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Neemia 4:1-23

Neemia 4:1-23 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

«Quando Samballat udì che noi costruivamo le mura, si adirò, si indignò moltissimo, si fece beffe dei Giudei, e disse in presenza dei suoi fratelli e dei soldati di Samaria: “Che fanno questi Giudei indeboliti? Li lasceremo fare? Offriranno sacrifici? Finiranno in un giorno? Faranno forse rivivere delle pietre sepolte sotto mucchi di polvere e consumate dal fuoco?” Tobia l’Ammonita, che gli stava accanto, disse: “Costruiscano pure! Se una volpe ci salta sopra, farà crollare il loro muro di pietra!” Ascolta, o Dio nostro, come siamo disprezzati! Fa’ che i loro oltraggi ricadano sul loro capo ed esponili al disprezzo in un paese di deportazione! Non perdonare la loro colpa, e non sia cancellato davanti a te il loro peccato; poiché hanno provocato la tua ira in presenza dei costruttori. Noi dunque ricostruimmo le mura, che furono dappertutto innalzate fino a metà altezza; e il popolo aveva preso a cuore il lavoro. Ma quando Samballat, Tobia, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdodei udirono che la riparazione delle mura di Gerusalemme progrediva e che le brecce cominciavano a chiudersi, si indignarono moltissimo, e tutti quanti assieme si accordarono di venire ad attaccare Gerusalemme e a crearvi del disordine. Allora noi pregammo il nostro Dio e mettemmo delle sentinelle di giorno e di notte per difenderci dai loro attacchi. Quelli di Giuda dicevano: “Le forze vengono meno ai portatori di pesi, e le macerie sono molte; noi non riusciremo a costruire le mura!” I nostri avversari dicevano: “Essi non sapranno e non vedranno nulla, finché non saremo piombati in mezzo a loro; allora li uccideremo e faremo cessare i lavori”. I Giudei però, che risiedevano vicino a loro, vennero dieci volte a riferirci questo da tutti i luoghi da cui provenivano. Allora io disposi il popolo per famiglie, con le loro spade, le loro lance, i loro archi, nelle parti più basse del posto, dietro le mura, allo scoperto. Dopo aver bene esaminato ogni cosa, mi alzai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: “Non li temete! Ricordatevi del Signore, grande e tremendo. Combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e figlie, per le vostre mogli e le vostre case!” Quando i nostri nemici si accorsero che eravamo al corrente dei loro piani, Dio rese vano il loro progetto, e noi tutti tornammo alle mura, ognuno al suo lavoro. Da quel giorno, la metà dei miei giovani lavorava, e l’altra metà stava armata di lance, di scudi, di archi e di corazze; e i capi stavano dietro a tutto il popolo di Giuda. Quelli che costruivano le mura e quelli che portavano o caricavano i pesi, con una mano lavoravano e con l’altra tenevano la loro arma. E ognuno dei costruttori, durante il lavoro, portava la spada cinta ai fianchi. Il trombettiere stava accanto a me. Io dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: “L’opera è grande ed estesa, e noi siamo sparsi sulle mura e distanti l’uno dall’altro. Dovunque udrete il suono della tromba, là radunatevi con noi; il nostro Dio combatterà per noi”. Così continuavamo i lavori, mentre la metà impugnava la lancia, dallo spuntar del giorno all’apparire delle stelle. Allo stesso tempo io dissi al popolo: “Ciascuno di voi con i suoi servi passi la notte a Gerusalemme, per fare la guardia con noi durante la notte e riprendere il lavoro di giorno”. Io, poi, i miei fratelli, i miei giovani e gli uomini di guardia che mi seguivano, non ci spogliavamo; ognuno teneva le armi a portata di mano.

Neemia 4:1-23 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Quando Samballat udí che noi costruivamo le mura, si adirò, s'indignò moltissimo, si fece beffe dei Giudei, e disse in presenza dei suoi fratelli e dei soldati di *Samaria: «Che fanno questi Giudei indeboliti? Li lasceremo fare? Offriranno sacrifici? Finiranno in un giorno? Faranno forse rivivere delle pietre sepolte sotto mucchi di polvere e consumate dal fuoco?» Tobia l'*Ammonita, che gli stava accanto, disse: «Costruiscano pure! Se una volpe ci salta sopra, farà crollare il loro muro di pietra!» Ascolta, o Dio nostro, come siamo disprezzati! Fa' che i loro oltraggi ricadano sul loro capo ed esponili al disprezzo in un paese di deportazione! Non perdonare la loro colpa, e non sia cancellato davanti a te il loro peccato; poiché hanno provocato la tua ira in presenza dei costruttori. Noi dunque ricostruimmo le mura, che furono dappertutto innalzate fino a metà altezza; e il popolo aveva preso a cuore il lavoro. Ma quando Samballat, Tobia, gli Arabi, gli *Ammoniti e gli Asdodei udirono che la riparazione delle mura di *Gerusalemme progrediva, e che le brecce cominciavano a chiudersi, si indignarono moltissimo, e tutti quanti assieme si accordarono di venire ad attaccare Gerusalemme e a crearvi del disordine. Allora noi pregammo il nostro Dio e mettemmo delle sentinelle di giorno e di notte per difenderci dai loro attacchi. Quelli di *Giuda dicevano: «Le forze vengono meno ai portatori di pesi, e le macerie sono molte; noi non riusciremo a costruire le mura!» I nostri avversari dicevano: «Essi non sapranno e non vedranno nulla, finché non saremo piombati in mezzo a loro; allora li uccideremo, e faremo cessare i lavori». I Giudei però, che risiedevano vicino a loro, vennero dieci volte a riferirci questo, da tutti i luoghi da cui provenivano. Allora io disposi il popolo per famiglie, con le loro spade, le loro lance, i loro archi, nelle parti piú basse del posto, dietro le mura, allo scoperto. Dopo aver bene esaminato ogni cosa, mi alzai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: «Non li temete! Ricordatevi del Signore, grande e tremendo. Combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e figlie, per le vostre mogli e le vostre case!» Quando i nostri nemici si accorsero che eravamo al corrente dei loro piani, Dio rese vano il loro progetto, e noi tutti tornammo alle mura, ognuno al suo lavoro. Da quel giorno, la metà dei miei giovani lavorava, e l'altra metà stava armata di lance, di scudi, di archi e di corazze; e i capi stavano dietro a tutto il popolo di Giuda. Quelli che costruivano le mura e quelli che portavano o caricavano i pesi, con una mano lavoravano, e con l'altra tenevano la loro arma. E ognuno dei costruttori, durante il lavoro, portava la spada cinta ai fianchi. Il trombettiere stava accanto a me. Io dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: «L'opera è grande ed estesa, e noi siamo sparsi sulle mura, e distanti l'uno dall'altro. Dovunque udrete il suono della tromba, là radunatevi con noi; il nostro Dio combatterà per noi». Cosí continuavamo i lavori, mentre la metà impugnava la lancia, dallo spuntar del giorno all'apparire delle stelle. Allo stesso tempo io dissi al popolo: «Ciascuno di voi con i suoi servi passi la notte a Gerusalemme, per far la guardia con noi durante la notte e riprendere il lavoro di giorno». Io poi, i miei fratelli, i miei giovani e gli uomini di guardia che mi seguivano, non ci spogliavamo; ognuno teneva le armi a portata di mano.

Neemia 4:1-23 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

ORA, quando Samballat udì che noi edificavamo il muro, si adirò, e sdegnò grandemente, e si fece beffe de' Giudei. E disse in presenza de' suoi fratelli, e della gente di guerra di Samaria: Che fanno cotesti spossati Giudei? Lasceransi fare? permetterassi che sacrifichino? permetterassi oggi che forniscano l'opera? faranno essi risorgere da' mucchi della polvere le pietre che sono state arse? E Tobia Ammonita, ch'era presso di lui, disse: Avvegnachè edifichino, non ci vuole che una volpe che salga, per rompere il lor muro di pietra. Ascolta, o Dio nostro, come noi siamo in isprezzo; e fa' ritornare il lor vituperio in sul capo loro, e mettili in isprezzo in un paese di cattività; e non ricoprir la loro iniquità, e non sia il lor peccato cancellato dal tuo cospetto; perciocchè hanno fatto dispetto a quelli che edificavano, stando dirincontro a loro. Noi adunque riedificammo il muro, e tutto il muro fu riparato delle sue rotture fino alla metà; e il popolo avea grande animo a lavorare. Ma quando Samballat, e Tobia, e gli Arabi, e gli Ammoniti, e gli Asdodei, ebbero inteso che le mura di Gerusalemme si ristoravano, e che si era cominciato a turar le rotture, n'ebbero grande sdegno; e tutti insieme congiurarono di venire a far guerra, a Gerusalemme, e di dare sturbo a Neemia. Allora noi pregammo l'Iddio nostro, e ponemmo guardie giorno e notte contro a loro, per guardarci da loro. Ed i Giudei dissero: Quelli che portano i pesi sono stanchi, e vi è polvere assai; e noi non potremmo lavorare alla fabbrica del muro. Or i nostri nemici aveano detto: Facciamo sì ch'essi non ne sappian nulla, e che non ci veggano, finchè non siamo entrati per mezzo loro; allora li uccideremo, e faremo cessar l'opera. Ma i Giudei che dimoravano fra loro, venendo a noi, ci dissero per dieci volte: Guardatevi da tutti i luoghi per li quali voi andate e venite a noi. Allora io disposi il popolo, secondo le sue famiglie, con le sue spade, lance, ed archi, nel fondo di que' luoghi, dietro al muro, e in su i greppi. E dopo ch'ebbi così provveduto, mi levai, e dissi agli uomini notabili, ed ai magistrati, ed al rimanente del popolo: Non temiate di loro; ricordatevi del Signore grande e tremendo; e combattete per li vostri fratelli, per li vostri figliuoli e figliuole, e per le vostre mogli, e per le vostre case. Ora, quando i nostri nemici ebbero inteso che la cosa ci era venuta a notizia, Iddio dissipò il lor consiglio, e tutti noi ritornammo alle mura, ciascuno al suo lavoro. E da quel dì innanzi, la metà de' miei fanti lavorava, e l'altra metà stava in armi, con lance, scudi, archi, e corazze; e i capi erano dietro ad ogni famiglia di Giuda. Una parte di coloro che fabbricavano il muro, e quelli che portavano i pesi, e quelli che li caricavano, con una delle mani lavoravano all'opera, e con l'altra tenevano un'arme. Ed un'altra parte di coloro che fabbricavano aveano ciascuno la sua spada cinta in su le reni, e così fabbricavano. E il trombetta era appresso di me. Ed io dissi agli uomini notabili, ed ai magistrati, ed al rimanente del popolo: Quest'opera è grande, e di gran distesa; e noi siamo sparsi in sul muro, lungi l'uno dall'altro. Dovunque voi udirete il suon della tromba, adunatevi là presso di noi; l'Iddio nostro combatterà per noi. Così noi lavoravamo all'opera; e la metà della gente avea le lance in mano, dallo spuntar dell'alba fino all'apparir delle stelle. In quel tempo ancora io dissi al popolo: Ciascuno dimori la notte dentro a Gerusalemme, col suo servitore; e di notte servanci per la guardia, e di giorno per l'opera. Ed io, ed i miei fratelli, ed i miei servitori, e le guardie che mi seguitavano, non ispogliavamo i nostri vestimenti; ciascuno andava per dell'acqua con le sue armi.