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Vangelo secondo Luca 15:1-32

Vangelo secondo Luca 15:1-32 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Tutti i pubblicani e i peccatori si avvicinavano a lui per ascoltarlo. Ma i farisei e gli scribi mormoravano, dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrova? E trovatala, tutto allegro se la mette sulle spalle; e giunto a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta”. Vi dico che, allo stesso modo, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento. «Oppure, qual è la donna che se ha dieci dramme e ne perde una, non accende un lume e non spazza la casa e non cerca con cura finché non la ritrova? Quando l’ha trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta”. Così, vi dico, v’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede». Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: “Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta”. Ed egli divise fra loro i beni. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali. Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava. Allora, rientrato in sé, disse: “Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: ‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi’”. Egli dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. E il figlio gli disse: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai suoi servi: “Presto, portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato”. E si misero a fare gran festa. Or il figlio maggiore si trovava nei campi, e mentre tornava, come fu vicino a casa, udì la musica e le danze. Chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa succedesse. Quello gli disse: “È tornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì e lo pregava di entrare. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici. Ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato”. Il padre gli disse: “Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato”».

Vangelo secondo Luca 15:1-32 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Tutti i *pubblicani e i «peccatori» si avvicinavano a lui per ascoltarlo. Ma i *farisei e gli *scribi mormoravano, dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa *parabola: «Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrova? E trovatala, tutto allegro se la mette sulle spalle; e giunto a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta”. Vi dico che cosí ci sarà piú gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento. «Oppure, qual è la donna che se ha dieci *dramme e ne perde una, non accende un lume e non spazza la casa e non cerca con cura finché non la ritrova? Quando l'ha trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta”. Cosí, vi dico, v'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede». Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il piú giovane di loro disse al padre: “Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta”. Ed egli divise fra loro i beni. Di lí a poco, il figlio piú giovane, messa insieme ogni cosa, partí per un paese lontano, e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali. Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava. Allora, rientrato in sé, disse: “Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono piú degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi”. Egli dunque si alzò e tornò da suo padre; ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò. E il figlio gli disse: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono piú degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai suoi servi: “Presto, portate qui la veste piú bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato”. E si misero a fare gran festa. Or il figlio maggiore si trovava nei campi, e mentre tornava, come fu vicino a casa, udí la musica e le danze. Chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa succedesse. Quello gli disse: “È tornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscí e lo pregava di entrare. Ma egli rispose al padre: “Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai *trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici; ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato”. Il padre gli disse: “Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato”».

Vangelo secondo Luca 15:1-32 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Gli agenti delle tasse e altre persone di cattiva reputazione si avvicinarono a Gesù per ascoltarlo. Ma i *farisei e i *maestri della Legge lo criticavano per questo. Dicevano: «Quest’uomo tratta bene la gente di cattiva reputazione e va a mangiare con loro». Allora Gesù raccontò questa *parabola: «Se uno di voi ha cento pecore e ne perde una, che cosa fa? Lascia le altre novantanove al sicuro per andare a cercare quella che si è smarrita e la cerca finché non l’ha ritrovata. Quando la trova, se la mette sulle spalle pieno di gioia, e ritorna a casa sua. Poi chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Fate festa con me, perché ho ritrovato la mia pecora, quella che si era smarrita”. «Così è anche per il *regno di Dio: vi assicuro che in cielo si fa più festa per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione». «Se una donna possiede dieci monete d'argento e ne perde una, che cosa fa? Accende la luce, spazza bene la casa e si mette a cercare accuratamente la sua moneta finché non la trova. Quando l’ha trovata, chiama le amiche e le vicine di casa e dice loro: “Fate festa con me, perché ho ritrovato la moneta d'argento che avevo perduta”. «Così, vi dico, anche gli *angeli di Dio fanno grande festa per un solo peccatore che cambia vita». Gesù raccontò anche questa *parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse a suo padre: “Padre, dammi la mia parte d'eredità”. Allora il padre divise il patrimonio tra i due figli. «Pochi giorni dopo, il figlio più giovane vendette tutti i suoi beni e con i soldi ricavati se ne andò in un paese lontano. Là, si abbandonò a una vita disordinata e così spese tutti i suoi soldi. «Ci fu poi in quella regione una grande carestia, e quel giovane non avendo più nulla si trovò in grave difficoltà. Andò da uno degli abitanti di quel paese e si mise alle sue dipendenze. Costui lo mandò nei campi a fare il guardiano dei maiali. Era talmente affamato che avrebbe voluto sfamarsi con le ghiande che si davano ai maiali, ma nessuno gliene dava. «Allora si mise a riflettere sulla sua condizione e disse: “Tutti i dipendenti di mio padre hanno cibo in abbondanza. Io, invece, sto qui a morire di fame. Ritornerò da mio padre e gli dirò: Padre ho peccato contro Dio e contro di te. Non sono più degno di essere considerato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi dipendenti”. «Si mise subito in cammino e ritornò da suo padre. «Era ancora lontano dalla casa paterna, quando suo padre lo vide e, commosso, gli corse incontro. Lo abbracciò e lo baciò. Ma il figlio gli disse: “Padre, ho peccato contro Dio e contro di te. Non sono più degno di essere considerato tuo figlio”. «Ma il padre ordinò subito ai suoi servi: “Presto, andate a prendere il vestito più bello e fateglielo indossare. Mettetegli l’anello al dito e dategli un paio di sandali. Poi prendete il vitello, quello che abbiamo ingrassato, e ammazzatelo. Dobbiamo festeggiare con un banchetto il suo ritorno, perché questo mio figlio era per me come morto e ora è tornato in vita, era perduto e ora l’ho ritrovato”. E cominciarono a far festa. «Il figlio maggiore, intanto, si trovava nei campi. Al suo ritorno, quando fu vicino alla casa, sentì un suono di musiche e di danze. Chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa stava succedendo. Il servo gli rispose: “È ritornato tuo fratello, e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello, quello che abbiamo ingrassato, perché ha potuto riavere suo figlio sano e salvo”. «Allora il fratello maggiore si sentì offeso e non voleva neppure entrare in casa. Suo padre uscì e cercò di convincerlo a entrare. «Ma il figlio maggiore gli disse: “Da tanti anni io lavoro con te e non ho mai disubbidito a un tuo comando. Eppure tu non mi hai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici. Adesso, invece, torna a casa questo tuo figlio che ha sprecato i tuoi beni con le prostitute, e per lui tu fai ammazzare il vitello grasso”. «Il padre gli rispose: “Figlio mio, tu stai sempre con me e tutto ciò che è mio è anche tuo. Bisognava essere contenti e far festa, perché questo tuo fratello era per me come morto e ora è tornato in vita, era perduto e ora l’ho ritrovato”».

Vangelo secondo Luca 15:1-32 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR tutti i pubblicani e peccatori, si accostavano a lui, per udirlo. Ed i Farisei e gli Scribi ne mormoravano, dicendo: Costui accoglie i peccatori, e mangia con loro. Ed egli disse loro questa parabola. Chi è l'uomo d'infra voi, il quale, avendo cento pecore, se ne perde una, non lasci le novantanove nel deserto, e non vada dietro alla perduta, finchè l'abbia trovata? Ed avendola trovata, non se la metta sopra le spalle tutto allegro? E venuto a casa, non chiami insieme gli amici, e i vicini, dicendo: Rallegratevi meco, perciocchè io ho trovata la mia pecora, ch'era perduta? Io vi dico, che così vi sarà letizia in cielo per un peccatore ravveduto, più che per novantanove giusti, che non hanno bisogno di ravvedimento. Ovvero, qual'è la donna, che, avendo dieci dramme, se ne perde una, non accenda la lampana, e non ispazzi la casa, e non cerchi studiosamente, finchè l'abbia trovata? E quando l'ha trovata, non chiami insieme le amiche, e le vicine, dicendo: Rallegratevi meco, perciocchè io ho trovata la dramma, la quale io avea perduta? Così, vi dico, vi sarà allegrezza fra gli angeli di Dio, per un peccatore ravveduto. DISSE ancora: Un uomo avea due figliuoli. E il più giovane di loro disse al padre: Padre, dammi la parte de' beni che mi tocca. E il padre spartì loro i beni. E, pochi giorni appresso, il figliuol più giovane, raccolto ogni cosa, se ne andò in viaggio in paese lontano, e quivi dissipò le sue facoltà, vivendo dissolutamente. E, dopo ch'egli ebbe speso ogni cosa, una grave carestia venne in quel paese, talchè egli cominciò ad aver bisogno. E andò, e si mise con uno degli abitatori di quella contrada, il qual lo mandò a' suoi campi, a pasturare i porci. Ed egli desiderava d'empiersi il corpo delle silique, che i porci mangiavano, ma niuno gliene dava. Ora, ritornato a sè medesimo, disse: Quanti mercenari di mio padre hanno del pane largamente, ed io mi muoio di fame! Io mi leverò, e me ne andrò a mio padre, e gli dirò: Padre, io ho peccato contro al cielo, e davanti a te; e non son più degno d'esser chiamato tuo figliuolo; fammi come uno de' tuoi mercenari. Egli adunque si levò, e venne a suo padre; ed essendo egli ancora lontano, suo padre lo vide, e n'ebbe pietà; e corse, e gli si gettò al collo, e lo baciò. E il figliuolo gli disse: Padre, io ho peccato contro al cielo, e davanti a te, e non son più degno d'esser chiamato tuo figliuolo. Ma il padre disse a' suoi servitori: Portate qua la più bella vesta, e vestitelo, e mettetegli un anello in dito, e delle scarpe ne' piedi. E menate fuori il vitello ingrassato, ed ammazzatelo, e mangiamo, e rallegriamoci; perciocchè questo mio figliuolo era morto, ed è tornato a vita; era perduto, ed è stato ritrovato. E si misero a far gran festa. Or il figliuol maggiore di esso era a' campi; e come egli se ne veniva, essendo presso della casa, udì il concento e le danze. E, chiamato uno de' servitori, domandò che si volesser dire quelle cose. Ed egli gli disse: Il tuo fratello è venuto, e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perciocchè l'ha ricoverato sano e salvo. Ma egli si adirò, e non volle entrare; laonde suo padre uscì, e lo pregava d'entrare. Ma egli, rispondendo, disse al padre: Ecco, già tanti anni io ti servo, e non ho giammai trapassato alcun tuo comandamento; e pur giammai tu non mi hai dato un capretto, per rallegrarmi co' miei amici. Ma, quando questo tuo figliuolo, che ha mangiati i tuoi beni con le meretrici, è venuto, tu gli hai ammazzato il vitello ingrassato. Ed egli gli disse: Figliuolo, tu sei sempre meco, e ogni cosa mia è tua. Or conveniva far festa, e rallegrarsi, perciocchè questo tuo fratello era morto, ed è tornato a vita, era perduto, ed è stato ritrovato.