Proverbi 6:1-15
Proverbi 6:1-15 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Figlio mio, se ti sei reso garante per il tuo prossimo, se ti sei impegnato per un estraneo, sei còlto allora nel laccio dalle parole della tua bocca, sei prigioniero delle parole della tua bocca. Fa’ questo, figlio mio; disimpègnati, perché sei caduto in mano del tuo prossimo. Va’, gèttati ai suoi piedi, insisti, non dar sonno ai tuoi occhi, né riposo alle tue palpebre; lìberati come il capriolo dalla mano del cacciatore, come l’uccello dalla mano dell’uccellatore. Va’, pigro, alla formica; considera il suo fare e diventa saggio! Essa non ha né capo, né sorvegliante, né padrone; prepara il suo nutrimento nell’estate e immagazzina il suo cibo al tempo della mietitura. Fino a quando, o pigro, te ne starai coricato? Quando ti sveglierai dal tuo sonno? Dormire un po’, sonnecchiare un po’, incrociare un po’ le mani per riposare… La tua povertà verrà come un ladro, la tua miseria, come un uomo armato. L’uomo da nulla, l’uomo iniquo, cammina con la falsità sulle labbra; ammicca con gli occhi, parla con i piedi, fa segni con le dita. Ha la perversità nel cuore, trama del male in ogni tempo, semina discordie. Perciò la sua rovina verrà all’improvviso, in un attimo sarà distrutto, senza rimedio.
Proverbi 6:1-15 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Figlio mio, se ti sei reso garante per il tuo prossimo, se ti sei impegnato per un estraneo, sei còlto allora nel laccio dalle parole della tua bocca, sei prigioniero delle parole della tua bocca. Fa' questo, figlio mio; disimpégnati, perché sei caduto in mano del tuo prossimo. Va', géttati ai suoi piedi, insisti, non dar sonno ai tuoi occhi, né riposo alle tue palpebre; líberati come il capriolo dalla mano del cacciatore, come l'uccello dalla mano dell'uccellatore. Va', pigro, alla formica; considera il suo fare e diventa saggio! Essa non ha né capo, né sorvegliante, né padrone; prepara il suo nutrimento nell'estate e immagazzina il suo cibo al tempo della mietitura. Fino a quando, o pigro, te ne starai coricato? Quando ti sveglierai dal tuo sonno? Dormire un po', sonnecchiare un po', incrociare un po' le mani per riposare… La tua povertà verrà come un ladro, la tua miseria, come un uomo armato. L'uomo da nulla, l'uomo *iniquo, cammina con la falsità sulle labbra; ammicca con gli occhi, parla con i piedi, fa segni con le dita; ha la perversità nel cuore, trama del male in ogni tempo, semina discordie; perciò la sua rovina verrà all'improvviso, in un attimo sarà distrutto, senza rimedio.
Proverbi 6:1-15 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Figlio mio, ti sei reso garante per il debito di un amico dando la tua parola a un estraneo? Ti sei legato a una promessa, impegnandoti con le tue stesse parole? Figlio mio, fa’ così e sarai libero: va’ da chi ti tiene legato alle tue promesse, supplica, anche fino a stancarlo, di liberarti; non concederti riposo, non chiudere occhio; finché ti sarai sciolto dall’impegno, come gazzella sfuggita alla trappola e come uccello scappato dalla rete. O pigro, sii saggio! Impara dalla formica, guarda come si comporta. Essa non ha padrone, né capo né sorvegliante. D’estate si procura il cibo per l’inverno; al tempo della mietitura mette da parte il nutrimento. E tu, pigro, fino a quando poltrirai nel tuo letto? Quando ti sveglierai dal tuo sonno? Ecco il tuo programma: un po’ dormire, un po’ sonnecchiare, un po’ riposare con le mani in mano, e intanto, come un vagabondo ti arriva addosso la povertà, e come un mendicante, la miseria. La gente da nulla, i disonesti, vanno in giro seminando bugie. Strizzano l’occhio, fanno segni con le dita, e altri gesti per trarre in inganno. Sono pieni di malizia, non pensano che a far del male, ogni momento suscitano liti. La loro rovina sarà completa, improvvisa e senza rimedi.
Proverbi 6:1-15 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
FIGLIUOL mio, se tu hai fatta sicurtà al tuo prossimo, Se tu hai toccata la mano allo strano, Tu sei allacciato con le parole della tua bocca, Tu sei preso con le parole della tua bocca. Ora fa' questo, figliuol mio, e riscuotiti; Poichè tu sei caduto in man del tuo prossimo, Va', gittati a' piedi de' tuoi amici, e sollecitali. Non lasciar dormire gli occhi tuoi, Nè sonnecchiar le tue palpebre. Riscuotiti, come un cavriuolo di mano del cacciatore, E come un uccello di mano dell'uccellatore. Va', pigro, alla formica; Riguarda le sue vie, e diventa savio; Conciossiachè ella non abbia nè capitano, Nè magistrato, nè signore; E pure ella apparecchia nella state il suo cibo, E raduna nella ricolta il suo mangiare. Infino a quando, o pigro, giacerai? Quando ti desterai dal tuo sonno? Dormendo un poco, sonnecchiando un poco, Piegando un poco le braccia per riposare; La tua povertà verrà come un viandante, E la tua necessità come uno scudiere. L'uomo scellerato, l'uomo da nulla, Procede con perversità di bocca. Egli ammicca con gli occhi, parla co' piedi, Accenna con le dita; Egli ha delle perversità nel suo cuore, Egli macchina del male in ogni tempo; Egli commette contese. Perciò in un momento verrà la sua ruina; Egli di subito sarà fiaccato, senza rimedio.