Lettera ai Romani 7:15-20
Lettera ai Romani 7:15-20 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Poiché ciò che faccio io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio. Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona; allora non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. Difatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no. Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me.
Lettera ai Romani 7:15-20 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio. Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona; allora non sono piú io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no. Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono piú io che lo compio, ma è il peccato che abita in me.
Lettera ai Romani 7:15-20 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Difatti non riesco nemmeno a capire quel che faccio: non faccio quel che voglio, ma quel che odio. Però se faccio quel che non voglio, riconosco che la Legge è buona. Allora non sono più io che agisco, è invece il peccato che abita in me. So infatti che in me, in quanto uomo peccatore, non abita il bene. In me c’è il desiderio del bene, ma non c’è la capacità di compierlo. Infatti io non compio il bene che voglio, ma faccio il male che non voglio. Ora, se faccio quel che non voglio, non sono più io ad agire, ma il peccato che è in me.
Lettera ai Romani 7:15-20 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Poichè io non riconosco ciò che io opero; perciocchè, non ciò che io voglio quello fo, ma, ciò che io odio quello fo. Ora, se ciò che io non voglio, quello pur fo, io acconsento alla legge ch' ella è buona. Ed ora non più io opero quello, anzi l'opera il peccato che abita in me. Perciocchè io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poichè ben è in me il volere, ma di compiere il bene, io non ne trovo il modo. Perciocchè, il bene che io voglio, io nol fo; ma il male che io non voglio, quello fo. Ora, se ciò che io non voglio quello fo, non più io opero quello, anzi l'opera il peccato che abita in me.