise in marcia e affrontò Amasia re di Giuda nel territorio di quest’ultimo, presso Bet-Semes. L’esercito di Giuda fu sconfitto da quello d'Israele e i soldati fuggirono ognuno verso casa sua. A Bet-Semes Ioas re d'Israele fece prigioniero Amasia re di Giuda e lo portò con sé a Gerusalemme. Qui demolì circa duecento metri delle mura della città, dalla porta di Èfraim alla porta dell'Angolo. Ioas portò via tutto l’oro, l’argento e gli oggetti che trovò nel tempio, custoditi da Obed-Edom. Prese anche il tesoro della reggia e alcuni ostaggi. Poi ritornò nella sua capitale, Samaria. Dopo la morte di Ioas re d'Israele, Amasia re di Giuda visse altri quindici anni. Gli altri fatti della vita di Amasia sono tutti raccontati nel libro ‘I re di Giuda e d'Israele’. Fin da quando Amasia cominciò ad allontanarsi dal Signore, a Gerusalemme alcuni organizzarono un complotto contro di lui. Egli fuggì a Lachis, fu inseguito e, in quella città, ucciso. Il suo cadavere fu caricato su un cavallo e sepolto in una città di Giuda, accanto ai suoi antenati.