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Lettera ai Romani 2:1-16

Lettera ai Romani 2:1-16 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile, perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose. Ora noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità. Pensi tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio? Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento? Tu, invece, con la tua ostinazione e con l’impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d’ira per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio. Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all’ingiustizia. Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male, sul Giudeo prima e poi sul Greco; ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene, al Giudeo prima e poi al Greco; perché davanti a Dio non c’è favoritismo. Infatti tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella legge; perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che la osservano saranno giustificati. Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda. Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.

Lettera ai Romani 2:1-16 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose. Ora noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità. Pensi tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio? Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento? Tu, invece, con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio. Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all'ingiustizia. Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e poi sul Greco; ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo prima e poi al Greco; perché davanti a Dio non c'è favoritismo. Infatti, tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella legge; perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati. Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a sé stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda. Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesú Cristo, secondo il mio *vangelo.

Lettera ai Romani 2:1-16 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Noi sappiamo che Dio pronunzia una giusta condanna contro quelli che si comportano in questo modo. Perciò, chiunque tu sia, che giudichi gli altri, non hai nessuna scusa: mentre giudichi gli altri condanni te stesso, perché fai proprio le stesse cose che condanni. O credi forse di sfuggire al *giudizio di Dio, visto che condanni negli altri quello che tu stesso fai? O forse agisci così, perché disprezzi la grande bontà, la tolleranza e la pazienza di Dio? Ma non sai che Dio usa la sua bontà per spingerti a cambiare vita? Tu invece sei ostinato, e non sei disposto a cambiare vita. In tal modo attiri su di te la collera di Dio, per il giorno del castigo nel quale egli si manifesterà per pronunziare la sua giusta sentenza. Allora Dio ripagherà ciascuno secondo le proprie azioni. Darà vita eterna a quelli che cercano gloria, onore e immortalità facendo continuamente il bene; manifesterà invece la sua collera e la sua indignazione contro quelli che sono egoisti e non seguono la verità, ma ubbidiscono a tutto ciò che è ingiusto. Sofferenza e angoscia colpiranno chi fa il male, prima gli Ebrei e poi tutti gli altri. Ma Dio darà gloria, onore e pace a quanti compiono il bene, prima agli Ebrei, e poi a tutti gli altri. Dio infatti non fa differenze. Per questo coloro che hanno peccato senza conoscere la *legge di Mosè non saranno giudicati in base a tale Legge; ma coloro che hanno peccato conoscendo la legge di Mosè verranno giudicati secondo quella Legge. Così dinanzi a Dio sono giusti non quelli che ascoltano la Legge, ma quelli che la mettono in pratica. Certo i pagani non conoscono la Legge data da Dio; ma quando essi compiono ugualmente ciò che la Legge comanda, è come se l’avessero dentro di sé. La loro condotta dimostra che nei loro cuori è scritto ciò che la Legge prescrive. Lo dimostrano la loro coscienza e i ragionamenti che fanno tra di loro, con i quali, a volte, si accusano, e a volte si difendono. Tutto ciò sarà chiaro il giorno in cui Dio, per mezzo di Gesù Cristo, giudicherà quel che è nascosto nella vita degli uomini. Questo è il messaggio che io ho ricevuto.

Lettera ai Romani 2:1-16 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

PERCIÒ, o uomo, chiunque tu sii, che giudichi, tu sei inescusabile; perciocchè, in ciò che giudichi altrui, tu condanni te stesso; poichè tu che giudichi fai le medesime cose. Or noi sappiamo che il giudicio di Dio è, secondo verità, sopra coloro che fanno cotali cose. E stimi tu questo, o uomo, che giudichi coloro che fanno cotali cose, e le fai, che tu scamperai il giudicio di Dio? Ovvero, sprezzi tu le ricchezze della sua benignità, e della sua pazienza, e lentezza ad adirarsi; non conoscendo che la benignità di Dio ti trae a ravvedimento? Là dove tu, per la tua durezza, e cuore che non sa ravvedersi, ti ammassi a guisa di tesoro ira, nel giorno dell'ira, e della manifestazione del giusto giudicio di Dio. Il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere; cioè: la vita eterna a coloro che, con perseveranza in buone opere, procaccian gloria, onore, ed immortalità. Ma a coloro che son contenziosi, e non ubbidiscono alla verità, anzi ubbidiscono all'ingiustizia, soprastà indegnazione ed ira. Tribolazione, ed angoscia soprastà ad ogni anima d' uomo che fa il male; del Giudeo primieramente, e poi anche del Greco. Ma gloria, ed onore, e pace, sarà a chiunque fa il bene; al Giudeo primieramente, poi anche al Greco. Perciocchè presso a Dio non v'è riguardo alla qualità delle persone. Imperocchè tutti coloro che avranno peccato, senza la legge, periranno senza la legge; e tutti coloro che avranno peccato, avendo la legge, saranno giudicati per la legge. (Perciocchè, non gli uditori della legge son giusti presso a Dio, ma coloro che mettono ad effetto la legge saranno giustificati. Perciocchè, poichè i Gentili, che non hanno la legge, fanno di natura le cose della legge, essi, non avendo legge, son legge a sè stessi; i quali mostrano, che l'opera della legge è scritta ne' lor cuori per la testimonianza che rende loro la lor coscienza; e perciocchè i lor pensieri infra sè stessi si scusano, od anche si accusano.) Ciò si vedrà nel giorno che Iddio giudicherà i segreti degli uomini, per Gesù Cristo, secondo il mio evangelo.

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