Logo YouVersion
Icona Cerca

Salmi 88:1-18

Salmi 88:1-18 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Cantico. Salmo dei figli di Core. Al direttore del coro. Da cantarsi mestamente. Cantico di Eman, l’Ezraita. SIGNORE, Dio della mia salvezza, io grido giorno e notte davanti a te. Giunga fino a te la mia preghiera; porgi orecchio al mio grido, perché l’anima mia è sazia di mali e la mia vita è vicina al soggiorno dei morti. Io sono contato tra quelli che scendono nella tomba; sono come un uomo che non ha più forza. Sto disteso fra i morti, come gli uccisi che giacciono nella tomba, di cui non ti ricordi più e che la tua mano ha abbandonato. Tu mi hai messo nella fossa più profonda, in luoghi tenebrosi, negli abissi. L’ira tua pesa su di me, tu mi hai travolto con tutti i tuoi flutti. [Pausa] Hai allontanato da me i miei amici, mi hai reso abominevole per loro. Io sono imprigionato e non posso uscire. I miei occhi si consumano di dolore; io t’invoco ogni giorno, SIGNORE, e tendo verso di te le mie mani. Farai forse qualche miracolo per i morti? I defunti potranno risorgere a celebrarti? [Pausa] La tua bontà sarà narrata nel sepolcro? O la tua fedeltà nel luogo della distruzione? Le tue meraviglie saranno forse conosciute nelle tenebre, e la tua giustizia nella terra dell’oblìo? Ma io grido a te, o SIGNORE, e la mattina la mia preghiera ti viene incontro. Perché, SIGNORE, respingi l’anima mia? Perché mi nascondi il tuo volto? Io sono afflitto e agonizzante fin dalla mia gioventù; io porto il peso dei tuoi terrori e sono smarrito. Il tuo sdegno mi travolge, i tuoi terrori mi annientano, mi circondano come acque tutto il giorno, mi stringono tutti assieme. Hai allontanato da me amici e conoscenti; le tenebre sono la mia compagnia.

Salmi 88:1-18 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Cantico. Salmo dei figli di *Core. Al direttore del coro. Da cantarsi mestamente. Cantico di Eman, l'Ezraita.Signore, Dio della mia salvezza, io grido giorno e notte davanti a te. Giunga fino a te la mia preghiera; porgi orecchio al mio grido, perché l'anima mia è sazia di mali e la mia vita è vicina al *soggiorno dei morti. Io sono contato tra quelli che scendono nella tomba; sono come un uomo che non ha piú forza. Sto disteso fra i morti, come gli uccisi che giacciono nella tomba, di cui non ti ricordi piú, e che la tua mano ha abbandonato. Tu mi hai messo nella fossa piú profonda, in luoghi tenebrosi, negli abissi. L'ira tua pesa su di me, tu mi hai travolto con tutti i tuoi flutti. [Pausa] Hai allontanato da me i miei amici, m'hai reso abominevole per loro. Io sono imprigionato e non posso uscire. I miei occhi si consumano di dolore; io t'invoco ogni giorno, Signore, e tendo verso di te le mie mani. Farai forse qualche miracolo per i morti? I defunti potranno risorgere a celebrarti? [Pausa] La tua bontà sarà narrata nel sepolcro? O la tua fedeltà nel luogo della distruzione? Le tue meraviglie saranno forse conosciute nelle tenebre, e la tua giustizia, nella terra dell'oblío? Ma io grido a te, o Signore, e la mattina la mia preghiera ti viene incontro. Perché, Signore, respingi l'anima mia? Perché mi nascondi il tuo volto? Io sono afflitto e agonizzante fin dalla mia gioventú; io porto il peso dei tuoi terrori e sono smarrito. Il tuo sdegno mi travolge, i tuoi terrori m'annientano, mi circondano come acque tutto il giorno, mi stringono tutti assieme. Hai allontanato da me amici e conoscenti; le tenebre sono la mia compagnia.

Salmi 88:1-18 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

O SIGNORE Iddio della mia salute, Io grido di giorno e di notte, nel tuo cospetto. Venga la mia orazione in tua presenza; Inchina il tuo orecchio al mio grido. Perciocchè l'anima mia è sazia di mali; E la mia vita è giunta infino al sepolcro. Io son reputato del numero di quelli che scendono nella fossa; Io son simile ad un uomo che non ha più forza alcuna. Io sono spacciato fra i morti, Come gli uccisi che giacciono nella sepoltura, De' quali tu non ti ricordi più; E che son ricisi dalla tua mano. Tu mi hai posto in una fossa bassissima, In tenebre, in luoghi profondi. L'ira tua si è posata sopra me, E tu mi hai abbattuto con tutti i tuoi flutti. (Sela.) Tu hai allontanati da me i miei conoscenti, Tu mi hai renduto loro grandemente abbominevole; Io son serrato, e non posso uscire. L'occhio mio è doglioso d'afflizione; O Signore, io grido a te tuttodì, Io spiego a te le palme delle mie mani. Opererai tu alcuna maraviglia inverso i morti? I trapassati risorgeranno essi, per celebrarti? (Sela.) La tua benignità si narrerà ella nel sepolcro? E la tua verità nel luogo della perdizione? Le tue maraviglie si conosceranno esse nelle tenebre? E la tua giustizia nella terra dell'obblio? Ora quant'è a me, o Signore, io grido a te; E la mia orazione ti si fa incontro la mattina. Perchè scacci, o Signore, l'anima mia? Perchè nascondi il tuo volto da me? Io son povero, e vengo meno fin dalla mia giovanezza; Io porto i tuoi spaventi, e ne sto in forse. Le tue ire mi son passate addosso; I tuoi terrori mi hanno deserto; Mi han circondato come acque tuttodì; Tutti quanti mi hanno intorniato. Tu hai allontanati da me amici e compagni; I miei conoscenti son nascosti nelle tenebre.