Vangelo secondo Luca 23:25-43
Vangelo secondo Luca 23:25-43 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
liberò colui che era stato messo in prigione per sommossa e omicidio, e che essi avevano richiesto, ma abbandonò Gesù alla loro volontà. Mentre lo portavano via, presero un certo Simone, di Cirene, che veniva dalla campagna, e gli misero addosso la croce perché la portasse dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano cordoglio e lamento per lui. Ma Gesù, voltatosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli. Perché, ecco, i giorni vengono nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno partorito e le mammelle che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadeteci addosso!” e ai colli: “Copriteci!”. Perché se fanno questo al legno verde, che cosa sarà fatto al secco?» Ora altri due, malfattori, erano condotti per essere messi a morte insieme a lui. Quando furono giunti al luogo detto «il Teschio», vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. {Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno».} Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Il popolo stava a guardare. E anche i magistrati si beffavano di lui, dicendo: «Ha salvato altri, salvi se stesso, se è il Cristo, l’Eletto di Dio!» Pure i soldati lo schernirono, accostandosi, presentandogli dell’aceto e dicendo: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!» Vi era anche questa iscrizione sopra il suo capo: «Questo è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!» Ma l’altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni, ma questi non ha fatto nulla di male». E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!» Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso».
Vangelo secondo Luca 23:25-43 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
liberò colui che era stato messo in prigione per sommossa e omicidio, e che essi avevano richiesto; ma abbandonò Gesú alla loro volontà. Mentre lo portavano via, presero un certo *Simone, di *Cirene, che veniva dalla campagna, e gli misero addosso la croce perché la portasse dietro a Gesú. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano cordoglio e lamento per lui. Ma Gesú, voltatosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli. Perché, ecco, i giorni vengono nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno partorito e le mammelle che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadeteci addosso”; e ai colli: “Copriteci”. Perché se fanno questo al legno verde, che cosa sarà fatto al secco?» Ora, altri due, malfattori, erano condotti per essere messi a morte insieme a lui. Quando furono giunti al luogo detto «il Teschio», vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. [Gesú diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno».] Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Il popolo stava a guardare. E anche i magistrati si beffavano di lui, dicendo: «Ha salvato altri, salvi sé stesso, se è il Cristo, l'Eletto di Dio!» Pure i soldati lo schernivano, accostandosi, presentandogli dell'aceto e dicendo: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!» Vi era anche questa iscrizione sopra il suo capo: QUESTO È IL RE DEI GIUDEI. Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!» Ma l'altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non ha fatto nulla di male». E diceva: «Gesú, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!» Gesú gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in *paradiso».
Vangelo secondo Luca 23:25-43 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Avevano chiesto la liberazione di Barabba, quello che era stato messo in prigione per sommossa e omicidio, e Pilato lo liberò. Invece consegnò loro Gesù perché ne facessero quello che volevano. Presero Gesù e lo portarono via. Lungo la strada, fermarono un certo Simone, originario di Cirène, che tornava dai campi. Gli caricarono sulle spalle la croce e lo costrinsero a portarla dietro a Gesù. Erano in molti a seguire Gesù: una gran folla di popolo e un gruppo di donne che si battevano il petto e manifestavano il loro dolore per lui. Gesù si voltò verso di loro e disse: «Donne di Gerusalemme, non piangete per me. Piangete piuttosto per voi e per i vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le donne che non possono avere bambini, quelle che non hanno mai avuto figli e quelle che non ne hanno mai allattato. «Allora la gente comincerà a dire ai monti: “Franate su di noi” e alle colline: “Nascondeteci”. Perché se si tratta così il legno verde, che ne sarà di quello secco?». Insieme con Gesù venivano condotti a morte anche due malfattori. Quando furono arrivati sul posto detto «luogo del Cranio», prima crocifissero Gesù e poi i due malfattori: uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno». I soldati intanto si divisero le vesti di Gesù, tirandole a sorte. La gente stava a guardare. I capi del popolo invece si facevano beffe di Gesù e gli dicevano: «Ha salvato tanti altri, ora salvi se stesso, se egli è veramente il *Messia scelto da Dio». Anche i soldati lo schernivano: si avvicinavano a Gesù, gli davano da bere aceto e gli dicevano: «Se tu sei davvero il re dei Giudei salva te stesso!». Sopra il capo di Gesù avevano messo un cartello con queste parole: «Quest’uomo è il re dei *Giudei». I due malfattori intanto erano stati crocifissi con Gesù. Uno di loro, insultandolo, diceva: — Non sei tu il *Messia? Salva te stesso e noi. L’altro invece si mise a rimproverare il suo compagno e disse: — Tu che stai subendo la stessa condanna non hai proprio nessun timore di Dio? Per noi due è giusto scontare il castigo per ciò che abbiamo fatto, lui invece non ha fatto nulla di male. Poi aggiunse: — Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo *regno. Gesù gli rispose: — Ti assicuro che oggi sarai con me in *paradiso.
Vangelo secondo Luca 23:25-43 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
E liberò loro colui ch'era stato incarcerato per sedizione, e per omicidio, il quale essi aveano chiesto; e rimise Gesù alla lor volontà. E COME essi lo menavano, presero un certo Simon Cireneo, che veniva da' campi, e gli misero addosso la croce, per portarla dietro a Gesù. Or una gran moltitudine di popolo, e di donne, lo seguitava, le quali ancora facevano cordoglio, e lo lamentavano. Ma Gesù, rivoltosi a loro, disse: Figliuole di Gerusalemme, non piangete per me; anzi, piangete per voi stesse, e per li vostri figliuoli. Perciocchè, ecco, i giorni vengono che altri dirà: Beate le sterili! e beati i corpi che non hanno partorito, e le mammelle che non hanno lattato! Allora prenderanno a dire ai monti: Cadeteci addosso; ed a' colli: Copriteci. Perciocchè, se fanno queste cose al legno verde, che sarà egli fatto al secco? Or due altri ancora, ch'erano malfattori, erano menati con lui, per esser fatti morire. E QUANDO furono andati al luogo, detto del Teschio, crocifissero quivi lui, e i malfattori, l'uno a destra, e l'altro a sinistra. E Gesù diceva: Padre, perdona loro, perciocchè non sanno quel che fanno. Poi, avendo fatte delle parti de' suoi vestimenti, trassero le sorti. E il popolo stava quivi, riguardando; ed anche i rettori, insiem col popolo, lo beffavano, dicendo: Egli ha salvati gli altri, salvi sè stesso, se pur costui è il Cristo, l'Eletto di Dio. Or i soldati ancora lo schernivano, accostandosi, e presentandogli dell'aceto; e dicendo: Se tu sei il Re de' Giudei, salva te stesso. Or vi era anche questo titolo, di sopra al suo capo, scritto in lettere greche, romane, ed ebraiche: COSTUI È IL RE DE' GIUDEI. Or l'uno de' malfattori appiccati lo ingiuriava, dicendo: Se tu sei il Cristo, salva te stesso, e noi. Ma l'altro, rispondendo, lo sgridava, dicendo: Non hai tu timore, non pur di Dio, essendo nel medesimo supplizio? E noi di vero vi siam giustamente, perciocchè riceviamo la condegna pena de' nostri fatti; ma costui non ha commesso alcun misfatto. Poi disse a Gesù: Signore, ricordati di me, quando sarai venuto nel tuo regno. E Gesù gli disse: Io ti dico in verità, che oggi tu sarai meco in paradiso.