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Vangelo secondo Luca 19:1-27

Vangelo secondo Luca 19:1-27 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora, per vederlo, corse avanti e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio di Abraamo; perché il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto». Mentre essi ascoltavano queste cose, Gesù aggiunse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio stesse per manifestarsi immediatamente. Disse dunque: «Un uomo nobile se ne andò in un paese lontano per ricevere l’investitura di un regno e poi tornare. Chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci mine e disse loro: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Or i suoi concittadini lo odiavano e gli mandarono dietro degli ambasciatori per dire: “Non vogliamo che costui regni su di noi”. Quando egli fu tornato, dopo aver ricevuto l’investitura del regno, fece venire quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ognuno avesse guadagnato mettendolo a frutto. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua mina ne ha fruttate altre dieci”. Il re gli disse: “Va bene, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi potere su dieci città”. Poi venne il secondo, dicendo: “La tua mina, Signore, ha fruttato cinque mine”. Egli disse anche a questo: “E tu sii a capo di cinque città”. Poi ne venne un altro che disse: “Signore, ecco la tua mina che ho tenuta nascosta in un fazzoletto, perché ho avuto paura di te che sei un uomo duro; tu prendi quello che non hai depositato e mieti quello che non hai seminato”. Il re gli disse: “Dalle tue parole ti giudicherò, servo malvagio! Tu sapevi che io sono un uomo duro, che prendo quello che non ho depositato e mieto quello che non ho seminato; perché non hai messo il mio denaro in banca, e io, al mio ritorno, lo avrei riscosso con l’interesse?” Poi disse a coloro che erano presenti: “Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine”. Essi gli dissero: “Signore, egli ha dieci mine!” “Io vi dico che a chiunque ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E questi miei nemici che non volevano che io regnassi su di loro, conduceteli qui e uccideteli in mia presenza”».

Vangelo secondo Luca 19:1-27 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Gesú, entrato in *Gerico, attraversava la città. Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei *pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesú, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora per vederlo, corse avanti, e salí sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. Quando Gesú giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». Gesú gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d'*Abraamo; perché il *Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto». Mentre essi ascoltavano queste cose, Gesú aggiunse una *parabola, perché era vicino a *Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio stesse per manifestarsi immediatamente. Disse dunque: «Un uomo nobile se ne andò in un paese lontano per ricevere l'investitura di un regno e poi tornare. Chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci *mine e disse loro: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Or i suoi concittadini l'odiavano e gli mandarono dietro degli ambasciatori per dire: “Non vogliamo che costui regni su di noi”. Quando egli fu tornato, dopo aver ricevuto l'investitura del regno, fece venire quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ognuno avesse guadagnato mettendolo a frutto. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua mina ne ha fruttate altre dieci”. Il re gli disse: “Va bene, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi potere su dieci città”. Poi venne il secondo, dicendo: “La tua mina, Signore, ha fruttato cinque mine”. Egli disse anche a questo: “E tu sii a capo di cinque città”. Poi ne venne un altro che disse: “Signore, ecco la tua mina che ho tenuta nascosta in un fazzoletto, perché ho avuto paura di te che sei uomo duro; tu prendi quello che non hai depositato, e mieti quello che non hai seminato”. Il re gli disse: “Dalle tue parole ti giudicherò, servo malvagio! Tu sapevi che io sono un uomo duro, che prendo quello che non ho depositato e mieto quello che non ho seminato; perché non hai messo il mio denaro in banca, e io, al mio ritorno, lo avrei riscosso con l'interesse?” Poi disse a coloro che erano presenti: “Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine”. Essi gli dissero: “Signore, egli ha dieci mine!” “Io vi dico che a chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici che non volevano che io regnassi su di loro, conduceteli qui e uccideteli in mia presenza”».

Vangelo secondo Luca 19:1-27 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando. Qui viveva un certo Zaccheo. Era un capo degli agenti delle tasse ed era molto ricco. Desiderava però vedere chi fosse Gesù, ma non ci riusciva: c’era molta gente attorno a Gesù e lui era troppo piccolo. Allora corse un po’ avanti e si arrampicò sopra un albero in un punto dove Gesù doveva passare: sperava così di poterlo vedere. Quando arrivò in quel punto, Gesù guardò in alto e gli disse: «Zaccheo, scendi in fretta, perché oggi devo fermarmi a casa tua!». Zaccheo scese subito dall’albero e con grande gioia accolse Gesù in casa sua. I presenti vedendo queste cose si misero a mormorare contro Gesù. Dicevano: «È andato ad alloggiare da uno strozzino». Zaccheo invece, stando davanti al Signore, gli disse: — Signore, do ai poveri la metà dei miei beni e se ho rubato a qualcuno gli restituisco quattro volte tanto. Allora Gesù disse a Zaccheo: — Oggi la salvezza è entrata in questa casa. Anche tu sei un discendente di Abramo. Ora il *Figlio dell'uomo è venuto proprio a cercare e a salvare quelli che erano perduti. Gesù era ormai vicino a Gerusalemme, e perciò molti pensavano che il *regno di Dio si manifestasse da un momento all’altro. Allora Gesù raccontò quest’altra *parabola: «C’era una volta un uomo di famiglia nobile. Egli doveva andare in un paese lontano per ricevere il titolo di re, poi sarebbe tornato. Prima di partire chiamò dieci dei suoi servi; consegnò a ciascuno una medesima somma di denaro e disse: “Cercate di far fruttare questo denaro fino a quando non sarò tornato”. «Ma i suoi cittadini odiavano quell’uomo e gli mandarono dietro alcuni rappresentanti per far sapere che non lo volevano come re. «E invece quell’uomo diventò re e ritornò al suo paese. Fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il suo denaro per sapere quanto guadagno ne avevano ricavato. «Si fece avanti il primo servo e disse: — Signore, con quello che tu mi hai dato io ho guadagnato dieci volte tanto. «Il padrone gli rispose: — Bene, sei un servo bravo. Sei stato fedele in cose da poco: ora io ti faccio governatore di dieci città. «Poi venne il secondo servo e disse: — Signore, con quello che tu mi hai dato ho guadagnato cinque volte tanto. «Il padrone rispose: — Anche tu avrai l’amministrazione di cinque città. «Infine si fece avanti un altro servo e disse: — Signore, ecco il tuo denaro! L’ho nascosto in un fazzoletto. Avevo paura di te, perché sapevo che sei un padrone esigente: tu pretendi anche quel che non hai depositato e raccogli anche quel che non hai seminato. «Allora il padrone gli rispose: — Tu sei stato un servo cattivo e io ti giudico secondo quel che hai detto. Tu sapevi che sono un padrone esigente, che pretendo anche quel che non ho depositato e raccolgo anche quel che non ho seminato. Perché allora non hai depositato il mio denaro alla banca? Al mio ritorno l’avrei ritirato con gli interessi! «Poi il padrone disse ai presenti: — Via, toglietegli il denaro che ha e datelo a quello che lo ha fatto fruttare di più. «Gli fecero osservare: — Signore, ma lui ne ha già fin troppo. «Il padrone allora rispose: — Chi ha molto riceverà ancora di più; ma a chi ha poco sarà portato via anche quel poco che ha. Ed ora i miei nemici, quelli che non mi volevano come loro re. Portateli qui e uccideteli alla mia presenza».

Vangelo secondo Luca 19:1-27 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

E GESÙ, essendo entrato in Gerico, passava per la città. Ed ecco un uomo, detto per nome Zaccheo, il quale era il capo de' pubblicani, ed era ricco; e cercava di veder Gesù, per saper chi egli era; ma non poteva per la moltitudine, perciocchè egli era piccolo di statura. E corse innanzi, e salì sopra un sicomoro, per vederlo; perciocchè egli avea da passare per quella via. E come Gesù fu giunto a quel luogo, alzò gli occhi, e lo vide, e gli disse: Zaccheo, scendi giù prestamente, perciocchè oggi ho ad albergare in casa tua. Ed egli scese prestamente, e lo ricevette con allegrezza. E tutti, veduto ciò, mormoravano, dicendo: Egli è andato ad albergare in casa d'un uomo peccatore. E Zaccheo, presentatosi al Signore, gli disse: Signore, io dono la metà di tutti i miei beni a' poveri; e se ho frodato alcuno, io gliene fo la restituzione a quattro doppi. E Gesù gli disse: Oggi è avvenuta salute a questa casa; poichè anche costui è figliuol d'Abrahamo. Perciocchè il Figliuol dell'uomo è venuto per cercare, e per salvare ciò ch'era perito. OR ascoltando essi queste cose, Gesù soggiunse, e disse una parabola; perciocchè egli era vicino a Gerusalemme, ed essi stimavano che il regno di Dio apparirebbe subito in quello stante. Disse adunque: Un uomo nobile andò in paese lontano, per prender la possession d'un regno, e poi tornare. E chiamati a sè dieci suoi servitori, diede loro dieci mine, e disse loro: Trafficate, finchè io venga. Or i suoi cittadini l'odiavano, e gli mandarono dietro un'ambasciata, dicendo: Noi non vogliamo che costui regni sopra di noi. Ed avvenne che quando egli fu ritornato, dopo aver presa la possessione del regno, comandò che gli fosser chiamati que' servitori, a' quali avea dati i denari, acciocchè sapesse quanto ciascuno avea guadagnato trafficando. E il primo si presentò, dicendo: Signore, la tua mina ne ha guadagnate altre dieci. Ed egli gli disse: Bene sta, buon servitore; perciocchè tu sei stato leale in cosa minima, abbi podestà sopra dieci città. Poi venne il secondo, dicendo: Signore, la tua mina ne ha guadagnate cinque. Ed egli disse ancora a costui: E tu sii sopra cinque città. Poi ne venne un altro, che disse: Signore, ecco la tua mina, la quale io ho tenuta riposta in uno sciugatoio. Perciocchè io ho avuto tema di te, perchè tu sei uomo aspro, e togli ciò che non hai messo, e mieti ciò che non hai seminato. E il suo signore gli disse: Io ti giudicherò per la tua propria bocca, malvagio servitore; tu sapevi che io sono uomo aspro, che tolgo ciò che non ho messo, e mieto ciò che non ho seminato; perchè dunque non desti i miei denari a' banchieri, ed io, al mio ritorno, li avrei riscossi con frutto? Allora egli disse a coloro ch'erano ivi presenti: Toglietegli la mina, e datela a colui che ha le dieci mine. (Ed essi gli dissero: Signore, egli ha dieci mine). Perciocchè io vi dico, che a chiunque ha sarà dato; ma, a chi non ha, eziandio quel ch'egli ha gli sarà tolto. Oltre a ciò, menate qua que' miei nemici, che non hanno voluto che io regnassi sopra loro, e scannateli in mia presenza.