Il più Grande Segno nella storia del mondo: La PasquaSample
L'unico Segno
Nel capitolo 12 di Matteo vediamo che alcuni scribi e farisei si rivolgono a Gesù chiamandolo "maestro" e chiedendogli "un segno". Ma di quale segno stavano parlando? E perché avevano bisogno di ulteriori dimostrazioni? La riposta di Gesù è caustica. Egli infatti, leggendo i loro cuori e conoscendo che i loro pensieri e le loro intenzioni non erano sincere, li definisce una "generazione malvagia".
Oggigiorno, a distanza di più di due millenni, la generazione odierna non è mutata né migliorata e, imperterrita, continua a chiedere un segno per poter credere in Gesù, un segno che la convinca. È questa la mentalità della ricerca dei segni che portava gli ebrei a chiedere:
1) Un segno politico. Molti attendevano impazientemente un leader influente e carismatico capace di respingere e contrastare il dominio romano e l’oppressione socio-economica che gravava sulla Giudea; solo allora avrebbero riconosciuto il messia e creduto in lui. Ancora oggi sono molte le persone che si lamentano di come va il mondo, e che chiedono un segno dell’esistenza di Dio facendo della fede una questione politica, aspettandosi la pace, l’uguaglianza, la giustizia, un mondo migliore in cui vivere per poter credere che Qualcuno forse esiste davvero.
2) Un segno miracoloso. I Giudei presero a dirgli: quale segno miracoloso ci mostri per fare queste cose? Gesù rispose loro: distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere (Gv 2:18-19). Quello che scribi e farisei volevano era un segno miracoloso, un segno celeste, divino. Gesù riferendosi al tempio del Suo corpo rispose loro che avrebbe lasciato il segno della Sua resurrezione e della Sua presenza.
Il più grande segno che Gesù ci ha lasciato non sono i segni, prodigi e miracoli compiuti, ma la Sua vittoria sulla morte: la Sua resurrezione!
Gesù lo definisce il segno di Giona. La Bibbia infatti narra che Giona, inghiottito per volontà di Dio da un enorme pesce, finì nella profondità del soggiorno dei morti e dopo tre giorni, per ordine di Dio, tornò in vita sulla terra ferma. È questo il segno che Gesù lascia anche a questa generazione: la Sua morte e resurrezione! Così come Giona è stato riportato in vita per volere di Dio per permettere ai Niniviti di essere salvati e non giudicati, così Gesù è stato resuscitato dal Padre, come afferma Pietro: “Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste appendendolo al legno” (Atti 5:30), per salvare chiunque creda in Lui affinché non perisca ma abbia vita eterna. Oggi è il tempo di tornare a credere che Gesù è vivente, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre.
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Gesù, il Figlio di Dio, è venuto nel mondo per lasciare un segno indelebile, il più grande segno che l’umanità abbia mai conosciuto: la Sua immensa potenza, capace di sconfiggere la morte e resuscitare Gesù Cristo il terzo giorno, dopo aver dato la Sua vita come prezzo di riscatto per il mondo.
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