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Vangelo secondo Marco 15:21-39

Vangelo secondo Marco 15:21-39 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Costrinsero a portare la croce di lui un certo Simone di Cirene, padre di Alessandro e di Rufo, che passava di là tornando dai campi. E condussero Gesù al luogo detto Golgota, che tradotto vuol dire «luogo del teschio». Gli diedero da bere del vino mescolato con mirra, ma non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirandole a sorte per sapere quello che ciascuno dovesse prendere. Era l’ora terza quando lo crocifissero. L’iscrizione indicante il motivo della condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero due ladroni, uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. [E si adempì la Scrittura che dice: «Egli è stato contato fra i malfattori».] Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Eh, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso e scendi giù dalla croce!» Allo stesso modo anche i capi dei sacerdoti con gli scribi, beffandosi, dicevano l’uno all’altro: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso. Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, affinché vediamo e crediamo!» Anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. Venuta l’ora sesta, si fecero tenebre su tutto il paese fino all’ora nona. All’ora nona Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lamà sabactàni?», che, tradotto, vuol dire: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Chiama Elia!» Uno di loro corse e, dopo aver inzuppato d’aceto una spugna, la pose in cima a una canna e gli diede da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se Elia viene a farlo scendere». Gesù, emesso un gran grido, rese lo spirito. E la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. E il centurione che era lì presente di fronte a Gesù, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!»

Vangelo secondo Marco 15:21-39 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Costrinsero a portar la croce di lui un certo *Simone di *Cirene, padre di Alessandro e di Rufo, che passava di là, tornando dai campi. E condussero Gesú al luogo detto *Golgota che, tradotto, vuol dire «luogo del teschio». Gli diedero da bere del vino mescolato con mirra; ma non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirandole a sorte per sapere quello che ciascuno dovesse prendere. Era l'*ora terza quando lo crocifissero. L'iscrizione indicante il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero due ladroni, uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra. [ E si adempí la Scrittura che dice: «Egli è stato contato fra i malfattori».] Quelli che passavano lí vicino lo insultavano, scotendo il capo e dicendo: «Eh, tu che distruggi il *tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso e scendi giú dalla croce!» Allo stesso modo anche i capi dei sacerdoti con gli scribi, beffandosi, dicevano l'uno all'altro: «Ha salvato altri e non può salvare sé stesso. Il Cristo, il re d'*Israele, scenda ora dalla croce, affinché vediamo e crediamo!» Anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. Venuta l'ora sesta, si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona. All'ora nona, Gesú gridò a gran voce: «Eloí, Eloí lamà sabactàni?» che, tradotto, vuol dire: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Chiama *Elia!» Uno di loro corse e, dopo aver inzuppato d'aceto una spugna, la pose in cima a una canna e gli diede da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se Elia viene a farlo scendere». Gesú, emesso un gran grido, rese lo spirito. E la *cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. E il *centurione che era lí presente di fronte a Gesú, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Veramente, quest'uomo era *Figlio di Dio!»

Vangelo secondo Marco 15:21-39 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Un certo Simone, originario di Cirène, il padre di Alessandro e di Rufo, passava di là mentre tornava dai campi. I soldati lo obbligarono a portare la croce di Gesù. Poi condussero Gesù in un luogo detto Gòlgota (che significa «Luogo del Cranio»). Vollero dargli un po’ di vino drogato, ma Gesù non lo prese. Poi lo inchiodarono alla croce, e si divisero le sue vesti tirandole a sorte per decidere la parte di ciascuno. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. Sul cartello dove si scriveva il motivo della condanna c’erano queste parole: «Il re dei Giudei». Insieme con Gesù avevano messo in croce anche due briganti, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. [ ] Quelli che passavano di là scuotevano la testa in segno di disprezzo, lo insultavano e dicevano: «Ehi, tu che volevi distruggere il *Tempio e ricostruirlo in tre giorni, salva te stesso! Prova a scendere dalla croce!». Allo stesso modo anche i capi dei *sacerdoti e i *maestri della Legge ridevano e dicevano: «Ha salvato tanti altri e ora non è capace di salvare se stesso! Lui, il *Messia, il re d'Israele: scenda ora dalla croce, così vedremo e gli crederemo!». Anche i due briganti crocifissi accanto a lui lo insultavano. Quando fu mezzogiorno si fece buio su tutta la regione fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò molto forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni? che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti udirono e dissero: «Sentite, chiama il profeta Elia». Un tale corse a prendere una spugna, la bagnò nell’aceto, la fissò in cima a una canna e cercava di far bere Gesù. Diceva: «Aspettate. Vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce!». Ma Gesù diede un forte grido e spirò. Allora il grande velo appeso nel *Tempio si squarciò in due, da cima a fondo. L’ufficiale romano che stava di fronte alla croce, vedendo come Gesù era morto, disse: «Quest’uomo era davvero Figlio di Dio!».

Vangelo secondo Marco 15:21-39 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

ED angariarono a portar la croce di esso, un certo passante, detto Simon Cireneo, padre di Alessandro e di Rufo, il qual tornava da' campi. E menarono Gesù al luogo detto Golgota; il che, interpretato, vuol dire: Il luogo del teschio. E gli dieder da bere del vino condito con mirra; ma egli non lo prese. E dopo averlo crocifisso, spartirono i suoi vestimenti, tirando la sorte sopra essi, per saper ciò che ne torrebbe ciascuno. Or era l'ora di terza, quando lo crocifissero. E la soprascritta del maleficio che gli era apposto era scritta di sopra a lui, in questa maniera: IL RE DE' GIUDEI. Crocifissero ancora con lui due ladroni, l'un dalla sua destra, e l'altro dalla sinistra. E si adempiè la scrittura che dice: Ed egli è stato annoverato fra i malfattori. E coloro che passavano ivi presso l'ingiuriavano, scotendo il capo, e dicendo: Eia! tu che disfai il tempio, ed in tre giorni lo riedifichi, salva te stesso, e scendi giù di croce. Simigliantemente ancora i principali sacerdoti, con gli Scribi, beffandosi, dicevano l'uno all'altro: Egli ha salvati gli altri, e non può salvar sè stesso. Scenda ora giù di croce il Cristo, il Re d'Israele; acciocchè noi lo vediamo, e crediamo. Coloro ancora ch'erano stati crocifissi con lui l'ingiuriavano. Poi, venuta l'ora sesta, si fecero tenebre per tutta la terra, infino all'ora di nona. Ed all'ora di nona, Gesù gridò con gran voce, dicendo: Eloi, Eloi, lamma sabactani? il che, interpretato, vuol dire: Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato? Ed alcuni di coloro ch'eran quivi presenti, udito ciò, dicevano: Ecco, egli chiama Elia. E un di loro corse; ed empiuta una spugna d'aceto, e postala intorno ad una canna, gli diè da bere, dicendo: Lasciate; vediamo se Elia verrà, per trarlo giù. E Gesù, gettato un gran grido, rendè lo spirito. E la cortina del tempio si fendè in due, da cima a fondo. E il centurione, ch'era quivi presente di rincontro a Gesù, veduto che dopo aver così gridato, egli avea reso lo spirito, disse: Veramente quest'uomo era Figliuol di Dio.