Cantico dei Cantici 5:1-16
Cantico dei Cantici 5:1-16 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Sono venuto nel mio giardino, o mia sorella, o sposa mia. Ho colto la mia mirra e i miei aromi, ho mangiato il mio favo di miele, ho bevuto il mio vino e il mio latte. Amici, mangiate, bevete, inebriatevi d’amore! Io dormivo, ma il mio cuore vegliava. Sento la voce del mio amico che bussa e dice: «Aprimi, sorella mia, amica mia, colomba mia, o mia perfetta! Poiché il mio capo è coperto di rugiada e le mie chiome sono piene di gocce della notte». Io mi sono tolta la gonna; come me la rimetterei ancora? Mi sono lavata i piedi; come li sporcherei ancora? L’amico mio ha passato la mano per la finestra, il mio amore si è agitato per lui. Mi sono alzata per aprire al mio amico, e le mie mani hanno stillato mirra, le mie dita mirra liquida, sulla maniglia della serratura. Ho aperto all’amico mio, ma l’amico mio si era ritirato, era partito. Ero fuori di me mentre egli parlava! L’ho cercato, ma non l’ho trovato; l’ho chiamato, ma non m’ha risposto. Le guardie che vanno attorno per la città mi hanno incontrata, mi hanno battuta, mi hanno ferita; le guardie delle mura mi hanno strappato il velo. Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio amico, che gli direte? Che sono malata d’amore. Che è dunque l’amico tuo, più di un altro amico, o la più bella fra le donne? Che è dunque l’amico tuo, più di un altro amico, che così ci scongiuri? L’amico mio è bianco e vermiglio, e si distingue fra diecimila. Il suo capo è oro finissimo, le sue chiome sono crespe, nere come il corvo. I suoi occhi paiono colombe in riva a ruscelli, che si lavano nel latte, montati nei castoni di un anello. Le sue gote sono come un’aia di aromi, come aiuole di fiori odorosi; le sue labbra sono gigli e stillano mirra liquida. Le sue mani sono anelli d’oro, incastonati di berilli; il suo corpo è d’avorio lucente, coperto di zaffiri. Le sue gambe sono colonne di marmo, fondate su basi d’oro puro. Il suo aspetto è come il Libano, superbo come i cedri. Il suo palato è tutto dolcezza, tutta la sua persona è un incanto. Tale è l’amore mio, tale è l’amico mio, o figlie di Gerusalemme.
Cantico dei Cantici 5:1-16 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Sono venuto nel mio giardino, sorella mia, mia sposa. Raccolgo la mia mirra e le mie erbe profumate. Mangio il miele del mio favo, bevo il mio latte e il mio vino. Mangiate, amici, bevete, inebriatevi d'amore. Mi sono addormentata, ma resta sveglio il mio cuore. Sento qualcosa: è il mio amore che bussa! che chiede: «Aprimi, sorella, amica mia, bellissima colomba! Ho il capo bagnato di rugiada, i miei riccioli stillano le gocce della notte». Mi sono appena spogliata, dovrei rivestirmi? Mi sono appena lavata i piedi, perché dovrei sporcarli di nuovo? Il mio amore cerca di aprire la porta: che tuffo al cuore! Salto in piedi per aprire al mio amore. Le mie dita e le mie mani gocciolano olio di mirra quando alzo il chiavistello. Ho aperto al mio amore, ma è partito, non c’è più. È partito e io ne sono sconvolta. L’ho cercato ma non l’ho trovato. L’ho chiamato, ma lui non ha risposto. Ho incontrato le guardie che fanno la ronda in città. Mi hanno picchiata, mi hanno ferita, mi hanno strappato lo scialle. Ragazze di Gerusalemme, vi supplico, se trovate il mio amore, ditegli che io sono malata d'amore. Puoi dirci, tu che sei la più bella, cos’ha il tuo amore di diverso dagli altri? È davvero tanto diverso che ci supplichi così? Il mio amore è bello e forte, lo si riconosce tra mille. Il suo volto è come l’oro più puro, i suoi capelli sono ricciuti come palme, neri come il corvo. I suoi occhi sono colombe accanto a un ruscello. Le sue pupille galleggiano sul latte, come colombe su uno specchio d'acqua. Le sue guance sono aiuole di piante profumate e di spezie. Le sue labbra sono gigli, bagnate di olio di mirra. Le sue mani sono anelli d'oro carichi di pietre preziose. Il suo ventre è una piastra d'avorio coperta di zaffiri. Le sue gambe sono colonne di marmo bianco poggiate su basi d'oro puro. Egli ha l’aspetto delle montagne del Libano, è magnifico come gli alberi di cedro. La sua bocca è dolcissima; tutto, in lui, risveglia il mio desiderio. Ecco, così è il mio amore, il mio amico, ragazze di Gerusalemme!
Cantico dei Cantici 5:1-16 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Sono venuto nel mio giardino, o mia sorella, o sposa mia; ho còlto la mia mirra e i miei aromi; ho mangiato il mio favo di miele; ho bevuto il mio vino e il mio latte. Amici, mangiate, bevete, inebriatevi d'amore! Io dormivo, ma il mio cuore vegliava. Sento la voce del mio amico che bussa e dice: «Aprimi, sorella mia, amica mia, colomba mia, o mia perfetta! Poiché il mio capo è coperto di rugiada e le mie chiome sono piene di gocce della notte». Io mi sono tolta la gonna; come me la rimetterei ancora? Mi sono lavata i piedi; come li sporcherei ancora? L'amico mio ha passato la mano per la finestra, il mio amore si è agitato per lui. Mi sono alzata per aprire al mio amico, e le mie mani hanno stillato mirra, le mie dita mirra liquida, sulla maniglia della serratura. Ho aperto all'amico mio, ma l'amico mio si era ritirato, era partito. Ero fuori di me mentr'egli parlava; l'ho cercato, ma non l'ho trovato; l'ho chiamato, ma non mi ha risposto. Le guardie che vanno attorno per la città mi hanno incontrata, mi hanno battuta, mi hanno ferita; le guardie delle mura mi hanno strappato il velo. Io vi scongiuro, figlie di *Gerusalemme, se trovate il mio amico, che gli direte? Che sono malata d'amore. Che è dunque l'amico tuo, piú di un altro amico, o la piú bella fra le donne? Che è dunque l'amico tuo, piú di un altro amico, che cosí ci scongiuri? L'amico mio è bianco e vermiglio, e si distingue fra diecimila. Il suo capo è oro finissimo, le sue chiome sono crespe, nere come il corvo. I suoi occhi paiono colombe in riva a ruscelli, che si lavano nel latte, montati nei castoni di un anello. Le sue gote sono come un'aia d'aromi, come aiuole di fiori odorosi; le sue labbra sono gigli, e stillano mirra liquida. Le sue mani sono anelli d'oro, incastonati di berilli; il suo corpo è d'avorio lucente, coperto di zaffiri. Le sue gambe sono colonne di marmo, fondate su basi d'oro puro. Il suo aspetto è come il Libano, superbo come i cedri. Il suo palato è tutto dolcezza, tutta la sua persona è un incanto. Tal è l'amore mio, tal è l'amico mio, o figlie di Gerusalemme.
Cantico dei Cantici 5:1-16 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
O Sposa, sorella mia, io son venuto nell'orto mio; Io ho colta la mia mirra ed i miei aromati; Io ho mangiato il mio favo ed il mio miele; Io ho bevuto il mio vino ed il mio latte. Amici, mangiate, bevete, ed inebbriatevi d'amori. IO dormiva, ma il mio cuore vegliava; Ed io udii la voce del mio amico, il quale, picchiando, diceva: Aprimi, sorella mia, amica mia, Colomba mia, compiuta mia; Perciocchè il mio capo è pieno di rugiada, E le mie chiome delle stille della notte. Ed io risposi: Io ho spogliata la mia gonna, come la rivestirei? Io mi ho lavati i piedi, come li brutterei? L'amico mio mise la mano per lo buco dell'uscio, E le mie interiora si commossero per amor di lui. Io mi levai, per aprire al mio amico; E le mie mani stillarono mirra, E le mie dita mirra schietta, Sopra la maniglia della serratura. Io apersi all'amico mio; Ma l'amico mio già si era ritratto, ed era passato oltre. Io era fuor di me, quando egli parlava; Io lo cercai, ma non lo trovai; Io lo chiamai, ma egli non mi rispose. Le guardie, che vanno attorno alla città, mi trovarono, Mi batterono, mi ferirono; Le guardie delle mura mi levarono il mio velo d'addosso. Io vi scongiuro, figliuole di Gerusalemme, Se trovate il mio amico, Che gli rapporterete? Rapportategli che io languisco di amore. Che è il tuo amico, più che un altro amico, O la più bella d'infra le femmine? Che è il tuo amico, più che un altro amico, Che tu ci hai così scongiurate? Il mio amico è bianco e vermiglio, Portando la bandiera fra diecimila. Il suo capo è oro finissimo, Le sue chiome sono crespe, Brune come un corvo. I suoi occhi paiono colombe presso a ruscelli d'acque; E sono come lavati in latte, Posti come dentro i castoni d'un anello. Le sue guance son simili ad un'aia d'aromati, Ad aiuole di fiori odorosi; Le sue labbra paiono gigli, E stillano mirra schietta. Le sue mani paiono anelli d'oro, Ne' quali sono incastonati berilli; Il suo corpo è avorio pulito, Coperto di zaffiri. Le sue gambe son come colonne di marmo, Fondate sopra piedistalli d'oro fino; Il suo aspetto è simile al Libano, Eccellente come i cedri. Il suo palato è tutto dolcezze, Ed egli è tutto amorevolezze. Tale è l'amor mio, tale è l'amico mio, O figliuole di Gerusalemme.