Giosuè 14:6-15
Giosuè 14:6-15 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
I figli di Giuda si avvicinarono a Giosuè a Ghilgal; e Caleb, figlio di Gefunne, il Chenizeo, gli disse: «Tu sai quel che il SIGNORE disse a Mosè, uomo di Dio, riguardo a me e a te a Cades-Barnea. Io avevo quarant’anni quando Mosè, servo del SIGNORE, mi mandò da Cades-Barnea a esplorare il paese e io gli feci la mia relazione con sincerità di cuore. I miei fratelli, che erano saliti con me, scoraggiarono il popolo, ma io seguii pienamente il SIGNORE, il mio Dio. In quel giorno Mosè fece questo giuramento: “La terra che il tuo piede ha calcata sarà eredità tua e dei tuoi figli per sempre, perché hai pienamente seguito il SIGNORE, il mio Dio”. E ora ecco, il SIGNORE mi ha conservato in vita, come aveva detto, durante i quarantacinque anni ormai trascorsi da quando il SIGNORE disse quella parola a Mosè, mentre Israele camminava nel deserto; e ora ecco che ho ottantacinque anni; oggi sono ancora robusto com’ero il giorno in cui Mosè mi mandò; le mie forze sono le stesse di allora, tanto per combattere quanto per andare e venire. Dammi dunque questo monte del quale il SIGNORE parlò quel giorno, poiché tu udisti allora che vi stanno degli Anachiti e che vi sono delle città grandi e fortificate. Forse il SIGNORE sarà con me, e io li scaccerò, come disse il SIGNORE». Allora Giosuè lo benedisse, e diede Ebron come eredità a Caleb, figlio di Gefunne. Per questo Caleb, figlio di Gefunne, il Chenizeo, ha avuto Ebron come eredità, fino a oggi: perché aveva pienamente seguito il SIGNORE, il Dio d’Israele. Ebron si chiamava in passato Chiriat-Arba; Arba era stato l’uomo più grande fra gli Anachiti. E nel paese cessò la guerra.
Giosuè 14:6-15 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
I figli di *Giuda si avvicinarono a Giosuè a *Ghilgal; e *Caleb, figlio di Gefunne, il Chenizeo, gli disse: «Tu sai quel che il Signore disse a Mosè, uomo di Dio, riguardo a me e a te a Cades-Barnea. Io avevo quarant'anni quando Mosè, servo del Signore, mi mandò da Cades-Barnea a esplorare il paese e io gli feci la mia relazione con sincerità di cuore. I miei fratelli, che erano saliti con me, scoraggiarono il popolo, ma io seguii pienamente il Signore, il mio Dio. In quel giorno Mosè fece questo giuramento: “La terra che il tuo piede ha calcata sarà eredità tua e dei tuoi figli per sempre, perché hai pienamente seguito il Signore, il mio Dio”. E ora ecco, il Signore mi ha conservato in vita, come aveva detto, durante i quarantacinque anni ormai trascorsi da quando il Signore disse quella parola a Mosè, mentre Israele camminava nel deserto; e ora ecco che ho ottantacinque anni; oggi sono ancora robusto com'ero il giorno in cui Mosè mi mandò; le mie forze sono le stesse d'allora, tanto per combattere quanto per andare e venire. Dammi dunque questo monte del quale il Signore parlò quel giorno, poiché tu udisti allora che vi stanno degli *Anachiti e che vi sono delle città grandi e fortificate. Forse il Signore sarà con me, e io li scaccerò, come disse il Signore». Allora Giosuè lo benedisse, e diede Ebron come eredità a Caleb, figlio di Gefunne. Per questo Caleb, figlio di Gefunne, il Chenizeo, ha avuto Ebron come eredità, fino a oggi: perché aveva pienamente seguito il Signore, il Dio d'Israele. Ebron si chiamava in passato Chiriat-Arba; Arba era stato l'uomo piú grande fra gli Anachiti. E nel paese cessò la guerra.
Giosuè 14:6-15 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Un giorno alcuni uomini della tribù di Giuda andarono da Giosuè a Gàlgala. Uno di loro, di nome Caleb, figlio di Iefunnè, il Kenizzita, gli disse: «Tu sai quel che il Signore promise a Mosè, l’uomo di Dio, a Kades-Barnea, riguardo a noi due. Io avevo quarant’anni quando il servo del Signore, Mosè, da Kades-Barnea mi mandò a esplorare il paese. Io gli feci un rapporto esatto e onesto, mentre i miei compagni scoraggiarono la nostra gente. «Io sono stato in tutto fedele al Signore, mio Dio. Per questo preciso motivo, Mosè mi promise quel giorno che io e i miei discendenti avremmo ricevuto in possesso la regione da me esplorata. Ora, Giosuè, sono ormai passati quarantacinque anni da quando il Signore fece quella promessa a Mosè. Allora il popolo d'Israele era in viaggio nel deserto. E il Signore, come aveva promesso, mi ha conservato in vita fino a ora. Io ho ormai ottantacinque anni, ma ho ancora la stessa forza di quando Mosè mi mandò in esplorazione. Non mi manca affatto il vigore necessario per prendere parte attivamente alla guerra. Assegnami quindi la zona di montagna che il Signore mi promise quel giorno. Quel giorno hai sentito anche tu che là, in grandi città fortificate, vivono gli Anakiti. Ma certamente il Signore mi aiuterà, come mi aveva promesso, e io riuscirò a scacciarli». Allora Giosuè benedisse Caleb, il figlio di Iefunnè, e gli assegnò la città di Ebron. Ebron appartiene ancora ai discendenti di Caleb, figlio di Iefunnè il Kenizzita, perché egli era stato in tutto fedele al Signore, Dio d'Israele. Prima Ebron si chiamava Kiriat-Arbà (Arba era stato il più grande degli Anakiti). Così il popolo poté vivere in pace nella propria terra.
Giosuè 14:6-15 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Ora, i figliuoli di Giuda vennero a Giosuè in Ghilgal; e Caleb, figliuolo di Gefunne, Chenizzeo, gli disse: Tu sai ciò che il Signore disse a Mosè, uomo di Dio, intorno a me, e intorno a te, in Cades-barnea. Io era d'età di quarant'anni, quando Mosè, servitor del Signore, mi mandò da Cades-barnea, per ispiare il paese; ed io gli rapportai la cosa, come io l'avea nell'animo. Ora i miei fratelli, ch'erano andati meco, facevano venir meno il cuore al popolo; ma io seguitai appieno il Signore Iddio mio. Laonde Mosè in quel giorno giurò, dicendo: Se la terra, sopra la quale il tuo piede è camminato, non è tua, e dei tuoi figliuoli, per eredità in perpetuo; perciocchè tu hai appieno seguitato il Signore Iddio mio. E ora, ecco, il Signore mi ha conservato in vita, come egli ne avea parlato. Già son quarantacinque anni, da che il Signore disse quello a Mosè, quando Israele andò nel deserto; e ora, ecco, io sono oggi d'età d'ottantacinque anni. Io sono infino ad oggi ancora forte, come io era al giorno che Mosè mi mandò; le mie forze, per la guerra, e per andare e per venire, sono oggi le medesime ch'erano allora. Ora dunque dammi questo monte, del quale il Signore parlò in quel giorno; perciocchè tu udisti in quel giorno che gli Anachiti sono là, e che vi sono delle città grandi e forti; forse il Signore sarà meco, e io li scaccerò, come il Signore ne ha parlato. E Giosuè benedisse Caleb, figliuolo di Gefunne, e gli diede Hebron per eredità. Perciò Caleb, figliuolo di Gefunne, Chenizzeo, ha avuto Hebron per eredità, fino al dì d'oggi; perchè egli avea appieno seguitato il Signore Iddio d'Israele. Ora il nome di Hebron era stato per addietro Chiriat-Arba; il quale Arba era stato un grand'uomo fra gli Anachiti. E il paese ebbe riposo della guerra.