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Lettera ai Filippesi 3:1-11

Lettera ai Filippesi 3:1-11 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Del resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore. Io non mi stanco di scrivervi le stesse cose, e ciò è garanzia di sicurezza per voi. Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare; perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesù, e non mettiamo la nostra fiducia nella carne; benché io avessi motivo di confidarmi anche nella carne. Se qualcun altro pensa di aver motivo di confidarsi nella carne, io posso farlo molto di più; io, circonciso l’ottavo giorno, della razza d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio di Ebrei; quanto alla legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile. Ma ciò che per me era un guadagno, l’ho considerato come un danno, a causa di Cristo. Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede. Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti.

Lettera ai Filippesi 3:1-11 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Del resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore. Io non mi stanco di scrivervi le stesse cose, e ciò è garanzia di sicurezza per voi. Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare; perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesú, e non mettiamo la nostra fiducia nella carne; benché io avessi motivo di confidarmi anche nella carne. Se qualcun altro pensa di aver motivo di confidarsi nella carne, io posso farlo molto di piú; io, circonciso l'ottavo giorno, della razza d'*Israele, della tribú di *Beniamino, *ebreo figlio d'Ebrei; quanto alla legge, *fariseo; quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile. Ma ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa di Cristo. Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesú, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede. Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti.

Lettera ai Filippesi 3:1-11 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Del resto, fratelli miei, rallegratevi perché siete uniti al Signore. Torno a ripetervi quanto vi ho già detto: a me non costa fatica ed è meglio per voi. Guardatevi da quei cani, quei falsi missionari, quelli che vogliono imporre la *circoncisione. Siamo noi che abbiamo la vera circoncisione: noi che serviamo Dio guidati dal suo Spirito, noi che siamo fieri di appartenere a *Cristo e non mettiamo la nostra fiducia in valori soltanto umani. Eppure, volendo, anch’io potrei vantarmi di queste cose più di chiunque altro. Sono stato circonciso otto giorni dopo la nascita, sono un vero Israelita, appartengo alla tribù di Beniamino, sono un Ebreo discendente di Ebrei, ho ubbidito alla *legge di Mosè con lo scrupolo del *fariseo, fui zelante fino al punto di perseguitare la chiesa, mi consideravo giusto perché seguivo la *Legge in modo irreprensibile. Ma tutte queste cose che prima avevano per me un grande valore, ora che ho conosciuto Cristo, le ritengo da buttar via. Tutto è una perdita di fronte al vantaggio di conoscere Gesù Cristo, il mio Signore. Per lui ho rifiutato tutto questo come cose da buttar via per guadagnare Cristo, per essere unito a lui nella salvezza. Questa salvezza non viene dall’ubbidienza alla Legge, ma si ottiene per mezzo della fede in Cristo, e Dio la dà a coloro che credono. Voglio solo conoscere Cristo e la potenza della sua risurrezione. Voglio soffrire e morire in comunione con lui, nella speranza di giungere anch’io alla risurrezione dei morti.

Lettera ai Filippesi 3:1-11 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

QUANT'è al rimanente, fratelli miei, rallegratevi nel Signore. A me certo non è grave scrivervi le medesime cose, e per voi è sicuro. Guardatevi da' cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi dal ricidimento. Poichè la circoncisione siam noi, noi che serviamo in Ispirito a Dio, e ci gloriamo in Cristo Gesù, e non ci confidiamo nella carne. Benchè eziandio nella carne io avrei di che confidarmi; se alcun altro si pensa aver di che confidarsi nella carne, io l'ho molto più. Io, che sono stato circonciso l'ottavo giorno, che sono della nazione d'Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo di Ebrei; quant'è alla legge, Fariseo; quant'è alla zelo, essendo stato persecutor della chiesa; quant'è alla giustizia, che è nella legge, essendo stato irreprensibile. Ma le cose che mi eran guadagni, quelle ho reputate danno, per Cristo. Anzi pure ancora reputo tutte queste cose esser danno, per l'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale io ho fatta perdita di tutte queste cose, e le reputo tanti sterchi, acciocchè io guadagni Cristo. E sia trovato in lui, non già avendo la mia giustizia, che è dalla legge; ma quella che è per la fede di Cristo: la giustizia che è da Dio, mediante la fede; per conoscere esso Cristo, e la virtù della sua risurrezione, e la comunione delle sue sofferenze, essendo reso conforme alla sua morte; per provare se una volta perverrò alla risurrezione de' morti.